Negli ultimi vent’anni i prezzi in Italia sono aumentati in media del 49 per cento. In pratica, un bene o un servizio che nel 2004 costava 100 euro oggi ne costa quasi 150. Questo fenomeno si chiama inflazione: è l’aumento medio del costo dei beni e dei servizi che acquistiamo ogni giorno, dalla spesa al supermercato alla benzina, fino al caffè al bar. In altre parole, con la stessa somma di denaro di vent’anni fa oggi si possono comprare meno cose: il cosiddetto “costo della vita” è aumentato.
Un po’ di inflazione non è necessariamente negativa: in un’economia sana, prezzi e salari tendono a crescere insieme, sostenendo consumi e investimenti. Il livello considerato “ottimale” è intorno al 2 per cento, ed è anche l’obiettivo fissato dalla Banca centrale europea. Il problema si presenta quando i prezzi aumentano troppo velocemente o più dei redditi, riducendo il potere d’acquisto delle persone.
Per capire in quali settori i rincari siano stati più significativi, abbiamo analizzato i dati Eurostat sull’indice armonizzato dei prezzi al consumo (abbreviato con la sigla IPCA) per l’Italia, calcolando per ciascun anno la variazione rispetto al 2004.
Un po’ di inflazione non è necessariamente negativa: in un’economia sana, prezzi e salari tendono a crescere insieme, sostenendo consumi e investimenti. Il livello considerato “ottimale” è intorno al 2 per cento, ed è anche l’obiettivo fissato dalla Banca centrale europea. Il problema si presenta quando i prezzi aumentano troppo velocemente o più dei redditi, riducendo il potere d’acquisto delle persone.
Per capire in quali settori i rincari siano stati più significativi, abbiamo analizzato i dati Eurostat sull’indice armonizzato dei prezzi al consumo (abbreviato con la sigla IPCA) per l’Italia, calcolando per ciascun anno la variazione rispetto al 2004.