Anche quest’anno i parlamentari faranno circa un mese di ferie

Saranno in pausa fino all’inizio di settembre, quando per prime torneranno a riunirsi le commissioni di Camera e Senato
Ansa
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Agosto, si sa, è il mese in cui in Italia si fermano tante attività e gli italiani vanno in ferie. E così, come ogni anno, anche i parlamentari hanno iniziato da qualche giorno il loro periodo di pausa estiva. L’aula della Camera ha concluso infatti i suoi lavori mercoledì 6 agosto, mentre le commissioni il giorno seguente. Il Senato, invece, ha anticipato tutto di un giorno: l’aula ha terminato martedì 5 agosto, mentre le commissioni il giorno dopo. I lavori del Parlamento riprenderanno a settembre: le commissioni parlamentari torneranno a riunirsi dal 1° settembre, mentre le aule di Camera e Senato una settimana più tardi, rispettivamente il 9 e il 10 settembre.

Insomma, i parlamentari potranno godere di circa un mese di pausa da proposte di legge, emendamenti, decreti e mozioni. Più nel dettaglio, secondo i calcoli di Pagella Politica, l’aula della Camera si fermerà per 32 giorni, quella del Senato per 34, mentre le commissioni parlamentari si fermeranno qualche giorno in meno.

Escludendo le commissioni, quest’anno la Camera rimarrà ferma come nel 2024, mentre il Senato una settimana in più. 
Dal 2013 a oggi il periodo di chiusura estiva delle aule di Camera e Senato è andato via via allungandosi fino a raggiungere un massimo di 39 giorni consecutivi nel 2017. Se nel 2018 la situazione è rimasta stabile, le estati del 2019 e del 2020 sono state più agitate – a causa della caduta del primo governo Conte, e poi della pandemia di Covid-19 – e il Parlamento si è riunito anche nei giorni centrali di agosto. Al momento, la pausa più breve è stata proprio quella del 2020, con 23 giorni di interruzione al Senato e 22 alla Camera.

L’imprevisto sul decreto “Sport”

Quest’anno i parlamentari sono riusciti ad andare in ferie nella prima settimana di agosto nonostante un imprevisto.

Tra il 4 e il 5 agosto la Camera ha dovuto esaminare per una seconda volta il cosiddetto “decreto Sport”, un provvedimento approvato dal governo a fine giugno per disciplinare l’organizzazione di grandi eventi sportivi. Il decreto era stato approvato dalla Camera una prima volta il 29 luglio, passando poi al Senato. Qui il testo è stato però modificato perché il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva chiesto al governo di eliminare alcune norme che non considerava pertinenti con la materia del decreto-legge: una riguardava la creazione di un canale preferenziale per il reclutamento di personale dalle federazioni sportive, e l’altra prevedeva che, in caso di contributi statali superiori ai 5 milioni di euro per eventi sportivi di rilievo nazionale o internazionale, la gestione fosse affidata alla società Sport e Salute Spa, una società controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che gestirà anche l’America’s Cup di vela e le Atp Finals di tennis. 

Non è la prima volta che Mattarella ha chiesto al governo di modificare un provvedimento, sebbene spesso non sia stato ascoltato. In questo caso, il governo ha preferito evitare scontri con il capo dello Stato, e così nell’esame al Senato ha fatto eliminare le due norme in questione. Essendo stato modificato, il decreto-legge è dovuto tornare alla Camera per un’ulteriore approvazione. Qui i deputati sono stati comunque molti veloci nell’esaminarlo, approvandolo definitivamente il 6 agosto dopo appena un giorno di esame.
Sempre il 6 agosto la Camera ha fatto in tempo ad approvare definitivamente due disegni di legge. Uno è un testo con cui il governo ha chiesto di prorogare nuovamente le deleghe per la riforma del settore dello spettacolo, mentre l’altro prevede alcune novità nella composizione delle giunte e dei consigli regionali.

Al contrario, l’aula del Senato ha chiuso la sua attività già il 5 agosto, dopo aver approvato definitivamente un disegno di legge del governo che ha rimandato di un anno, dal 29 agosto 2025 al 29 agosto 2026, la scadenza per concludere la riforma del fisco. La riforma del fisco è una delle principali promesse fatte dai partiti che sostengono il governo Meloni. Il governo sta portando avanti questa riforma in modo più veloce delle altre, ma ha chiesto più tempo per via della complessità di aggiornare in particolare le norme del sistema tributario. 

Sala stampa a orario ridotto

Se i parlamentari vanno per così dire in ferie, non vuol dire che gli edifici di Camera e Senato saranno del tutto chiusi in questo periodo. Ad agosto gli uffici amministrativi di Palazzo Montecitorio e Palazzo Madama, sedi rispettivamente di Camera e Senato, rimarranno aperti. E rimarranno aperte anche le sale stampa dedicate ai giornalisti parlamentari, anche se con orario ridotto.

Secondo quanto comunicato dall’Associazione stampa parlamentare, dall’8 al 29 agosto la sala stampa della Camera rimarrà aperta dalle 9 alle 18, anziché nell’orario tradizionale dalle 8 alle 20. Discorso diverso al Senato. Qui la sala stampa chiuderà completamente dall’11 al 29 agosto, mentre dal 1° al 5 settembre sarà aperta solo dalle 9 alle 14, per poi tornare all’orario tradizionale.

Gli appuntamenti di settembre

Una volta rientrati dalle ferie estive, i parlamentari dovranno confrontarsi con una serie di dossier significativi.

Per quanto riguarda la Camera, dal 9 al 12 settembre l’aula sarà impegnata nell’esame di una serie di disegni di legge di ratifica di trattati internazionali con diversi Paesi, dal Bahrein al Camerun, siglati anche diversi anni fa. Questa non è una novità: il Parlamento spesso accumula accordi internazionali da ratificare e che quindi per anni non entrano davvero in vigore. La Commissione Affari costituzionali della Camera continuerà invece l’esame della riforma costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati, già approvata dalla Camera una prima volta e pure dal Senato. La separazione delle carriere è un’altra riforma del governo Meloni che viaggia spedita, ma con tutta probabilità sarà necessario un referendum per confermarla se sarà approvata. A settembre la Commissione Affari costituzionali proseguirà pure l’esame della riforma del premierato, con cui il governo punta a introdurre l’elezione diretta del presidente del Consiglio. Questa riforma è però più in ritardo delle altre.

Tra il 10 e il 12 settembre anche il Senato sarà impegnato nella ratifica di alcuni trattati internazionali e nell’esame di due disegni di legge abbastanza tecnici. Uno è un testo con cui il governo punta a riformare l’intesa per l’8 per mille con la Tavola Valdese, per estendere la platea delle associazioni legate al culto valdese che possono beneficiare del contributo. L’altro è un provvedimento che serve ad approvare la modifica di una serie di accordi internazionali che regolano la partecipazione dell’Italia ad alcune organizzazioni internazionali, come la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (BIRS), un organismo delle Nazioni Unite che ha lo scopo di aiutare Paesi in via di sviluppo, e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), un organismo finanziario internazionale attivo nei Paesi dell’Europa centrale ed orientale e dell’Asia centrale.
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