Negli ultimi giorni sta facendo molto discutere il primo decreto-legge del governo Meloni, approvato il 31 ottobre, che, tra le altre cose, ha introdotto un nuovo reato contro chi organizza e partecipa ai rave party illegali. I trasgressori rischiano di essere puniti con una multa da mille a 10 mila euro e dai tre ai sei anni di reclusione. Il 1° novembre, in un’intervista con il Corriere della Sera, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato che l’obiettivo di questa norma è quella di «allineare» l’Italia «alla legislazione degli altri Paesi europei». In passato, anche l’ex ministra dell’Interno Luciana Lamorgese aveva detto che fuori dall’Italia le regole contro i rave party sono «più severe».
Le cose però non stanno così: in base alle verifiche di Pagella Politica, nessuno degli altri quattro grandi Paesi europei (Francia, Regno Unito, Germania e Spagna) prevede pene così dure come quelle introdotte dal governo Meloni. Nei Paesi dove ci sono norme specifiche contro i rave, queste sono inoltre più dettagliate e precise rispetto a quelle presenti nel decreto-legge appena approvato dal governo italiano.
Le cose però non stanno così: in base alle verifiche di Pagella Politica, nessuno degli altri quattro grandi Paesi europei (Francia, Regno Unito, Germania e Spagna) prevede pene così dure come quelle introdotte dal governo Meloni. Nei Paesi dove ci sono norme specifiche contro i rave, queste sono inoltre più dettagliate e precise rispetto a quelle presenti nel decreto-legge appena approvato dal governo italiano.