Come discutere ai cenoni con chi vota i partiti all’opposizione

Parenti e amici non vedono l’ora di parlare di politica? Ecco le risposte da dare, basate su fatti e numeri, per evitare battibecchi
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Siete pronti a una settimana di pranzi e cene da trascorrere in famiglia, tra parenti e amici? È in questo periodo dell’anno che gli appuntamenti a tavola si trasformano in accesi dibattiti politici, con i sostenitori del governo Meloni da un lato, e quelli dei partiti all’opposizione dall’altro. Non disperate: abbiamo raccolto per voi alcune dichiarazioni fuorvianti o scorrette che potreste sentire da chi vota i partiti di destra e quelli del cosiddetto “campo largo”. Così arriverete informati a eventuali dibattiti e potrete controbattere con fatti e numeri a zii e cugini vari. Ma senza litigare!

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In questo articolo trovate le dichiarazioni più gettonate che potrebbero ripetere i sostenitori dei partiti all’opposizione, dal Partito Democratico al Movimento 5 Stelle, passando per Azione e Italia Viva. Qui potete leggere l’articolo sui partiti al governo.

«Ma quale record di occupati! Sono tutti precari»

Pur ammettendo l’aumento dell’occupazione, è probabile che qualche zio contrario al governo precisi che la crescita è dovuta solo all’aumento dei contratti a termine. Questo non è vero.

Secondo ISTAT, a ottobre 2024 in Italia c’erano quasi 19 milioni di occupati dipendenti, circa 700 mila in più rispetto a ottobre 2022, quando si è insediato il governo Meloni. Tra i dipendenti, 16,2 milioni hanno un contratto a tempo indeterminato, mentre poco meno di 2,8 milioni hanno un rapporto di lavoro per cui è indicata una scadenza. Da quando c’è il governo Meloni, gli occupati dipendenti a tempo indeterminato sono aumentati di circa 930 mila unità, mentre quelli a termine sono scesi di oltre 270 mila unità. A ottobre 2022 il 16,4 per cento dei dipendenti in Italia aveva un rapporto di lavoro a termine. Questa percentuale è scesa al 14,3 per cento a ottobre 2024. 

Qualche altro parente potrebbe obiettare che con il governo Meloni i dipendenti a termine sono calati sul totale, ma sono aumentati nelle fasce di popolazione più giovane. Anche qui i numeri ISTAT più aggiornati dicono il contrario. Nel secondo trimestre di quest’anno gli occupati con un contratto di lavoro a tempo determinato nella fascia di età tra i 15 e i 29 anni erano un milione e 80 mila, mentre due anni fa erano un milione e 145 mila. Nello stesso periodo di tempo gli occupati a tempo indeterminato tra i 15 e i 29 anni sono cresciuti da un milione e 457 mila a un milione e 585 mila.

In rapida sequenza, non è vero: che i dati ISTAT sono falsati perché conteggiano tra gli occupati chi lavora solo un’ora alla settimana; che il record dell’occupazione è gonfiato dalla cassa integrazione; che all’aumento dell’occupazione sta corrispondendo un calo delle ore lavorate; e che la crescita degli occupati è merito del Natale.

«Stasera non bevo: il nuovo Codice della strada ti toglie la patente per un bicchiere»

La riforma del Codice della strada, proposta dal governo e approvata dal Parlamento, ha aumentato diverse multe, ma i limiti di tasso alcolemico per chi si mette alla guida sono rimasti gli stessi del passato. La riforma ha introdotto comunque misure più restrittive per i conducenti trovati alla guida con un tasso alcolemico superiore a quello consentito. 

Per i guidatori a cui è stato apposto il “codice 68” sulla patente è prevista una sorta di “tolleranza zero” sul consumo di alcool: questo significa che non possono mai mettersi alla guida se hanno bevuto, anche se il tasso alcolemico è sotto i limiti consentiti. Il “codice 69”, invece, prevede che gli interessati possano guidare solo veicoli dotati di “alcolock”, un dispositivo che impedisce l’accensione del veicolo se riscontra al guidatore un tasso alcolemico superiore a zero. 

La cugina che non vedi da tanto tempo potrebbe magari ribattere che ora il governo ha imposto norme più severe per quanto riguarda la guida e le sostanze stupefacenti. Questo è vero: in base alla nuova riforma, non è più necessario dimostrare che l’uso di sostanze stupefacenti abbia alterato le capacità di guida per essere puniti.

«Per i centri in Albania abbiamo buttato un miliardo di euro»

Al di là di quello che si pensi sul progetto di portare una parte dei richiedenti asilo nei centri costruiti in Albania, non è vero che queste strutture sono già costate così tanto.

Secondo i calcoli di un dossier del Parlamento, la costruzione e la gestione dei centri per i migranti in Albania hanno un costo complessivo di circa 680 milioni di euro. Questa cifra non è stata tutta spesa: è la stima della spesa complessiva tra il 2024 e il 2028, una media di 136 milioni di euro l’anno. Questa stima è stata calcolata considerando la piena operatività dei centri a partire dalla primavera di quest’anno. Dato che i centri sono stati aperti a ottobre, ma di fatto non hanno ospitato ancora nessun migrante (a causa delle sentenze di alcuni giudici), i costi sostenuti quest’anno sono inferiori rispetto al previsto.

«Le pensioni non aumentano, anzi: le tagliano!»

Questa è la critica che potrebbero sollevare quei nonni che ogni anno partecipano alla Festa dell’Unità. In realtà non è vero che le pensioni non sono aumentate e che sono state ridotte da questo governo.

Sia con la legge di Bilancio per il 2023 sia con quella per il 2024 il governo Meloni ha stabilito che tutte le pensioni sarebbero dovute aumentare. E così è stato, sebbene non tutte le pensioni siano aumentate allo stesso modo. Solo quelle con un valore tra la pensione minima e quattro volte la minima (circa 2 mila euro) sono state aumentate per adeguarsi pienamente alla crescita dell’inflazione. Quelle con un valore superiore sono sì aumentate, ma un po’ meno rispetto alle altre. Le pensioni minime, invece, sono cresciute un po’ di più rispetto alle altre.

Perché allora si sente dire che le pensioni minime sono cresciute di soli due euro al mese? Questo aumento è quello previsto dalla nuova legge di Bilancio per il 2025. Nel 2024 l’inflazione ha rallentato e così anche l’adeguamento delle pensioni ne ha risentito. In ogni caso, se le previsioni sull’inflazione futura si riveleranno affidabili, le pensioni minime aumenteranno di quasi 107 euro tra il 2021 e il 2026. La percentuale di crescita sarà superiore a quella dell’inflazione e in questo modo si otterrà la piena protezione del potere d’acquisto delle pensioni. Detta altrimenti, nel 2026 – sempre che i prezzi non tornino a crescere con più forza – il valore delle pensioni minime sarà leggermente superiore a quello del 2021, considerando l’inflazione.

«Se si alleano, il PD e il Movimento 5 Stelle vincono»

Le divisioni sono il male cronico della sinistra, lo sappiamo. Durante le festività, potrebbe capitarvi di parlare con qualche parente che spera in un’alleanza strutturale tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, nonostante le divisioni su vari temi, a partire dalla guerra in Ucraina. 

La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha fiducia in questa alleanza e i risultati delle recenti elezioni regionali in Emilia-Romagna e Umbria sembrano suggerire che abbia ragione. Qui infatti i candidati sostenuti da tutti i partiti all’opposizione hanno vinto.

In realtà, le sfide elettorali precedenti dovrebbero ridimensionare un po’ l’entusiasmo dei tuoi parenti. Dopo vari tentativi, la prima volta che il PD e il Movimento 5 Stelle hanno vinto un’elezione regionale insieme è stata a febbraio in Sardegna con Alessandra Todde, che però non aveva l’appoggio di Azione e Italia Viva. In Abruzzo erano uniti e hanno perso, così come in Liguria.

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