Guida alle feste con i parenti contrari al governo

Dal Superbonus al Jobs Act, abbiamo raccolto cinque risposte da dare a zii, genitori e amici che durante il Natale difenderanno i partiti all’opposizione
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Siete pronti a un weekend lungo con pranzi e cene di Natale da festeggiare in famiglia, tra parenti e amici? È proprio in questo periodo dell’anno che gli appuntamenti a tavola si trasformano in accesi dibattiti politici, con i sostenitori del governo Meloni da un lato, e quelli dell’opposizione dall’altro.

Abbiamo raccolto in due guide alcune delle dichiarazioni fuorvianti e scorrette che potreste sentire da chi vota i partiti di destra e da chi invece non li sopporta. Così potrete arrivare informati a eventuali dibattiti.

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Qui ci concentriamo sui principali partiti all’opposizione: Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Azione. Quali tra gli argomenti della propaganda dell’opposizione che vi potrebbe capitare di ascoltare a tavola sono sbagliati, fuorvianti o imprecisi? Qui trovate l’articolo dedicato ai partiti al governo.

“Eh ma il Superbonus ha creato un milione di posti di lavoro”

Questa dichiarazione è stata ripetuta molte volte quest’anno dal presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, ma è parecchio esagerata. A sostegno di questa dichiarazione vengono spesso citate le stime pubblicate negli scorsi anni da realtà come Censis e Nomisma, che hanno potenziali conflitti di interessi con il Superbonus. Ma al di là di questo, i dati Istat mostrano l’implausibilità del risultato rivendicato da Conte. Secondo Istat, tra agosto 2020 e ottobre 2022 (il periodo preso in considerazione da Censis) tutti gli occupati in Italia, in tutti i settori economici, sono cresciuti di circa un milione di unità. Fosse vero che il Superbonus ha creato in quel lasso di tempo un milione di posti di lavoro in più, vorrebbe dire che tutti i nuovi occupati in più generati in quel periodo nel nostro Paese, in tutti i settori economici, sarebbero stati merito del bonus edilizio. Secondo l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), sarebbero 170 mila i posti di lavoro creati negli ultimi anni dai bonus edilizi, quindi non solo dal Superbonus.

Quella sugli occupati non è stato l’unico errore commesso da Conte o altri esponenti del Movimento 5 Stelle sul Superbonus. Tra le altre cose l’ex presidente del Consiglio ha detto che addirittura il presidente degli Stati Uniti Joe Biden avrebbe copiato il meccanismo alla base del Superbonus per rilanciare l’economia statunitense. Non è vero

Al bonus edilizio abbiamo dedicato una delle nostre Guide, disponibile per chi sostiene il nostro lavoro.

“Eh ma con il governo Conte la spesa sanitaria era al 7 per cento del Pil”

Questo risultato è stato rivendicato da esponenti del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico, i due partiti principali che tra settembre 2019 e febbraio 2021 hanno sostenuto il secondo governo Conte. All’epoca il ministro della Salute era Roberto Speranza, rientrato quest’anno nel PD. Nel 2020 e nel 2021 in effetti la spesa sanitaria ha superato un valore pari al 7 per cento del Pil e i motivi sono due: da un lato la spesa è notevolmente aumentata per far fronte alla pandemia di Covid-19, dall’altro lato è crollato il Pil. Calando il valore del denominatore, ossia quello del Pil, è aumentato automaticamente il rapporto. 

Speranza, Conte e la segretaria del PD Elly Schlein hanno accusato il governo Meloni di aver fatto tagli alla sanità perché con questo governo la spesa sanitaria tornerà a un valore inferiore al 7 per cento del Pil. In realtà questa previsione era già stata fatta dal governo Draghi, sostenuto dal Movimento 5 Stelle e dal PD, con lo stesso Speranza ministro della Salute.

“Eh ma il governo Meloni sta tagliando le pensioni”

Nelle ultime settimane questa accusa è stata rilanciata più volte dal Movimento 5 Stelle e dal PD, ed è circolata molto sui social network lo scorso aprile. 

In realtà nel 2023 le pensioni sono aumentate e così accadrà anche nel 2024. Quest’anno l’aumento deciso dal governo per far fronte alla perdita del potere d’acquisto causata dall’inflazione è stato pari al 7,4 per cento, mentre per il prossimo anno sarà del 5,4 per cento. Non tutte le pensioni sono aumentate e aumenteranno di queste percentuali. La rivalutazione “piena” riguarda tutte le pensioni con un valore fino a quattro volte la pensione minima, ossia 2.100 euro lordi mensili. Le pensioni con un valore superiore a questa soglia sono aumentate e aumenteranno di nuovo, ma con percentuali via via più basse. 

La nuova legge di Bilancio per il 2024 ha comunque reso meno conveniente l’accesso al pensionamento anticipato e, in una prima versione, conteneva una norma molto criticata dai partiti all’opposizione. Il governo voleva infatti cambiare il modo con cui sono calcolate le pensioni future di alcuni dipendenti pubblici, tra cui medici e insegnanti, che nei prossimi anni si ritireranno dal mondo del lavoro. Questa revisione avrebbe comportato pensioni più basse rispetto a quelle calcolate con le regole oggi in vigore, che sono più vantaggiose di quelle valide per gli altri dipendenti pubblici e privati. Dopo proteste e scioperi il governo ha fatto una parziale marcia indietro, limitando il ricalcolo per chi va in pensione anticipata.

“Eh ma il Jobs Act ha creato un milione di posti di lavoro”

Da anni questo è uno dei cavalli di battaglia di Matteo Renzi e di chi lo ha seguito nella scissione del Partito Democratico, che ha portato alla nascita di Italia Viva nel 2019. Questa dichiarazione è probabilmente una di quelle su cui abbiamo pubblicato nel tempo più fact-checking per spiegare che cosa non torna. 

Secondo i sostenitori del Jobs Act, i posti di lavoro in Italia sarebbero cresciuti di circa un milione di unità nel periodo in cui la riforma è stata in vigore, ossia tra il 2014 e il 2018, anno in cui è stata modificata dal decreto “Dignità”, approvato dal primo governo Conte. In effetti in quel periodo di tempo gli occupati in Italia sono cresciuti più o meno di quella cifra. Ma il problema principale è la difficoltà nello stabilire un rapporto di causa-effetto tra l’introduzione (o l’abrogazione) di una misura e l’aumento (o la diminuzione) di indicatori economici, come in questo caso il numero degli occupati. Per individuare nessi causali di questo tipo, infatti, bisogna basarsi su studi scientifici e metodi statistici rigorosi: senza un’analisi attenta si rischia di avere stime troppo grossolane. E in generale gli studi sono concordi nel ritenere che il Jobs Act abbia avuto un impatto positivo sull’occupazione, limitato in alcuni ambiti e non nell’ordine di grandezza rivendicato dai suoi promotori.

“Eh ma Azione è l’unico partito coerente sulle sue posizioni”

I sostenitori di Azione spesso citano la coerenza come uno dei valori principali del partito guidato da Carlo Calenda e dei politici che ne fanno parte. In realtà le cose non stanno proprio così: vediamo qualche esempio.

Alla fine dell’estate Calenda ha criticato la proposta del governo Meloni per introdurre l’elezione diretta del presidente del Consiglio (una delle forme del cosiddetto “premierato”). Ma il programma di Azione in vista delle elezioni politiche del 25 settembre 2022, sottoscritto insieme a Italia Viva, proponeva di introdurre nel nostro Paese proprio l’elezione diretta del presidente del Consiglio. Nei primi mesi del 2023 Calenda ha in più occasioni difeso questa proposta, ma dopo la rottura con Italia Viva, avvenuta in primavera, il leader di Azione ha iniziato a prendere posizione contro l’elezione diretta del presidente del Consiglio. Rispondendo a un nostro articolo, Calenda ha dichiarato di aver messo nel suo programma questa riforma «perché era un cavallo di battaglia» di Renzi.

Oggi ci sono esponenti di primo piano di Azione che si dicono favorevoli all’introduzione di un salario minimo in Italia, una misura che però criticavano fino a pochi anni fa. Stiamo parlando della presidente di Azione Mara Carfagna e la vicesegretaria e portavoce di Azione Mariastella Gelmini. Entrambe, quando erano in Forza Italia, hanno fatto dichiarazioni fortemente critiche contro il salario minimo, mentre in questi mesi ritengono questa misura necessaria e indispensabile. Di recente Gelmini ha mostrato di aver cambiato idea anche su un altro tema diviso, la ratifica della riforma del trattato del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), respinta il 21 dicembre dalla Camera. «Con la mancata ratifica del Mes l’Italia perde credibilità agli occhi dell’Europa e si rivela sempre più debole, oltre che inaffidabile», ha scritto su X Gelmini. Ma negli scorsi anni la stessa Gelmini ha più volte criticato il secondo governo Conte per aver firmato l’accordo sulla riforma, definita dall’ex ministra dell’Istruzione un «pericolo per il nostro Paese».

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