Negli ultimi giorni si è acceso un botta e risposta a distanza tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein sullo stato del turismo estivo in Italia. L’11 luglio, in un colloquio con La Stampa, Schlein ha dichiarato che quest’estate le spiagge italiane sono «vuote», descrivendole come «cartolina del governo Meloni». Il giorno dopo è tornata sull’argomento, scrivendo su Facebook che «il sindacato dei balneari ha parlato di un calo di presenze del 15 per cento».

Meloni ha replicato con una nota ufficiale. «Ritengo vergognoso che, pur di attaccare il governo, certa opposizione diffonda notizie false, danneggiando l’immagine e gli interessi dell’Italia», ha scritto la presidente del Consiglio. «Negli ultimi giorni, tra le diverse uscite, anche la segretaria del PD Elly Schlein ha lasciato intendere che il turismo italiano fosse in crisi. Peccato che, poche ore dopo la sua uscita, i dati ufficiali del Viminale – tratti dalla banca dati “Alloggiati web” della Polizia di Stato – abbiano certificato l’esatto contrario, con arrivi in crescita e milioni di visitatori nelle nostre strutture ricettive».

Ma come stanno davvero le cose? Il turismo estivo in Italia quest’anno è davvero in crisi, segno che le famiglie stanno peggio economicamente, oppure è in crescita rispetto agli anni passati? In breve, è ancora presto per dare una risposta: i dati disponibili finora sono parziali, limitati nel tempo e relativi solo ad alcuni settori.

Partiamo dalla statistica citata da Schlein. Quando parla di «un calo di presenze del 15 per cento» negli stabilimenti balneari, probabilmente si riferisce a una stima pubblicata il 1° agosto dal Sindacato italiano balneari (SIB), che rappresenta parte dei lavoratori del settore. Secondo il SIB, a luglio presenze e consumi negli stabilimenti balneari sono calati del 15 per cento rispetto allo stesso mese del 2023. Lo stesso sindacato, però, ha precisato che a giugno c’era stato un aumento del 20 per cento.

Anche altre associazioni hanno diffuso stime che parlano di un calo in alcune aree turistiche. Il 12 agosto, per esempio, il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca ha dichiarato a Open che «sicuramente, rispetto all’estate scorsa, c’è stato un calo» dell’occupazione alberghiera. «Ma la situazione è a macchia di leopardo, nel senso che ci sono alcune zone che stanno registrando il tutto esaurito, soprattutto in montagna, mentre al mare abbiamo dati contrastanti a seconda della regione», ha aggiunto Bocca, secondo cui «il mare è senz’altro il settore più penalizzato in questo momento». Lo stesso presidente di Federalberghi – una delle principali organizzazioni imprenditoriali del settore ricettivo – ha ammesso, però, di non avere «a disposizione i dati regionali e territoriali».

Dal canto suo, quando Meloni parla di «arrivi in crescita e milioni di visitatori nelle nostre strutture ricettive», si riferisce ai dati del Ministero dell’Interno, rilanciati sui social anche dal Ministero del Turismo, che sono stati pubblicati «in anteprima» dall’agenzia stampa ANSA. Secondo queste fonti, a giugno gli arrivi turistici in Italia sono stati circa 21,7 milioni, con una crescita del +10,2 per cento rispetto a giugno 2024. A luglio sono stati quasi 24 milioni (+4,5 per cento sul 2024), mentre nei primi undici giorni di agosto circa 8 milioni (+13,1 per cento rispetto all’anno scorso).

Questi dati non sono pubblicamente disponibili, ma – ha chiarito il Ministero dell’Interno –provengono dal database “Alloggiati Web”, dove ogni struttura ricettiva deve comunicare le generalità degli ospiti. Il numero degli “arrivi” indica quanti turisti hanno effettuato il check-in, ma non dice da dove provengono – se siano italiani o stranieri – né quante notti abbiano trascorso in Italia, cioè l’indicatore delle “presenze” turistiche, né se hanno riguardato le zone con stabilimenti balneari. 

Le statistiche più complete sul turismo italiano sono quelle raccolte dall’ISTAT, ma servono mesi per averle. Basti pensare che le stime provvisorie sull’andamento del turismo nei primi tre mesi del 2025 sono state pubblicate dall’ISTAT solo il 16 giugno. Per sapere davvero come sia andata l’estate, quindi, bisognerà aspettare i prossimi mesi, quando saranno disponibili dati più dettagliati e affidabili.

Come abbiamo spiegato in un altro approfondimento, in tutto il 2024 il turismo italiano è cresciuto rispetto al 2023, un fenomeno che ha riguardato comunque quasi tutti i Paesi europei. Da tempo, invece, il peso del periodo estivo sul turismo italiano è in calo. Per esempio, i pernottamenti registrati a giugno, luglio e agosto 2024 hanno pesato per il 45,6 per cento sul totale dei pernottamenti: questa percentuale è la più bassa da quando ci sono i dati. Nel 2023 l’estate era pesata per il 47,4 per cento dei pernottamenti, prima della pandemia era a circa il 49 per cento, mentre tra il 1991 e il 2015 il turismo estivo era pesato il 50 per cento o più.