Nel panorama politico italiano, il 2019 sarà ricordato anche come l’anno di Giuseppe Conte. A inizio settembre, Conte è stato nominato per la seconda volta di fila presidente del Consiglio dei ministri, conquistando un primato particolare.

Infatti, se è vero che nella storia repubblicana italiana ci sono stati numerosi presidenti del Consiglio che hanno presieduto più di un governo di fila, sostenuti da maggioranze parlamentari diverse, con l’esecutivo Partito democratico-Movimento 5 stelle è però la prima volta che uno stesso premier viene rinominato dopo un cambio di maggioranza tra due partiti (dalla Lega al Pd) con posizioni politiche così diverse tra loro.

Ma come se l’è cavata quest’anno l’avvocato Conte alla prova del fact-checking? Dalle tasse all’economia, abbiamo raccolto alcune delle sue dichiarazioni che Pagella Politica ha verificato a partire dal 1° gennaio 2019.

Le dichiarazioni di Conte

Il 2019 del presidente del Consiglio – che a inizio anno era alla guida del governo Lega-M5s – è cominciato con un “Nì”: Conte è stato infatti impreciso quando a Porta a Porta ha detto che in futuro i migranti arriveranno soprattutto dall’Asia e via terra.

Un errore più grave è stato commesso dal presidente del Consiglio in una lettera a La Repubblica a fine febbraio 2019, quando ha scritto che «ProteggItalia è il più grande piano di messa in sicurezza, lotta al dissesto idrogeologico e prevenzione del nostro Paese, che per la prima volta ‘mette a sistema’, riportando a unità, una miriade di norme, interventi e risorse che fino ad oggi risultavano sparse». In realtà, in termini di cifre, il piano del governo Lega-M5s è stato un investimento non troppo dissimile da quello di ItaliaSicura dei precedenti governi Gentiloni e Renzi. “Pinocchio andante” dunque in questa occasione per Conte, l’unico dell’anno.

Un altro “Nì” è invece arrivato a giugno scorso, quando il presidente del Consiglio ha rivendicato un rafforzamento della fiducia degli elettori nei confronti dell’allora governo Lega-M5s. I sondaggi dicevano però una cosa diversa.

Conte è stato più preciso quando ha parlato dei rapporti economici tra Italia e Mozambico e degli obiettivi raggiunti dal nostro Paese in tema di emissioni di Co2 (due “Veri” per il presidente del Consiglio), mentre alcune imprecisioni sono state commesse nel dire che il governo M5s-Pd fosse «il più giovane della storia della Repubblica» (meglio di lui aveva fatto solo il governo Renzi) e che gli umbri sono «il 2 per cento della popolazione nazionale» (per la precisione sono l’1,45 per cento, e ancora meno se si considerano solo gli aventi diritto di voto).

Infine, a novembre 2019, Conte ha esagerato nel presentare i provvedimenti contenuti nel disegno di legge di Bilancio per il 2020, dicendo che il governo stava realizzando «il più grande taglio di tasse degli ultimi tempi rispetto allo scenario a politiche invariate».

I discorsi del presidente del Consiglio

L’attività di verifica di Pagella Politica non si è però limitata alle singole dichiarazioni del presidente del Consiglio, ma in alcune occasioni ha analizzato nel dettaglio interi discorsi, come quello tenuto da Conte all’incontro del World Economic Forum di Davos a gennaio 2019. In quell’occasione, Conte aveva riportato – al netto di qualche imprecisione – dati e informazioni corrette sull’operato dell’allora governo Lega-M5s.

A giugno, invece, il presidente del Consiglio aveva inviato una lettera alla Commissione europea per rispondere alla richiesta di chiarimenti sui conti pubblici italiani ed evitare così una procedura d’infrazione da parte dell’Ue. Nel testo, Conte aveva commesso un errore, riguardo alle previsioni di crescita del nostro Paese, e aveva omesso di spiegare nel dettaglio quali interventi stava per mettere in atto il suo esecutivo per migliorare i conti pubblici italiani.

Conte è stato poi preciso nel riportare alcune informazioni in una diretta Facebook di luglio 2019, dove annunciava il via libero del governo alla realizzazione della Tav Torino-Lione.

Discorso diverso vale per il discorso tenuto in Senato il 20 agosto scorso, durante la crisi di governo. In quell’occasione, Pagella Politica aveva verificato otto frasi di Conte: quattro erano risultate essere sostanzialmente vere (dalla possibilità di entrare in esercizio provvisorio al successo delle energie rinnovabili); una scorretta (sull’eccezionalità del piano anti-dissesto idrogeologico); tre imprecise, dove Conte aveva per così dire esagerato i risultati ottenuti dal suo governo in 14 mesi di attività.

Infine, a novembre il presidente del Consiglio si è scontrato con il leader della Lega Matteo Salvini su chi dei due possa godere davvero dell’immunità parlamentare. «Io vorrei chiarire agli italiani che io non ho l’immunità, perché non sono un parlamentare», aveva dichiarato Conte. «Lui [Salvini] ce l’ha e ne ha già approfittato per il caso Diciotti». L’ex ministro dell’Interno aveva invece risposto di non aver «mai avuto l’immunità parlamentare. O Conte è confuso o è ignorante». Entrambi non dicevano però tutta la verità: Salvini, in quanto senatore, gode dell’immunità parlamentare, mentre Conte, in quanto presidente del Consiglio, gode di quella funzionale, come gli altri membri del governo.