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No, l’immigrazione non è al centro dei Consigli europei grazie a Meloni

| 15 gennaio 2025
La dichiarazione
«Da quando si è insediato il governo Meloni [...] l’Europa ha incominciato in tutti gli appuntamenti del Consiglio europeo a porre al primo posto nelle agende di ogni riunione quello della risoluzione del problema migratorio incontrollato e insostenibile»
Fonte: XXI Secolo | 13 gennaio 2025
EPA/ADRIEL PERDOMO
EPA/ADRIEL PERDOMO
Verdetto sintetico
Il ministro dell’Interno ha torto.
In breve
  • Dal 22 ottobre 2022 a oggi si sono tenuti 12 vertici del Consiglio europeo. L’immigrazione compare negli ordini del giorno di sette incontri, ma mai al primo posto. TWEET
Il 13 gennaio, ospite del programma Secolo XXI su Rai 1, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha detto (min. 35:50) che «c’è stato un cambio di paradigma» nella gestione dell’immigrazione da parte dell’Unione europea. Secondo Piantedosi, «da quando si è insediato il governo Meloni», ossia dal 22 ottobre 2022, «l’Europa ha incominciato in tutti gli appuntamenti del Consiglio europeo a porre al primo posto nelle agende di ogni riunione quello della risoluzione del problema migratorio incontrollato e insostenibile».

Abbiamo verificato che cosa dicono i documenti ufficiali: il ministro dell’Interno ha torto e i risultati rivendicati sono esagerati.

Gli incontri del Consiglio europeo

Il Consiglio europeo, attualmente presieduto dal portoghese António Costa, è l’istituzione che riunisce i 27 capi di Stato o di governo degli Stati membri dell’Unione europea (l’Italia è rappresentata dal presidente del Consiglio). Il Consiglio europeo non va confuso con il Consiglio dell’Unione europea (chiamato a volte più semplicemente “Consiglio”), che insieme al Parlamento europeo discute e adotta le leggi comunitarie su proposta della Commissione europea. Il ruolo principale del Consiglio europeo, infatti, è definire le priorità e gli orientamenti politici generali dell’Ue. 
I trattati europei stabiliscono che il Consiglio europeo si deve riunire quattro volte all’anno: di solito queste riunioni si tengono a marzo, giugno, ottobre e dicembre, ma possono essere organizzate riunioni straordinarie e informali.

Prima di ogni riunione del Consiglio europeo, il suo presidente deve presentare un ordine del giorno provvisorio, con l’elenco dei temi su cui si incentrerà il confronto tra i vari capi di Stato e di governo. Di norma, in cima all’ordine del giorno sono indicati gli «scambi di opinioni» con varie autorità internazionali, a cui seguono le singole questioni che saranno trattate nel vertice. L’ordine del giorno deve poi essere approvato all’inizio di ogni riunione del Consiglio europeo e i punti principali discussi ritornano – quasi sempre con la stessa struttura dell’ordine del giorno provvisorio – nelle cosiddette “conclusioni”, approvate dai capi di Stato e di governo al termine dei loro incontri. Queste conclusioni individuano le questioni di interesse trattate negli incontri del Consiglio europeo e definiscono le azioni che l’Ue deve intraprendere per affrontarle e gli obiettivi da raggiungere.

L’immigrazione al Consiglio europeo

Dal 22 ottobre 2022 – giorno dell’insediamento del governo Meloni – a oggi, si sono tenute 12 riunioni del Consiglio europeo, di cui tre straordinarie. Secondo le verifiche di Pagella Politica, in nessun ordine del giorno provvisorio e in nessuna conclusione di questi vertici il tema dell’immigrazione è stato posto in cima all’agenda del Consiglio europeo (qui è disponibile l’elenco con tutte le fonti consultate). 

La guerra in Ucraina è stata messa al primo posto dell’ordine del giorno di 11 riunioni del Consiglio europeo sulle 12 tenutesi dal 22 ottobre 2022 a oggi. Nell’ordine del giorno del Consiglio europeo straordinario del 1° febbraio 2024 l’Ucraina non compare e il tema in cima alla lista è stata la revisione del quadro finanziario pluriennale dell’Ue per il periodo 2021-2027. In ogni caso, all’inizio delle conclusioni del vertice si spiega che con la revisione del bilancio si è deciso, tra le altre cose, proprio di aumentare gli stanziamenti a favore del Paese invaso dalla Russia. Il tema che ha occupato più spesso il secondo posto negli ordini del giorno è stato il Medio Oriente (sette volte), seguito dall’economia (sei volte). 

Il tema dell’immigrazione, invece, è comparso nell’ordine del giorno di sette riunioni del Consiglio europeo: in quelli del 9 febbraio 2023, 29-30 giugno 2023, 26-27 ottobre 2023, 14-15 dicembre 2023, 21-22 marzo 2024, 17 ottobre 2024 e 19 dicembre 2024. Dalle conclusioni dei vertici del Consiglio europeo del 23 marzo 2023 e 27 giugno 2024, risulta che i capi di Stato e di governo hanno parlato di immigrazione, ma tra gli “altri punti” al centro del loro incontro, così come il 1° febbraio 2024 (a proposito del bilancio dell’Ue). Nelle conclusioni dei vertici del 12 dicembre 2022 e del 17-18 aprile 2024 di immigrazione non si è parlato. 

Negli ordini del giorno dei sette vertici del Consiglio europeo in cui è comparso tra i temi in agenda, l’immigrazione è stata messa tre volte al quinto posto; due volte al sesto posto; una volta al quarto posto; e una volta al terzo posto. Dunque non è vero, come dice Piantedosi,  che«da quando si è insediato il governo Meloni» l’Ue «ha incominciato in tutti gli appuntamenti del Consiglio europeo a porre al primo posto nelle agende di ogni riunione quello della risoluzione del problema migratorio». 

Come mostra il grafico, dal 22 ottobre 2022 a oggi l’immigrazione è comunque il secondo tema più presente negli ordini del giorno delle riunioni del Consiglio europeo, a pari merito con il Medio Oriente.

Le esagerazioni di Meloni e Draghi

Non è la prima volta che un esponente del governo esagera i risultati raggiunti dall’Italia sull’immigrazione all’interno del Consiglio europeo. Per esempio, a differenza di quanto ripetuto più volte dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, anche in passato negli incontri del Consiglio europeo tenutisi prima del suo insediamento si è parlato della necessità di trovare una risposta comune europea all’immigrazione, potenziando il controllo delle frontiere. 
Il 23 giugno 2021, l’allora presidente del Consiglio Mario Draghi aveva dichiarato in Parlamento che nell’imminente Consiglio europeo a cui avrebbe partecipato si sarebbe discusso di immigrazione. Questo tema, a detta sua, «non era più all’ordine del giorno del Consiglio europeo» da giugno 2018. «È bastato semplicemente il fatto che io lo chiedessi e l’hanno messa all’ordine del giorno», aveva detto Draghi. Le cose non stavano così: l’immigrazione era stata all’ordine del giorno di almeno due riunioni del Consiglio europeo tenutesi prima che si insediasse il suo governo.

Il verdetto

Secondo Matteo Piantedosi, da quando si è insediato il governo Meloni, l’Unione europea «ha incominciato in tutti gli appuntamenti del Consiglio europeo a porre al primo posto nelle agende di ogni riunione quello della risoluzione del problema migratorio incontrollato e insostenibile». I documenti ufficiali mostrano che il ministro dell’Interno esagera.

Dal 22 ottobre 2022 a oggi si sono tenuti 12 vertici del Consiglio europeo. L’immigrazione compare negli ordini del giorno di sette incontri, ma mai al primo posto.

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