Il Parlamento si organizza per le ferie estive

Il Senato chiuderà il 4 agosto dopo il via libera alla delega sul fisco, mentre la Camera non ha ancora stabilito una data ufficiale
Ansa
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Mentre sono alle prese con la discussione di diversi provvedimenti importanti, tra cui il disegno di legge delega di riforma del fisco, la Camera e il Senato stanno decidendo il giorno in cui termineranno i loro lavori e inizierà la pausa estiva dei parlamentari. 

In base al suo calendario dei lavori, il Senato chiuderà già la prossima settimana, giovedì 3 o venerdì 4 agosto, a seconda di quanto tempo sarà necessario per svolgere gli impegni previsti dal programma dell’aula. Al Senato martedì 1° agosto ci saranno infatti le comunicazioni del ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto sulla proposta di modifica del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) decisa il 27 luglio dalla cabina di regia del governo. Tra mercoledì 2 e giovedì 3 agosto il Senato dovrà poi approvare due provvedimenti del governo. Il primo è la conversione in legge del decreto “Pubblica amministrazione 2”, in scadenza il 21 agosto e che contiene tra le altre cose una serie di misure in vista del Giubileo a Roma del 2025. Al momento il decreto è all’esame della Camera. Ricordiamo che i decreti-legge sono provvedimenti del governo che hanno forza di legge ed entrano subito in vigore non appena approvati, ma devono essere convertiti in legge, anche con modifiche, dalla Camera e dal Senato entro sessanta giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale, pena la loro decadenza. Il secondo provvedimento che dovrà essere approvato dal Senato, tra i principali del governo Meloni, è la delega sulla riforma del fisco. Approvato il 16 marzo dal Consiglio dei ministri, il disegno di legge delega ha ottenuto il via libera della Camera il 12 luglio scorso nei suoi primi 13 articoli. Al momento il Senato sta dunque esaminando i restanti sette articoli del provvedimento e, dopo la sua approvazione, il testo dovrà quindi tornare alla Camera per il via libera definitivo. Questo potrebbe arrivare già nella settimana tra il 7 e l’11 agosto, a seconda di quando la Camera deciderà di fissare il giorno di inizio delle ferie dei deputati. 

Fonti della Camera dei deputati hanno infatti confermato a Pagella Politica che la data di chiusura non è ancora stata stabilita ufficialmente, e sarà fissata con tutta probabilità in una riunione dei presidenti dei gruppi parlamentari tra martedì 1 e mercoledì 2 agosto. Al momento il calendario della Camera prevede come data di fine dei lavori proprio il 2 agosto, ma è molto probabile che questi si prolungheranno per permettere l’approvazione della delega sul fisco, che altrimenti dovrebbe slittare a settembre.

I precedenti

Negli ultimi anni le ferie di Camera e Senato si sono sempre concluse nella prima o nella seconda settimana di settembre. Per esempio, nel 2022 l’ultima seduta della Camera prima della pausa estiva si è svolta il 9 agosto e l’aula ha ripreso i lavori il 13 settembre. Al Senato, invece, l’ultima seduta è stata convocata per il 10 agosto, ed tornato a riunirsi il 6 settembre. Stiamo parlando di 34 giorni per la Camera e 26 per il Senato. 

In base alle verifiche di Pagella Politica, dal 2013 a oggi il periodo di chiusura estiva del Parlamento italiano è andato via via allungandosi fino a raggiungere un massimo di 39 giorni consecutivi nel 2017. Se nel 2018 la situazione è rimasta stabile, le estati del 2019 e del 2020 sono state più agitate – a causa della caduta del primo governo Conte, e poi della pandemia di Covid-19 – e il Parlamento si è riunito anche nei giorni centrali di agosto. Al momento, la pausa più breve è stata proprio quella del 2020, con 23 giorni di interruzione al Senato e 22 alla Camera.
Al momento il Senato non ha comunque fissato una data di ripresa dei lavori dopo la pausa estiva di quest’anno, né tantomeno la Camera, che deve ancora decidere quando iniziare le ferie. 

In questi anni il tema della lunghezza delle ferie dei parlamentari è stato spesso oggetto di dibattito e polemica, con vari commentatori e politici stessi che hanno affrontato il tema descrivendolo come uno dei tanti privilegi della classe politica.

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