Il fact-checking dell’incontro tra Meloni e Trump

Dall’economia all’immigrazione, abbiamo verificato sette dichiarazioni fatte dalla presidente del Consiglio nello Studio ovale
ANSA
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Il 17 aprile la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato alla Casa Bianca, a Washington, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per discutere di dazi, commercio, difesa e della guerra in Ucraina. I due hanno tenuto una conferenza stampa nello Studio ovale, durata poco più di mezz’ora, preceduta da un breve intervento della presidente del Consiglio. Durante l’incontro, Meloni e Trump hanno risposto ad alcune domande dei giornalisti, in gran parte rivolte a Trump e relative a temi interni agli Stati Uniti.
Abbiamo verificato sette dichiarazioni di Meloni per capire quali siano supportate dai fatti e quali no.

Trump e la frase sui «parassiti»

«Non l’ha mai detto [che gli europei sono parassiti]»

Durante la conferenza stampa, un giornalista ha chiesto in inglese a Trump: «Mister President, are you sure about the definition of “parasites” to the Europeans? Would you say that again, that European are parasites?». Traducibile in italiano con: «Presidente, lei è sicuro della definizione di “parassiti” data agli europei? Lo direbbe ancora?».

Meloni è subito intervenuta, prima che Trump potesse rispondere, dicendo: «Lui non l’ha mai detto». «Ha mai detto che gli europei sono parassiti?», ha chiesto la presidente del Consiglio al presidente degli Stati Uniti, che ha risposto: «No, non sono nemmeno di che cosa stiate parlando». Questa frase ha suscitato le risate di Meloni e di altre persone nella sala.

Ma davvero Trump non ha mai definito «parassiti» gli europei, come sostiene la presidente del Consiglio? Lo scorso 25 marzo il presidente degli Stati Uniti ha risposto ad alcune domande dei giornalisti sullo scandalo che ha coinvolto, tra gli altri, il segretario alla Difesa Pete Hegseth e il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance. Il giorno prima, Jeffrey Goldberg, il direttore del settimanale statunitense The Atlantic, aveva raccontato di essere stato inserito in una chat sull’app di messaggistica Signal, dove Hegseth e Vance, insieme ad altri importanti esponenti del governo, stavano pianificando un attacco militare contro le milizie degli Houthi, in Yemen.

In un messaggio – gli screenshot della chat sono stati pubblicati da The Atlantic – Vance aveva scritto di non voler difendere gli europei. E Hegseth gli aveva risposto: «I fully share your loathing of European free-loading. It’s PATHETIC». Ossia: «Condivido pienamente il tuo disprezzo per i parassiti [o scrocconi] europei. È PATETICO».

Alla domanda se fosse d’accordo con questa posizione, il 25 marzo Trump ha risposto: «Yes, I think they’ve been freeloading. The European Union has been absolutely terrible at us on trade». Che in italiano si può tradurre con: «Sì, penso che abbiano vissuto alle nostre spalle. L’Unione europea è stata assolutamente terribile con noi sul piano commerciale».
Dunque, anche se non ha usato la parola «parasites», Trump ha parlato di «freeloading», che significa proprio approfittare, scroccare, comportarsi da parassiti.

La crescita dell’occupazione

«Un milione di posti di lavoro in più negli ultimi due anni e mezzo»

È vero che durante il governo Meloni l’occupazione ha continuato a crescere, proseguendo il trend iniziato dopo la pandemia di COVID-19. Ma parlare di «posti di lavoro» può essere fuorviante.

Partiamo dai numeri. Secondo ISTAT, a febbraio in Italia c’erano circa 24,3 milioni di occupati, oltre un milione in più rispetto a ottobre 2022, quando si è insediato il governo Meloni.
Il concetto di “occupato”, però, non coincide del tutto con quello di “posto di lavoro”. Per esempio, per essere considerati occupati da ISTAT non serve aver firmato un contratto. In più, basta anche un’ora di lavoro retribuito nella settimana di riferimento (un criterio usato a livello internazionale, che non falsifica i dati come sostengono erroneamente alcuni).

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L’andamento dell’inflazione

«L’inflazione sta diminuendo»

I numeri dicono il contrario. Il 17 aprile, in un’audizione in Parlamento, il direttore del Dipartimento per le statistiche economiche dell’ISTAT, Stefano Menghinello, ha spiegato che «negli ultimi mesi del 2024 la dinamica dei prezzi ha mostrato alcuni segnali di risalita».

A settembre 2024, l’inflazione – calcolata con l’indice NIC – era cresciuta dello 0,7 per cento su base annua (ossia rispetto a settembre 2023), il minimo del 2024. Da lì, però, è risalita, arrivando al +1,3 per cento a fine anno. A gennaio 2025 la crescita è stata dell’1,5 per cento, a febbraio dell’1,6 per cento e a marzo dell’1,9 per cento, trainata soprattutto dai rincari di energia e alimentari.

Anche l’indice armonizzato (IPCA), usato per i confronti internazionali, è salito al +2,1 per cento a marzo. Secondo ISTAT, questo aumento ha quasi azzerato il divario con la media dell’eurozona, passato da -1 punto percentuale nella seconda metà del 2024 a -0,1 a marzo 2025.

Il calo degli sbarchi

«I flussi migratori stanno diminuendo del 60 per cento» 

Non è chiaro a quale periodo si riferisca Meloni.

Secondo il Ministero dell’Interno, tra il 1° gennaio e il 17 aprile 2025 sono sbarcati circa 12.100 migranti, un calo del 25 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024.

Probabilmente, Meloni intendeva il calo registrato nel 2024 rispetto al 2023: lo scorso anno sono sbarcati circa 66.300 migranti, il 58 per cento in meno rispetto al 2023, quando si era registrato un aumento del 50 per cento. Ricordiamo che il 2023 è stato il primo anno interamente governato dall’attuale governo.

L’aumento della spesa militare

«L’Italia sta mantenendo ai suoi impegni, perché arriverà al prossimo vertice della NATO con il 2 per cento [della spesa in difesa in rapporto al PIL], che era già stato sottoscritto dai governi precedenti»

L’obiettivo di portare la spesa per la difesa al 2 per cento del Prodotto interno lordo (PIL) è contenuto nel programma della coalizione che sostiene il governo Meloni, ed è stato ribadito più volte dalla presidente del Consiglio e da altri esponenti del governo – sebbene finora non sia stato ancora raggiunto.

È vero anche che questo impegno era stato preso già in passato: la prima volta nel 2014, ed è stato confermato dai governi successivi.
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Le politiche Ue sull’immigrazione

«Avete visto tutti come le politiche dell’Unione europea sono cambiate negli ultimi due anni e mezzo. All’inizio parlavamo solo di come ridistribuire i migranti illegali che arrivano in Italia. Ora parliamo soprattutto di come fermare l’immigrazione illegale»

Da quando è presidente del Consiglio, Meloni ripete spesso che, grazie al suo governo, l’Unione europea ha iniziato a concentrarsi sul blocco delle partenze dei migranti, cosa che prima – a suo dire – non faceva.

È un’affermazione esagerata, come abbiamo spiegato in altri fact-checking.

Il piano contro il fentanyl

«L’Italia è stato uno dei Paesi che ha fatto un piano contro il fentanyl»

È vero. Oltre un anno fa, il 12 marzo 2024, il governo Meloni ha presentato il “Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di fentanyl e di altri oppioidi sintetici”.

Il fentanyl è un oppioide sintetico usato in medicina per trattare dolori intensi, ma può risultare letale se usato come droga, anche in dosi basse. Negli ultimi anni, negli Stati Uniti le morti per overdose da fentanyl sono aumentate sensibilmente.

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