È difficile che i ministri Nordio e Piantedosi siano processati per il caso Almasri

La Camera dovrà decidere anche sul sottosegretario Mantovano, ma i partiti che sostengono il governo possono contare sulla maggioranza dei deputati
ANSA
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Il 5 agosto il Tribunale dei ministri ha inviato alla Camera dei deputati una richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio e di quello dell’Interno Matteo Piantedosi, insieme al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. I tre esponenti del governo Meloni sono indagati per i reati di omissione di atti d’ufficio, favoreggiamento e peculato per il rilascio del capo della polizia giudiziaria libica Njeem Osama Almasri Habish, meglio conosciuto come Almasri. Tra il 19 e il 21 gennaio scorsi, Almasri era stato arrestato e rilasciato in poche ore dalle autorità italiane, sebbene su di lui pendesse un mandato di arresto internazionale spiccato dalla Corte penale internazionale (CPI) il 18 gennaio.
Finora, oltre a Nordio, Piantedosi e Mantovano, era indagata pure la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Come però ha anticipato lei stessa sui social network il 4 agosto, il Tribunale dei ministri ha chiesto l’archiviazione di Meloni e quindi la fine delle indagini nei suoi confronti. Il Tribunale dei ministri è una sezione specializzata del tribunale ordinario competente per i reati commessi dal presidente del Consiglio e dai ministri nell’esercizio delle loro funzioni. Secondo quanto riferito da Meloni, il Tribunale dei ministri ha ritenuto che la presidente del Consiglio non sia stata informata della decisione su Almasri e non abbia concorso alla sua scarcerazione. Sui social network, Meloni si è comunque assunta la responsabilità della decisione, sostenendo che il governo «agisce in modo coeso» sotto la sua guida.

Adesso spetterà alla Camera decidere se mandare effettivamente a processo Nordio, Piantedosi e Mantovano per il caso Almasri. La richiesta di autorizzazione a procedere del Tribunale dei ministri dovrà essere esaminata entro 30 giorni dalla Giunta per le autorizzazioni, l’organo della Camera che svolge un primo esame sulle richieste di avviare un processo e sui provvedimenti che limitino la libertà personale dei deputati. La Giunta per le autorizzazioni della Camera si esprime anche sui casi riguardanti i ministri che ricoprono il ruolo di deputati, come per l’appunto Nordio, che è stato eletto nel 2022 con Fratelli d’Italia. Al contrario, se un ministro non è parlamentare, la prassi prevede che sia giudicato dalla Giunta delle elezioni e le immunità parlamentari del Senato.

Nel caso dell’indagine su Nordio, Piantedosi e Mantovano, però, il discorso è diverso. «I tre esponenti del governo sono indagati nella stessa vicenda, le loro posizioni sono legate tra loro, e per questo il Tribunale dei ministri ha deciso di incaricare solo la Camera di valutare la loro situazione», ha spiegato a Pagella Politica il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Devis Dori, presidente della Giunta per le autorizzazioni della Camera.

Secondo il regolamento della Camera la Giunta per le autorizzazioni ha tre possibilità: può ritenere di non essere competente a giudicare il caso, rimandando gli atti all’autorità giudiziaria; può negare l’autorizzazione a procedere, oppure può approvarla. La Giunta per le autorizzazioni può decidere di non essere competente su un caso se ritiene che il ministro in questione abbia compiuto le azioni per cui è accusato al di fuori delle sue funzioni. In questo caso, la Giunta chiede all’aula di votare su questa decisione. Se l’aula vota a favore e la conferma, il procedimento passa alla giurisdizione ordinaria, ossia la magistratura che indaga per tutti i reati non riguardanti speciali categorie di persone, come per l’appunto gli esponenti del governo.

Al di là di questo caso, la Giunta per le autorizzazioni può esprimere un parere favorevole oppure contrario all’autorizzazione a procedere. In caso di parere favorevole, l’autorizzazione a procedere viene convalidata senza dover passare per un voto dell’aula della Camera. Al contrario, se la giunta esprime parere contrario all’autorizzazione, la decisione finale passa all’aula della Camera. In questo caso, l’aula della Camera dovrà eventualmente votare sulla richiesta di negare il processo per Nordio, Piantedosi e Mantovano. Se almeno il 50 per cento più uno dei deputati vota per negare l’autorizzazione a procedere, l’autorizzazione è respinta, altrimenti si considera approvata e i tre esponenti del governo dovranno andare a processo.

Al momento, è improbabile che la Giunta per le autorizzazioni possa esprimere parere favorevole al processo per Nordio, Piantedosi e Mantovano. La giunta è composta da 21 deputati, di cui 13 fanno parte dei partiti che sostengono il governo Meloni. Con tutta probabilità, dunque, la Giunta per le autorizzazioni negherà l’autorizzazione a procedere e chiederà all’aula di esprimersi. Anche in questo caso, salvo sorprese, è probabile che l’aula della Camera confermerà di non mandare a processo i tre esponenti del governo. La maggioranza di centrodestra composta da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Noi Moderati può contare infatti sul voto di 242 deputati su 400.

Il 6 agosto l’Ufficio di Presidenza della Giunta per le autorizzazioni della Camera ha stabilito i tempi dell’esame dei documenti inviati dal Tribunale dei ministri. Dori ha spiegato che l’esame si concluderà entro la fine di settembre e consisterà in almeno cinque sedute da parte della Giunta per le autorizzazioni. Durante le sedute saranno chiamati a spiegare la loro posizione Nordio, Piantedosi e Mantovano, e alla fine la Giunta preparerà una relazione destinata all’aula della Camera, che potrebbe esprimersi entro ottobre.

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