Il fact-checking dell’intervista di Meloni all’Adnkronos

Abbiamo verificato sei dichiarazioni della presidente del Consiglio su riforme, commercio, lavoro e salari
ANSA
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Il 2 maggio l’agenzia di stampa Adnkronos ha pubblicato un’intervista alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Oltre a promettere più fondi contro il calo delle nascite e una riforma strutturale per ridurre il costo dell’energia, la leader di Fratelli d’Italia ha difeso la necessità di dialogare sui dazi con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Ma quanto è stata precisa Meloni nella sua intervista? Dal commercio alle riforme, passando per le carceri, abbiamo controllato sei sue dichiarazioni per vedere se sono tutte corrette oppure no, confrontandole con i fatti e i numeri disponibili.

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La durata del governo

«Il governo che presiedo è già oggi il quinto più longevo della storia repubblicana»

Il conteggio della presidente del Consiglio è corretto.

Il governo Meloni si è insediato il 22 ottobre 2022 e, dunque, è in carica da 924 giorni. Nella storia repubblicana, solo quattro governi hanno governato per più tempo: il secondo governo Berlusconi (1.409 giorni, senza contare quelli in cui è rimasto in carica da dimissionario), il quarto governo Berlusconi (1.283), il governo Craxi (1.058) e il governo Renzi (1.019).

La riforma del premierato

«Il premierato è per me la madre di tutte le riforme. Insieme alla riforma della giustizia, all’autonomia differenziata, alla riforma fiscale è l’impianto riformatore per il quale gli italiani ci hanno votato»

Non è vero, come dice Meloni, che il premierato faceva parte delle riforme promesse nel programma elettorale dei partiti che sostengono il suo governo. Quel programma, infatti, aveva promesso l’elezione diretta del presidente della Repubblica. 

La riforma del premierato propone invece di introdurre in Costituzione l’elezione diretta del presidente del Consiglio. È stata approvata dal Senato a giugno 2024 e al momento è all’esame della Camera (una riforma costituzionale deve essere approvata due volte da entrambe le camere e prima di entrare in vigore può essere sottoposta a referendum).

Il sovraffollamento carcerario

«Il mio intendimento sarebbe di arrivare a 10 mila [posti in più], cioè ai posti medi mancanti [nelle carceri] secondo le statistiche degli ultimi anni»

Nella sua intervista, la presidente del Consiglio ha detto che il governo vuole aumentare di 10 mila il numero di posti negli istituti penitenziari italiani. In effetti, questo numero è in linea con il fabbisogno stimato per colmare l’attuale sovraffollamento, che negli ultimi due anni è cresciuto costantemente.

Al 31 marzo 2025 nelle carceri c’erano circa 62.300 detenuti, 11 mila in più rispetto ai circa 51.300 posti regolamentari. Un anno prima i detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare erano poco meno di 10 mila, e a marzo 2023 circa 5.400.

L’aumento dei salari

«Sono particolarmente fiera del fatto che [sui salari] questo governo sia riuscito a imprimere un cambio di rotta»

Meloni ha rivendicato un «cambio di rotta» sui salari rispetto ai precedenti governi anche in un video pubblicato il 30 aprile sui social network. Su questa dichiarazione – esagerata, alla prova dei fatti – abbiamo pubblicato un articolo di fact-checking.

L’andamento dell’occupazione

«I dati sull’occupazione ci dicono che dall’inizio del nostro governo abbiamo avuto un milione di nuovi posti di lavoro, in gran parte a tempo indeterminato e con un record per l’occupazione femminile»

I dati ISTAT più aggiornati confermano la dichiarazione della presidente del Consiglio. A marzo in Italia c’erano poco più di 24,3 milioni di occupati (in leggero calo rispetto a febbraio), oltre un milione in più rispetto ai circa 23,2 milioni presenti a ottobre 2022, quando si è insediato il governo Meloni.
La crescita degli occupati ha proseguito un trend iniziato dopo la pandemia di COVID-19, prima dell’insediamento dell’attuale governo. E parlare di «posti di lavoro», invece che di occupati, può essere fuorviante. Il concetto di “occupato”, infatti, non coincide del tutto con quello di “posto di lavoro”. Per esempio, per essere considerati occupati da ISTAT non serve aver firmato un contratto. In più, basta anche un’ora di lavoro retribuito nella settimana di riferimento (un criterio usato a livello internazionale, che non falsifica i dati come sostengono erroneamente alcuni).

Tra ottobre 2022 e marzo 2025 il numero degli occupati dipendenti è salito di quasi 900 mila unità: quelli a tempo indeterminato sono aumentati di 1,3 milioni, quelli a tempo determinato sono calati di 400 mila.

In più, è vero che da febbraio il tasso di occupazione femminile tra i 15 e i 64 anni di età è superiore al 54 per cento, una percentuale mai raggiunta da gennaio 2004, ossia da quando sono disponibili le serie storiche di ISTAT (questa percentuale resta comunque la più bassa tra i 27 Paesi dell’Unione europea).

La classifica dell’export

«L’Italia è una delle principali nazioni esportatrici al mondo, e ci giochiamo palmo a palmo con altre importanti nazioni il quarto gradino di Paese esportatore a livello planetario»

Per mesi, Meloni e altri esponenti della maggioranza hanno ripetuto che, durante il suo governo, l’Italia era diventato il quarto Paese esportatore al mondo. Ora sembra aver ridimensionato questo risultato. 

I dati più aggiornati dicono che nel 2024 le esportazioni di merci italiane nel mondo sono leggermente calate nel 2023. Più dell’Italia, hanno esportato sei Paesi: Cina, Stati Uniti, Germania, Paesi Bassi, Giappone e Corea del Sud, che rispetto al 2023 ha sorpassato il nostro Paese in sesta posizione.

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