La Corte costituzionale ha respinto un ricorso contro il decreto “Sicurezza”

Era stato presentato da Riccardo Magi (Più Europa), che contestava il metodo usato dal governo
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Il 1° dicembre la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile un ricorso presentato dal deputato e segretario di Più Europa Riccardo Magi contro il decreto “Sicurezza”. Questo decreto, convertito definitivamente in legge lo scorso giugno, ha introdotto nuovi reati e inasprimenti di pena, ed è stato duramente criticato dai partiti all’opposizione, che lo considerano un segnale della deriva autoritaria del governo. 
Secondo Magi, il governo ha fatto ricorso in modo improprio alla decretazione d’urgenza, approvando un decreto-legge di fatto identico a un disegno di legge che era all’esame del Parlamento. In effetti, a novembre 2023 il governo Meloni ha approvato il disegno di legge “Sicurezza”, che poi ha ricevuto il via libera della Camera a settembre 2024. L’esame del testo, però, si è di fatto bloccato in Senato, e questo rallentamento ha spinto il governo a spostare la maggior parte delle misure contenute nel disegno di legge in un decreto-legge, ribattezzato appunto “decreto Sicurezza”.

Alla base del ricorso di Magi c’era anche la tesi secondo cui non esistevano reali condizioni di necessità e urgenza – previste dalla Costituzione per approvare un decreto-legge – che giustificassero l’intervento immediato del governo, che in questo modo ha interrotto e svuotato il dibattito parlamentare in corso da oltre un anno. 

Questa scelta – ha spiegato Magi nel suo ricorso – avrebbe inciso sulla possibilità dei parlamentari di esercitare le loro prerogative costituzionali, dal potere di iniziativa alla partecipazione alla discussione e al voto, compromettendo la funzione legislativa del Parlamento. In più, il decreto ha introdotto nuove disposizioni penali, un ambito in cui, secondo il segretario di Più Europa, sarebbe stato ancor più necessario un confronto parlamentare compiuto, anziché un intervento d’urgenza che, sempre secondo Magi, si è tradotto in un aggiramento del procedimento ordinario.
Nell’ordinanza, la Corte costituzionale ha spiegato che non poteva esaminare il ricorso di Magi per una ragione di metodo: il segretario di Più Europa, come singolo deputato, non era la persona titolata a sollevare questo tipo di contestazione. Per i giudici, infatti, quando si sostiene che il governo abbia limitato la funzione legislativa del Parlamento, la presunta lesione riguarda l’intero Parlamento e non il singolo parlamentare. In casi del genere, quindi, l’organo legittimato a ricorrere sarebbe la camera di appartenenza e non uno dei suoi membri.

I giudici hanno anche sottolineato che Magi non aveva mostrato di aver subito un danno diretto alle proprie prerogative, ricordando che ha comunque partecipato all’esame parlamentare del decreto, presentando anche questioni pregiudiziali poi discusse e respinte dalla Camera. Questo, secondo la Corte, dimostra che il confronto parlamentare non è stato interrotto e che il deputato ha potuto svolgere senza limitazioni il proprio ruolo. Per tutte queste ragioni, il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

Magi ha scritto sui social network di prendere atto «con amarezza» della bocciatura del suo ricorso, ponendo una domanda ai giudici: «Come può appellarsi alla Corte la stessa camera la cui maggioranza ha votato un decreto promosso dal proprio governo? Un deputato di opposizione quindi non può appellarvisi per far rispettare la Costituzione? E a chi dovrebbe far appello se non alla Corte Costituzionale?».

Alla bocciatura del ricorso, però, non consegue automaticamente che tutte le misure del decreto “Sicurezza” rispettino la Costituzione. La Corte costituzionale, infatti, potrà esprimersi su singoli articoli del testo, e stabilire se sono costituzionali o no. Di recente, un giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi ha chiamato in causa la Corte proprio a proposito dell’articolo 18 del decreto “Sicurezza”, che vieta la commercializzazione delle infiorescenze di canapa.

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