Negli anni successivi alla pandemia di COVID-19, in molti Paesi si è discusso di quali strumenti istituzionali fossero più adatti per esaminare le decisioni adottate: commissioni parlamentari, organismi indipendenti, verifiche interne ai governi, audizioni pubbliche.
Nel 2024 in Italia è stata istituita una commissione parlamentare d’inchiesta, formata da 30 tra deputati e senatori. Ha il compito di accertare come sia stata gestita l’emergenza causata dal coronavirus SARS-CoV-2, valutare l’efficacia e la proporzionalità delle misure adottate, verificare spese e appalti per i dispositivi medici (compresi acquisti e contratti per tamponi e vaccini) e ricostruire il ruolo degli organi tecnico-scientifici consultati. La sua creazione è stata appoggiata dai partiti che sostengono il governo e da Italia Viva, mentre i partiti all’opposizione – tra cui il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, che durante la pandemia erano al governo – hanno votato contro, criticando per esempio l’esclusione delle responsabilità regionali dal perimetro dell’inchiesta.
Il 17 agosto, in un’intervista con La Verità, il senatore di Fratelli d’Italia Marco Lisei ha difeso la commissione di cui è presidente sostenendo che non è un caso unico al mondo. «In tutte le democrazie sono state istituite commissioni d’inchiesta sulla COVID-19 e in tutte le democrazie si è acceso il dibattito sulle scelte di quei governi», ha detto. «Basti pensare a quello conservatore di Boris Johnson, nel Regno Unito». È davvero così?
Per rispondere a questa domanda abbiamo passato in rassegna i siti dei Parlamenti di tutti i Paesi dell’Unione europea e di altri Paesi nel mondo, come gli Stati Uniti, incrociando le informazioni trovate con fonti stampa.
È vero che molti Paesi hanno avviato revisioni ufficiali sulla gestione della pandemia, ma non è vero che ciò sia avvenuto «in tutte le democrazie»: diversi Stati non hanno istituito un’inchiesta nazionale con poteri speciali, e in altri casi l’inchiesta è stata governativa e non parlamentare.
Secondo le nostre verifiche, almeno sei Paesi Ue hanno creato commissioni d’inchiesta parlamentari legate alla pandemia, ognuna con le sue peculiarità: la Francia, i Paesi Bassi, la Spagna, la Slovenia, la Lettonia e la Romania. Altri sei Paesi europei non hanno istituito una vera e propria commissione parlamentare d’inchiesta sulla COVID-19, ma hanno creato organismi speciali, con il compito di monitorare o indagare su aspetti limitati della gestione della pandemia. Questi Paesi sono: il Belgio, la Danimarca, l’Irlanda, il Portogallo, la Svezia e la Finlandia.
I Parlamenti di altri tre Paesi – Croazia, Lussemburgo ed Estonia – hanno respinto la creazione di commissioni per indagare sulla gestione della pandemia e sui vaccini contro la COVID-19.
Due casi particolari sono quelli di Germania e Austria. In Germania, a luglio 2025 il Bundestag ha istituito una commissione, composta da deputati ed esperti, con mandato di valutare complessivamente la gestione della pandemia e trarre raccomandazioni: non si tratta, però, di una commissione con veri e propri poteri d’indagine. In Austria, invece, il Parlamento ha respinto l’istituzione di una commissione e ha svolto solo un’inchiesta sull’agenzia per gli aiuti economici legati alla pandemia, limitandosi agli aspetti finanziari della crisi.
Per gli altri Paesi europei non abbiamo trovato prove ufficiali che dimostrino la creazione di commissioni d’inchiesta parlamentari dedicate al COVID‑19. In alcuni casi, comunque, sono state avanzate proposte o avviate indagini giudiziarie.
Fuori dall’Ue, ci sono altri esempi di Paesi in cui sono stati istituiti organismi solo in parte simili alla commissione d’inchiesta sulla pandemia creata dal Parlamento italiano. Per esempio, negli Stati Uniti la Camera dei Rappresentanti ha istituito una sottocommissione, con funzioni investigative, sulla gestione della crisi. In Australia, il governo ha avviato un’indagine indipendente sulla pandemia, e un’iniziativa simile è stata fatta anche in Norvegia.
Nel Regno Unito, due commissioni parlamentari permanenti – non d’inchiesta – hanno condotto un’indagine congiunta per esaminare le politiche pandemiche. È poi in corso un’inchiesta pubblica indipendente, la UK Covid-19 Inquiry, lanciata nel 2022 dal governo britannico per valutare come il Paese ha affrontato la pandemia e quali insegnamenti se ne possano trarre. L’inchiesta è guidata dall’ex giudice Heather Hallet, che può chiedere documenti ufficiali e convocare testimoni sotto giuramento, come ha fatto a dicembre 2023 con l’ex primo ministro Boris Johnson.
Nel 2024 in Italia è stata istituita una commissione parlamentare d’inchiesta, formata da 30 tra deputati e senatori. Ha il compito di accertare come sia stata gestita l’emergenza causata dal coronavirus SARS-CoV-2, valutare l’efficacia e la proporzionalità delle misure adottate, verificare spese e appalti per i dispositivi medici (compresi acquisti e contratti per tamponi e vaccini) e ricostruire il ruolo degli organi tecnico-scientifici consultati. La sua creazione è stata appoggiata dai partiti che sostengono il governo e da Italia Viva, mentre i partiti all’opposizione – tra cui il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, che durante la pandemia erano al governo – hanno votato contro, criticando per esempio l’esclusione delle responsabilità regionali dal perimetro dell’inchiesta.
Il 17 agosto, in un’intervista con La Verità, il senatore di Fratelli d’Italia Marco Lisei ha difeso la commissione di cui è presidente sostenendo che non è un caso unico al mondo. «In tutte le democrazie sono state istituite commissioni d’inchiesta sulla COVID-19 e in tutte le democrazie si è acceso il dibattito sulle scelte di quei governi», ha detto. «Basti pensare a quello conservatore di Boris Johnson, nel Regno Unito». È davvero così?
Per rispondere a questa domanda abbiamo passato in rassegna i siti dei Parlamenti di tutti i Paesi dell’Unione europea e di altri Paesi nel mondo, come gli Stati Uniti, incrociando le informazioni trovate con fonti stampa.
È vero che molti Paesi hanno avviato revisioni ufficiali sulla gestione della pandemia, ma non è vero che ciò sia avvenuto «in tutte le democrazie»: diversi Stati non hanno istituito un’inchiesta nazionale con poteri speciali, e in altri casi l’inchiesta è stata governativa e non parlamentare.
Secondo le nostre verifiche, almeno sei Paesi Ue hanno creato commissioni d’inchiesta parlamentari legate alla pandemia, ognuna con le sue peculiarità: la Francia, i Paesi Bassi, la Spagna, la Slovenia, la Lettonia e la Romania. Altri sei Paesi europei non hanno istituito una vera e propria commissione parlamentare d’inchiesta sulla COVID-19, ma hanno creato organismi speciali, con il compito di monitorare o indagare su aspetti limitati della gestione della pandemia. Questi Paesi sono: il Belgio, la Danimarca, l’Irlanda, il Portogallo, la Svezia e la Finlandia.
I Parlamenti di altri tre Paesi – Croazia, Lussemburgo ed Estonia – hanno respinto la creazione di commissioni per indagare sulla gestione della pandemia e sui vaccini contro la COVID-19.
Due casi particolari sono quelli di Germania e Austria. In Germania, a luglio 2025 il Bundestag ha istituito una commissione, composta da deputati ed esperti, con mandato di valutare complessivamente la gestione della pandemia e trarre raccomandazioni: non si tratta, però, di una commissione con veri e propri poteri d’indagine. In Austria, invece, il Parlamento ha respinto l’istituzione di una commissione e ha svolto solo un’inchiesta sull’agenzia per gli aiuti economici legati alla pandemia, limitandosi agli aspetti finanziari della crisi.
Per gli altri Paesi europei non abbiamo trovato prove ufficiali che dimostrino la creazione di commissioni d’inchiesta parlamentari dedicate al COVID‑19. In alcuni casi, comunque, sono state avanzate proposte o avviate indagini giudiziarie.
Fuori dall’Ue, ci sono altri esempi di Paesi in cui sono stati istituiti organismi solo in parte simili alla commissione d’inchiesta sulla pandemia creata dal Parlamento italiano. Per esempio, negli Stati Uniti la Camera dei Rappresentanti ha istituito una sottocommissione, con funzioni investigative, sulla gestione della crisi. In Australia, il governo ha avviato un’indagine indipendente sulla pandemia, e un’iniziativa simile è stata fatta anche in Norvegia.
Nel Regno Unito, due commissioni parlamentari permanenti – non d’inchiesta – hanno condotto un’indagine congiunta per esaminare le politiche pandemiche. È poi in corso un’inchiesta pubblica indipendente, la UK Covid-19 Inquiry, lanciata nel 2022 dal governo britannico per valutare come il Paese ha affrontato la pandemia e quali insegnamenti se ne possano trarre. L’inchiesta è guidata dall’ex giudice Heather Hallet, che può chiedere documenti ufficiali e convocare testimoni sotto giuramento, come ha fatto a dicembre 2023 con l’ex primo ministro Boris Johnson.