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Sì, con Conte le spese militari sono aumentate e gli impegni Nato confermati

| 29 marzo 2022
La dichiarazione
«Conte ha aumentato le spese militari più di noi e si è impegnato ad aumentarle nei vertici Nato cui ha partecipato»
Fonte: Enews | 28 marzo 2022
ANSA/CESARE ABBATE
ANSA/CESARE ABBATE
Verdetto sintetico
Il leader di Iv ha quasi ragione.
In breve
  • Con Conte presidente del Consiglio le spese militari sono aumentate sia in rapporto al Pil che in valore assoluto. TWEET
  • Gli aumenti, al netto degli effetti economici della pandemia, sono stati più o meno in linea con quelli degli anni precedenti. TWEET
  • Alla guida del governo italiano, Conte ha ribadito l’impegno della Nato a portare le spese militari italiane al 2 per cento del Pil. TWEET
Il 28 marzo, nella sua newsletter personale Enews, il leader di Italia viva Matteo Renzi ha criticato il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, che da giorni si oppone all’aumento delle spese militari italiane. Secondo Renzi, lo stile di Conte è quello dei «populisti», dal momento che lo stesso Conte, quando è stato presidente del Consiglio, ha aumentato le spese militari «più» di quelli precedenti e si è impegnato ad aumentarle «nei vertici Nato cui ha partecipato».

Al di là del giudizio politico sul leader del M5s, le cose stanno davvero così? Abbiamo verificato.

La fonte di Renzi

A sostegno della sua dichiarazione, Renzi ha usato come fonte un post pubblicato il 25 marzo su Facebook dalla pagina ufficiale di Italia viva, in cui viene citata una dichiarazione del presidente del partito Ettore Rosato: «Con Renzi le spese militari scendevano, con Conte aumentavano». Questo messaggio è un po’ diverso da quello di Renzi, che non ha parlato solo di aumenti, ma di aumenti superiori a quelli passati. Il post è accompagnato anche da un grafico che mostra l’andamento delle spese militari italiane in rapporto al Pil, scese tra il 2014 e il 2019 e risalite dal 2019 al 2021.
Ricordiamo che Renzi è stato presidente del Consiglio da febbraio 2014 a dicembre 2016, poi sostituito da Paolo Gentiloni (Pd), mentre Giuseppe Conte è stato presidente del Consiglio due volte: da giugno 2018 a settembre 2019, a capo di un governo sostenuto da M5s e Lega, e da settembre 2019 a febbraio 2021, a capo di un governo sostenuto da M5s, Pd, Liberi e Uguali e dalla stessa Italia viva di Renzi. Non è dunque semplice attribuire gli aumenti soltanto a singoli esecutivi che si sono alternati nel corso dello stesso anno.

Che cosa dicono i numeri

Secondo le stime più aggiornate della Nato, di cui l’Italia è membro, nel 2021 le spese militari del nostro Paese hanno raggiunto una cifra pari all’1,41 per cento del Pil, in crescita rispetto all’1,38 per cento del 2020 e all’1,18 per cento del 2019. Nel 2018 la percentuale era leggermente più alta, all’1,23 per cento, il risultato di una crescita iniziata nel 2015, quando la percentuale era stata pari all’1,07 per cento del Pil.

Dunque, nel primo anno di governo Conte le spese militari in rapporto al Pil erano un po’ calate, per poi salire negli anni successivi. 

Va però sottolineato che nel 2020 e nel 2021 la ricchezza prodotta dall’Italia è stata fortemente colpita dalla crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19. Come cambia allora la spesa se si guardano i valori assoluti e non percentuali? Anche in questo caso, un aumento recente c’è stato, anche se gli aumenti di anno in anno sono stati più o meno simili a quelli registrati pre-crisi, nonostante Renzi accusi Conte di aver aumentato di «più» le spese.

Secondo le stime della Nato, nel 2021 le spese militari italiane si sono aggirate intorno ai 25,6 miliardi di dollari (espressi con i valori del 2015 per permettere un confronto tra gli anni), in aumento rispetto ai 24,1 miliardi del 2020 e ai 22,5 miliardi del 2019. Nel 2018 questa cifra era stata pari a 23,4 miliardi, in crescita costante di anno in anno a partire dai 19,6 miliardi del 2015.

Conte e le conferme degli impegni con la Nato

Renzi ha poi ragione quando scrive che il presidente del M5s, quando era a capo del governo, si è impegnato ad aumentare le spese militari nei vertici della Nato a cui ha partecipato. Qui il riferimento è all’obiettivo della Nato – non vincolante – di portare entro il 2024 le spese militari dei Paesi membri al 2 per cento del Pil, un traguardo comparso per la prima volta nel 2006 e formalizzato nel 2014.

All’epoca, l’obiettivo era stato sottoscritto dall’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi, che lo aveva poi ribadito nel 2016. Nel 2018 e nel 2019, in due successivi incontri della Nato, l’impegno ad aumentare le spese militari era stato sostenuto anche da Conte, in quegli anni presidente del Consiglio.

Prima di concludere, sottolineiamo per completezza che in questi giorni lo stesso Conte ha più volte ribadito di non volersi rimangiare gli impegni da lui presi in passato a livello internazionale, sostenendo però che quello attuale non è il momento storico per alzare le spese militari.

«Il M5s ha una chiara collocazione euroatlantica e io stesso ho più volte ribadito che gli impegni assunti in sede Nato molti anni fa vanno rispettati: chi insinua il contrario è in malafede. La sofferenza degli ultimi anni, però, non va ignorata: chiedere uno sforzo finanziario di 10-15 miliardi in poco meno di due anni al nostro bilancio significa distrarre risorse dagli obiettivi, questi sì prioritari, della transizione energetica e del welfare sociale»

Giuseppe Conte, intervista con Avvenire, 29 marzo 2022

Su questo punto ancora non è chiaro come intenda muoversi il governo per eventualmente aumentare le spese militari: se spostando fondi da altre voci di spesa oppure se facendo un nuovo ricorso a maggiore debito pubblico.

Il verdetto

Secondo Matteo Renzi, quando era presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha aumentato le spese militari di «più» rispetto ai precedenti esecutivi e ha sempre confermato gli impegni della Nato per alzare gli investimenti nella difesa. 

Per quanto riguarda la prima parte della dichiarazione, è vero che con Conte alla guida del governo le spese militari sono cresciute sia in rapporto al Pil che in valore assoluto, anche se non con cifre di molto superiori agli aumenti registrati negli anni precedenti.

Per quanto riguarda gli impegni con la Nato, è vero che Conte li ha sempre confermati negli incontri con gli altri Paesi membri.

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