In scia con il 2019, anche quest’anno uno dei protagonisti indiscussi della scena politica italiana è stato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. L’avvocato, a Palazzo Chigi ormai da oltre 940 giorni, si è trovato a gestire la crisi sanitaria ed economica più grave dalla Seconda guerra mondiale in poi, a capo di una maggioranza che sembra essere sempre meno solida.
Negli ultimi 12 mesi Pagella Politica ha verificato oltre 40 dichiarazioni di Conte: di queste, 12 sono singole dichiarazioni, a cui abbiamo dato un verdetto; le restanti 30 abbondanti sono contenute all’interno dei nostri fact-checking di riepilogo su conferenze stampa o interviste del presidente del Consiglio.
Per quanto riguarda le singole dichiarazioni, nel 2020 Conte ha collezionato tre “Veri”, due “C’eri quasi”, tre “Nì” e tre “Pinocchi andanti”: insomma, una prestazione con luci e ombre. In generale, il presidente del Consiglio ha commesso più errori quando si è trovato a dover rispondere alle domande dei giornalisti senza avere un discorso già pronto. E l’errore più comune è stato quello di esagerare i risultati del suo governo, in particolar modo nella gestione dell’emergenza coronavirus.
Partiamo proprio da qui per rivivere, alla prova dei fatti, quest’annata del presidente del Consiglio.
Bene la prima ondata…
Dal punto di vista del fact-checking, l’arrivo dell’epidemia in Italia era stato gestito da Conte senza troppi intoppi. Tra fine gennaio e inizio marzo, il presidente del Consiglio aveva infatti collezionato due “Veri” e un “C’eri quasi”, rivendicando il primato italiano di aver chiuso per primo in Europa i voli dalla Cina, citando alcuni dati corretti sulla letalità della Covid-19 ed elogiando il sistema sanitario italiano, uno dei migliori a livello mondiale.
Nella conferenza del 4 marzo – in cui furono annunciate alcune delle misure di contenimento del contagio – e in quella del 27 aprile sull’inizio della cosiddetta “Fase 2”, Conte aveva elencato alcuni dati e provvedimenti presi dal suo governo, senza commettere errori significativi.
… ma poi tanti errori
Paradossalmente, le dichiarazioni più imprecise sono iniziate ad arrivare con la fine della prima ondata. Da maggio in poi, infatti, il presidente del Consiglio ha inanellato una serie di dichiarazioni corrette solo in parte, se non per lo più errate.
Per esempio, a fine maggio Conte aveva detto che l’Italia aveva il record di tamponi fatti per numero di abitanti, cosa per nulla vera (sui test Conte ha fatto poi alcune dichiarazioni errate o solo in parte corrette anche con la seconda ondata, sia a settembre che a novembre).
Durante l’estate, il presidente del Consiglio ha poi eccessivamente semplificato le responsabilità del governo nella riapertura delle discoteche, accusate di aver contribuito alla diffusione di comportamenti poco accorti. Secondo Conte, il suo esecutivo non aveva «mai» autorizzato la riapertura dei locali per le attività da ballo, ma le cose non stavano proprio così: in base ai vari Dpcm estivi, le discoteche dovevano restare chiuse, ma contemporaneamente alle regioni era stata data la possibilità di riaprirle, nel rispetto di una serie di misure.
A inizio settembre, ospite alla festa del Fatto Quotidiano, Conte aveva sbagliato – addirittura per ben due volte – di citare il numero italiano dei decessi di Covid-19, esagerando di circa 100 mila unità. Sempre a settembre, il presidente del Consiglio aveva gonfiato il valore delle risorse destinate nel 2020 alla scuola: secondo lui – e secondo la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina (M5s) – erano 7 miliardi di euro; secondo le nostre verifiche, erano invece di meno.
Uno degli errori più gravi di Conte, nel riportare un fatto di fronte alla stampa, è invece arrivato a fine ottobre, quando il presidente del Consiglio – nel pieno della seconda ondata – aveva detto che «il sistema di tracciamento dei contatti funziona bene», una dichiarazione priva di fondamento. Tant’è che abbiamo inserito questa dichiarazione tra le otto peggiori dell’anno, che potete votare nel sondaggio della nostra Pagella Cup 2020 a questo link.
– Podcast: I peggiori errori nelle dichiarazioni dei politici italiani nel 2020
Conte e i risultati esagerati sull’economia (e non solo)
Nello specifico, un altro tema su cui il presidente del Consiglio ha fatto uscite esagerate durante l’anno è stato quello relativo ai dati sull’economia e l’occupazione. Per esempio, in estate Conte ha detto che l’Italia, a differenza degli altri Paesi, voleva evitare l’aumento della disoccupazione, rivendicando dei risultati eccessivi. Anche molti altri Stati infatti hanno messo in campo misure per limitare la perdita dei posti di lavoro. Per quanto riguarda l’Italia, va sottolineato che il calo inizialmente più contenuto dei dati sulla disoccupazione era per lo più dovuto al forte aumento degli inattivi, ossia quelli che non hanno un lavoro ma non lo cercano neppure.
Tra agosto e settembre, il presidente del Consiglio ha poi più volte ripetuto che la ripresa dell’economia italiana sarebbe stata migliore di quella degli altri grandi Paesi europei, affermazione smentita con l’uscita dei dati ufficiali nelle settimane successive.
La tendenza di Conte all’esagerazione non ha riguardato solo il coronavirus e l’economia, ma anche altri argomenti. Per esempio, a fine novembre il presidente del Consiglio si è meritato un “Pinocchio andante” quando ha detto che con il lockdown i femminicidi in Italia erano «triplicati» (è vero che il fenomeno della violenza sulle donne è peggiorato nel 2020, ma gli omicidi sono tra marzo e aprile sono calati).
Negli ultimi giorni, poi, Conte ha esagerato la bravura del nostro Paese nella lotta ai cambiamenti climatici. Secondo lui, l’Italia è tra i Paesi più «virtuosi» nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, ma i dati e gli osservatori indipendenti internazionali continuano a ripetere che i nostri sforzi sono ancora insufficienti per contenere gli effetti presenti e futuri del riscaldamento globale.
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