Il fact-checking di Meloni ad Atreju

Abbiamo verificato undici dichiarazioni della presidente del Consiglio alla manifestazione di Fratelli d’Italia. In alcuni casi ha detto la verità, in altri no
ANSA/FABIO CIMAGLIA
ANSA/FABIO CIMAGLIA
È iniziata la Pagella Cup 2023. Dieci politici, un solo vincitore: vota qui qual è stata la dichiarazione più scorretta che abbiamo verificato quest’anno.

Domenica 17 dicembre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha tenuto il discorso conclusivo ad Atreju, la manifestazione organizzata a Roma da Fratelli d’Italia. 

Dall’economia al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), dai rave party alla legge di Bilancio, abbiamo verificato undici dichiarazioni di Meloni, che in alcuni casi non ha detto la verità o è stata fuorviante.

I consensi del governo

«A più di un anno di distanza dall’avvio del governo il nostro consenso è cresciuto rispetto alle elezioni dello scorso anno» (min. 17:06)

È vero. Secondo i sondaggi condotti nel mese di novembre, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia raccolgono insieme il 45,6 per cento dei consensi. Alle elezioni politiche del 25 settembre questi tre partiti hanno preso insieme quasi il 44 per cento dei voti.

La crescita della borsa

«Piazza Affari è cresciuta in questo periodo di quasi il 40 per cento. Ha fatto registrare in questo anno la migliore performance dell’intera Europa» (min. 22:21)

Non è chiaro a che cosa faccia riferimento Meloni quando dice «in questo periodo». In ogni caso dall’inizio dell’anno l’indice FTSE MIB di Milano è cresciuto del 28 per cento, una crescita più alta rispetto a quella delle altre principali borse europee. Dal 1° gennaio 2023 a oggi il CAC 40 francese ha registrato un +16 per cento, il DAX tedesco un +21 per cento, l’IBEX 35 spagnolo un +23 per cento e il FTSE 100 inglese un +1 per cento.

L’andamento dello spread

«Lo spread è attualmente stabile sotto la soglia dei 170 punti base, 60 punti in meno rispetto a quando questo governo si è insediato»  (min. 22:51)

Lo spread indica la differenza tra il rendimento dei Btp, ossia i titoli di Stato italiani con scadenza a 10 anni, e quello dei suoi corrispettivi tedeschi, i Bund. Semplificando, un aumento dello spread è di norma interpretato come un peggioramento della fiducia nei titoli di Stato italiani da parte degli investitori, mentre un calo dello spread è letto come un aumento di fiducia.

Il 15 dicembre il valore dello spread era intorno ai 170 punti base, ossia c’era una differenza dell’1,70 per cento tra il rendimento dei titoli italiani e quelli tedeschi. Come mostra il Grafico 1, nelle settimane precedenti lo spread non è mai stato stabilmente sotto i 170 punti base, ma sotto i 180.
Grafico 1. Andamento dello spread negli ultimi sei mesi – Fonte: Il Sole 24 Ore
Grafico 1. Andamento dello spread negli ultimi sei mesi – Fonte: Il Sole 24 Ore

Le rate del Pnrr

«Stiamo prendendo la quarta rata e siamo la prima nazione d’Europa a prenderla» (min. 24:02)

È vero: di recente la Commissione europea ha dato il suo via libera preliminare all’erogazione della quarta rata del Pnrr italiano, che ha un valore pari a 16,5 miliardi di euro (per l’erogazione effettiva mancano comunque alcuni passaggi). L’Italia è la prima tra i Paesi europei a raggiungere questo traguardo, ma questo non significa che l’Italia sia il Paese più avanti nell’attuazione del proprio Pnrr. Non tutti gli Stati membri, infatti, hanno concordato l’erogazione dei fondi europei in dieci rate come ha fatto l’Italia. Se si guarda poi alla percentuale di obiettivi raggiunti, almeno altri tre Paesi sono al nostro livello di attuazione: la Spagna (che ha il secondo piano per valore assoluto), la Danimarca e il Lussemburgo (che hanno piani più piccoli).

Il record dell’occupazione

«I dati del mercato del lavoro hanno fatto registrare una serie di record. Secondo l’Istat il tasso di occupazione è salito al 61,8 per cento, un livello che non si era mai registrato prima» (min. 27:40)

Secondo i dati più aggiornati di Istat, a ottobre il tasso di occupazione in Italia nella fascia tra i 15 e i 64 anni di età era pari al 61,8 per cento, la percentuale più alta da quando ci sono le serie storiche mensili (questa percentuale resta comunque la più bassa tra i Paesi dell’Unione europea, insieme alla Grecia).

Come abbiamo spiegato in altri fact-checking, il miglioramento dei dati sull’occupazione non è però iniziato con il governo Meloni, ma è in atto da tempo, almeno dall’inizio del 2021. Già durante il governo Draghi, in vari mesi erano stati raggiunti primati, poi aumentati ancora durante il governo Meloni.

Le misure sulle buste paga

«Loro i soldi non li mettevano come facciamo noi per aumentare le buste paga. Loro li mettevano sul reddito di cittadinanza» (min. 29:58)

Questa critica di Meloni è scorretta. Finora il suo governo ha finanziato il taglio del cuneo fiscale prima con la legge di Bilancio per il 2023, poi con il decreto “Lavoro” approvato a maggio. Con la nuova legge di Bilancio per il 2024, ora all’esame del Parlamento, il taglio del cuneo fiscale introdotto dal governo Meloni sarà riconfermato per il prossimo anno.

Ma anche i due precedenti governi, che hanno mantenuto il reddito di cittadinanza introdotto nel 2019, hanno approvato misure per aumentare il netto in busta paga per i lavoratori. Nel 2020 il secondo governo Conte ha aumentato il “bonus Renzi” da 80 euro ed esteso la platea dei beneficiari. Il governo Draghi ha introdotto un taglio del cuneo fiscale, seppure più contenuto rispetto a quello del governo Meloni, e ha ridotto il numero delle aliquote Irpef da cinque a quattro.

Gli effetti del taglio del cuneo fiscale

«Confindustria e altri autorevoli istituti di ricerca dicono che stiamo mettendo 1.400 euro in più all’anno nelle tasche degli italiani» (min. 31:30)

Qui la presidente del Consiglio ha fatto riferimento a una stima citata da Confindustria il 13 novembre in un’audizione in Parlamento. Secondo la principale organizzazione rappresentativa delle industrie italiane, nel 2024 il rinnovo del taglio del cuneo fiscale e l’ulteriore riduzione del numero delle aliquote Irpef da quattro a tre, voluta dal governo Meloni, porterà un «beneficio annuo tra i 560 e i 1.400 euro per i lavoratori con reddito compreso tra i 9 mila e i 35 mila euro annui». 

Dunque, parlando del taglio del cuneo fiscale, la presidente del Consiglio ha indicato il valore più alto nella forbice sulle stime dei benefici generati non solo dal taglio del cuneo fiscale, ma anche dalla revisione dell’Irpef. In ogni caso va sottolineato che la gran parte di questi soldi «in più» sono quelli che in questi mesi i lavoratori con una retribuzione fino a 35 mila euro annui hanno già preso grazie al taglio del cuneo fiscale, che ora sarà rinnovato per il prossimo anno. 

Nelle scorse settimane sono poi state pubblicate altre stime. Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, un organismo indipendente che vigila sui conti pubblici, il beneficio netto massimo generato dall’unione del taglio del cuneo fiscale e dalla revisione dell’Irpef sarà pari a «circa 1.350 euro» e lo otterranno i lavoratori con un reddito pari a 31.700 euro annui. Il beneficio si ridurrà con il calare del reddito, rimanendo costante a 260 euro superati i 35 mila euro (oltre questa fascia non si applica più il taglio del cuneo fiscale, ma solo la revisione delle aliquote Irpef).

Il costo del Superbonus

«[Il Superbonus è costato] l’equivalente dei soldi che lo Stato spende un anno intero per tutto il sistema sanitario» (min. 32:30)

Secondo i dati più aggiornati dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), al 30 novembre 2023 il totale delle detrazioni maturate con il Superbonus per i lavori conclusi aveva raggiunto quasi i 90 miliardi di euro, una cifra più bassa rispetto ai «140 miliardi di euro» indicati ad Atreju dalla presidente del Consiglio. A questa cifra si arriva considerando anche gli altri bonus edilizi, tra cui il “bonus Facciate”, a cui è stato possibile fare ricorso con lo strumento della cessione del credito, come per il Superbonus. 

Secondo le stime del governo, quest’anno la spesa sanitaria in Italia si aggirerà intorno ai 135 miliardi di euro, da qui il confronto fatto da Meloni con il peso del Superbonus (e dei bonus edilizi).

Le truffe del Superbonus

«Ci sono ogni giorno notizie di centinaia di milioni di truffe realizzate grazie al Superbonus» (min. 33:48)

Questa dichiarazione di Meloni è esagerata: se ci fossero ogni giorno truffe per il Superbonus con un valore pari a «centinaia di milioni» di euro, vorrebbe dire che in poche settimane le truffe sarebbero pari a decine di miliardi di euro. I numeri, sebbene siano alti, non sono così elevati come lasciato intendere dalla presidente del Consiglio. 

Secondo i dati più aggiornati, dal 2020 in poi i crediti d’imposta irregolari, oggetto di indagini e sequestri relativi non solo al Superbonus, ma a tutti i bonus edilizi, hanno raggiunto un valore pari a circa 12 miliardi di euro. L’Agenzia delle Entrate ha spiegato in passato che il Superbonus pesa su questa cifra per una piccola percentuale.

Le norme sui rave party

«Nell’ultimo anno non c’è stato neanche un rave party illegale in Italia» (min. 38:10)

Non è vero: nel 2023 in Italia sono stati organizzati vari rave party illegali, come abbiamo mostrato in un altro fact-checking. Alla fine di ottobre 2022, nel suo primo decreto-legge, il governo Meloni ha introdotto un nuovo reato per punire chi organizza rave party, invadendo proprietà altrui e mettendo a rischio la salute o l’incolumità pubblica.

Le novità sugli sgomberi

«Abbiamo anche modificato la legge sugli sgomberi e introdotto il principio che la polizia può sgomberare l’immobile illegalmente occupato immediatamente, senza attendere la convalida del giudice che si può ottenere successivamente» (min. 39:07)

Con questa dichiarazione Meloni dà per fatto un provvedimento che non è ancora stato approvato definitivamente. Il 16 novembre il governo ha annunciato con un comunicato stampa di aver approvato durante un Consiglio dei ministri un nuovo disegno di legge con alcune novità in materia di sicurezza pubblica. Tra queste c’è «una procedura volta a consentire a chi ne ha titolo il rapido rientro in possesso dell’immobile occupato, con provvedimento del giudice nei casi ordinari e, quando l’immobile sia l’unica abitazione del denunciante, con intervento immediato della polizia giudiziaria, successivamente convalidato dall’autorità giudiziaria». 

Ma ora il provvedimento dovrà essere esaminato dal Parlamento e approvato da Camera e Senato prima di diventare ufficialmente legge.

È iniziata la Pagella Cup 2023. Dieci politici, un solo vincitore: vota qui qual è stata la dichiarazione più scorretta che abbiamo verificato quest’anno.

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