Sulle spese in difesa, i partiti che sostengono il governo di Giorgia Meloni non stanno mantenendo la parola data nel loro programma in vista delle elezioni politiche del 25 settembre 2022. Prima del voto di ormai quasi due anni fa, Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati hanno promesso di rispettare gli «impegni assunti» con gli altri Paesi membri della Nato «in merito all’adeguamento degli stanziamenti per la difesa». Nel 2014 gli Stati dell’alleanza militare hanno concordato di portare le spese militari a un valore pari al 2 per cento del Prodotto interno lordo (Pil), un impegno poi confermato dai governi italiani entrati in carica negli anni successivi. Le stime più aggiornate, pubblicate il 17 giugno dalla Nato, mostrano però che nel 2024 l’Italia sarà uno degli otto Paesi sui 31 membri dell’alleanza militare che non raggiungerà l’obiettivo del 2 per cento. L’anno scorso quelli che non hanno raggiunto questa soglia sono stati invece 21: dunque, secondo la Nato, 13 Paesi che nel 2023 non avevano centrato l’obiettivo del 2 per cento lo faranno quest’anno.
Legge di Bilancio 2025
Che cosa è finito dentro alla legge di Bilancio per il 2025