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Il 3 novembre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha presentato in una conferenza stampa il disegno di legge, approvato dal Consiglio dei ministri, che propone di modificare la Costituzione e inserire l’elezione diretta del presidente del Consiglio (una versione del cosiddetto “premierato”). Rispondendo alle domande dei giornalisti, la leader di Fratelli d’Italia ha difeso la proposta fatta dal suo governo – che dovrà passare l’esame del Parlamento – ribadendo due volte che l’elezione diretta del presidente del Consiglio era contenuta nel programma elettorale della coalizione di centrodestra. «Non stiamo facendo altro rispetto a quello che i cittadini ci hanno chiesto di fare: questi obiettivi erano uno degli elementi portanti del nostro programma elettorale», ha detto Meloni. La presidente del Consiglio ha poi smentito che si dimetterà in caso di sconfitta in un referendum per confermare l’eventuale riforma costituzionale, dicendo: «Ho fatto quello che noi dovevamo fare, ho fatto quello che è scritto nel mio programma. Io sto realizzando quel programma di governo per il quale sono stata votata».
In realtà né il programma della coalizione di centrodestra, né quello di Fratelli d’Italia né quello degli altri partiti che supportano il governo hanno proposto l’elezione diretta del presidente del Consiglio, ma una cosa diversa.
L’accordo quadro di programma per un governo di centrodestra, intitolato “Per l’Italia” e presentato l’11 agosto 2022 da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Noi Moderati, prometteva agli elettori «l’elezione diretta del presidente della Repubblica». Il 26 ottobre 2022, nel suo discorso per ottenere la fiducia del Parlamento, Meloni aveva dichiarato: «Siamo fermamente convinti del fatto che l’Italia abbia bisogno di una riforma costituzionale in senso presidenziale, che garantisca stabilità e restituisca centralità alla sovranità popolare».
Anche il programma elettorale di Fratelli d’Italia difendeva la necessità di approvare una «riforma presidenziale dello Stato» per «assicurare la stabilità governativa e un rapporto diretto tra cittadini e chi guida il governo». Nelle repubbliche presidenziali o semipresidenziali il capo dello Stato è eletto direttamente dai cittadini e detiene il potere esecutivo: nel caso italiano quindi sarebbe il presidente della Repubblica, non del Consiglio. A febbraio 2022 la stessa Meloni aveva promosso una raccolta firme per presentare una proposta di legge di iniziativa parlamentare per l’«elezione diretta del capo dello Stato».
Il 3 novembre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha presentato in una conferenza stampa il disegno di legge, approvato dal Consiglio dei ministri, che propone di modificare la Costituzione e inserire l’elezione diretta del presidente del Consiglio (una versione del cosiddetto “premierato”). Rispondendo alle domande dei giornalisti, la leader di Fratelli d’Italia ha difeso la proposta fatta dal suo governo – che dovrà passare l’esame del Parlamento – ribadendo due volte che l’elezione diretta del presidente del Consiglio era contenuta nel programma elettorale della coalizione di centrodestra. «Non stiamo facendo altro rispetto a quello che i cittadini ci hanno chiesto di fare: questi obiettivi erano uno degli elementi portanti del nostro programma elettorale», ha detto Meloni. La presidente del Consiglio ha poi smentito che si dimetterà in caso di sconfitta in un referendum per confermare l’eventuale riforma costituzionale, dicendo: «Ho fatto quello che noi dovevamo fare, ho fatto quello che è scritto nel mio programma. Io sto realizzando quel programma di governo per il quale sono stata votata».
In realtà né il programma della coalizione di centrodestra, né quello di Fratelli d’Italia né quello degli altri partiti che supportano il governo hanno proposto l’elezione diretta del presidente del Consiglio, ma una cosa diversa.
L’accordo quadro di programma per un governo di centrodestra, intitolato “Per l’Italia” e presentato l’11 agosto 2022 da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Noi Moderati, prometteva agli elettori «l’elezione diretta del presidente della Repubblica». Il 26 ottobre 2022, nel suo discorso per ottenere la fiducia del Parlamento, Meloni aveva dichiarato: «Siamo fermamente convinti del fatto che l’Italia abbia bisogno di una riforma costituzionale in senso presidenziale, che garantisca stabilità e restituisca centralità alla sovranità popolare».
Anche il programma elettorale di Fratelli d’Italia difendeva la necessità di approvare una «riforma presidenziale dello Stato» per «assicurare la stabilità governativa e un rapporto diretto tra cittadini e chi guida il governo». Nelle repubbliche presidenziali o semipresidenziali il capo dello Stato è eletto direttamente dai cittadini e detiene il potere esecutivo: nel caso italiano quindi sarebbe il presidente della Repubblica, non del Consiglio. A febbraio 2022 la stessa Meloni aveva promosso una raccolta firme per presentare una proposta di legge di iniziativa parlamentare per l’«elezione diretta del capo dello Stato».