L’introduzione di un nuovo reato contro i raduni illegali, approvata dal governo Meloni con un decreto-legge, ha creato molte polemiche, in particolare per l’ambiguità del testo e l’eccessiva severità delle pene se confrontate con quelle in vigore in altri Paesi europei. Da tempo, però, vari politici chiedevano di introdurre maggiori restrizioni contro i rave party, sostenendo che questo tipo di feste si tenesse perlopiù in Italia. Su questa linea si è espresso anche il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che il 3 novembre, in un’intervista con La Stampa, ha dichiarato che il provvedimento del governo è «giusto» perché «l’Italia non può essere il Bengodi dove vengono a fare i rave da tutta Europa».
Vista la natura illegale del fenomeno, non esistono statistiche ufficiali a livello europeo su dove siano più frequenti e partecipati i rave party. È certo però che non è vero che questo tipo di eventi si tenga solo nel nostro Paese. Sono molti, infatti, i casi recenti di raduni organizzati e in alcuni casi sgomberati in giro per l’Europa.
Vista la natura illegale del fenomeno, non esistono statistiche ufficiali a livello europeo su dove siano più frequenti e partecipati i rave party. È certo però che non è vero che questo tipo di eventi si tenga solo nel nostro Paese. Sono molti, infatti, i casi recenti di raduni organizzati e in alcuni casi sgomberati in giro per l’Europa.