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Salvini è fuorviante sul taglio del cuneo fiscale

| 02 novembre 2023
La dichiarazione
«Dal 1° gennaio grazie a questa manovra 14 milioni di lavoratori e lavoratrici, che guadagnano fino a 35 mila euro all’anno, avranno una busta paga più ricca»
Fonte: Non stop news – Rtl 102.5 | 2 novembre 2023
ANSA/LUCA ZENNARO
ANSA/LUCA ZENNARO
Verdetto sintetico
Il messaggio del segretario della Lega è fuorviante.
In breve
  • Il disegno di legge di Bilancio, ora all’esame del Senato, propone di rinnovare per il prossimo anno il taglio del cuneo fiscale già in vigore per quest’anno per chi ha una retribuzione annua fino a 35 mila euro. TWEET
  • Dunque non è vero che nel 2024 i lavoratori che sono dentro a questa fascia prenderanno una «busta paga più ricca» rispetto al 2023, ma con lo stesso taglio. TWEET
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Il 2 novembre, ospite a Non stop news su Rtl 102.5, il segretario della Lega Matteo Salvini ha difeso il disegno di legge di Bilancio per il 2024, presentato tre giorni prima dal governo in Senato. Tra le altre cose il vicepresidente del Consiglio ha detto (min. 6:18) che grazie alla nuova legge di Bilancio dal 1° gennaio 2024 «14 milioni» di lavoratori con una retribuzione fino a 35 mila euro l’anno «avranno una busta paga più ricca». 

Abbiamo verificato se le parole di Salvini sono supportate dai fatti oppure no: il messaggio del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti è fuorviante.

Il rinnovo del taglio del cuneo fiscale

Il disegno di legge di Bilancio per il 2024 è ora all’esame del Senato e per diventare legge dovrà essere approvato entro la fine dell’anno anche dalla Camera. Il testo prevede (art. 5) di prorogare per il prossimo anno il taglio temporaneo del cuneo fiscale introdotto per il 2023 dal governo Meloni, ampliando quello già deciso dal governo Draghi. Il cosiddetto “cuneo fiscale” è la differenza tra il salario lordo e quello netto percepito in busta paga da un lavoratore ed è composto da varie voci, tra cui le imposte sul lavoro e i contributi previdenziali, che sono a carico del lavoratore e del datore di lavoro.

Con la legge di Bilancio per il 2022 il governo Draghi aveva tagliato, solo per quell’anno, di 0,8 punti percentuali il cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti con una retribuzione annua fino a 35 mila euro. Con il decreto “Aiuti-bis” il governo Draghi aveva poi aumentato, sempre temporaneamente, il taglio fino al 2 per cento per la seconda metà del 2022. Con la legge di Bilancio per il 2023 il governo Meloni ha rinnovato questo taglio del 2 per cento, portandolo al 3 per cento per i lavoratori con una retribuzione annua fino ai 25 mila euro. Con il decreto “Lavoro”, approvato lo scorso maggio, solo per quest’anno il taglio è stato aumentato rispettivamente al 6 per cento e al 7 per cento. E ora entra in gioco la legge di Bilancio per il 2024, che nelle intenzioni del governo Meloni rinnoverà questo taglio anche per il 2024. Il costo stimato di questa misura è di quasi 10 miliardi di euro

Secondo i dati contenuti nella relazione annuale 2023 dell’Inps, presentata a settembre, il numero dei beneficiari del taglio del cuneo fiscale è di circa 14 milioni di lavoratori (pag. 244), il dato indicato da Salvini. La dichiarazione del segretario della Lega è però fuorviante: lui parla di una «busta paga più ricca» per una platea di lavoratori a partire dal 2024. In realtà, come abbiamo visto, chi ha una retribuzione fino a 35 mila euro avrà in più in busta paga quello che ha già percepito in più durante quest’anno. 

I benefici del taglio del cuneo fiscale cambiano a seconda di quanto guadagna un lavoratore: per esempio per chi ha una retribuzione annua di 35 mila euro il netto in busta paga può aumentare fino a 100 euro. In ogni caso il taglio non riguarda la tredicesima, ma solo 12 mensilità, e ha come conseguenza l’aumento della base imponibile dei lavoratori, su cui è calcolato il valore dell’Irpef da versare allo Stato. In concreto, la riduzione dei contributi ha come controindicazione in alcuni casi un aumento, seppur leggero, dell’Irpef.

La revisione dell’Irpef

Proprio per quanto riguarda l’imposta sui redditi delle persone fisiche potrebbero esserci presto novità. Il 16 ottobre il Consiglio dei ministri ha approvato «in via preliminare», quindi non ancora in via definitiva, il primo decreto legislativo per attuare la legge delega per la riforma del fisco, approvata ad agosto dal Parlamento. Il testo ufficiale non è quindi ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. L’obiettivo del governo è ridurre – anche qui temporaneamente, solo per il 2024 – da quattro a tre gli scaglioni di reddito e le corrispondenti aliquote dell’Irpef. Più nel dettaglio la proposta del governo è accorpare i primi due scaglioni, mettendo un’unica aliquota pari al 23 per cento per i redditi fino a 28 mila euro.  

Come ha spiegato di recente il sito lavoce.info, specializzato in questioni economiche, il taglio del cuneo fiscale comporterà un aumento dell’Irpef «solo in parte compensato dalla riduzione dell’imposta determinata dalla riforma fiscale». La revisione dell’Irpef riguarderà comunque tutti i contribuenti, con benefici diversi a seconda delle fasce di reddito, e non solo i lavoratori dipendenti che già beneficiano del taglio del cuneo fiscale, ossia la misura a cui ha fatto riferimento Salvini.

Il verdetto

Secondo Matteo Salvini dal 1° gennaio grazie alla nuova legge di Bilancio «14 milioni di lavoratori e lavoratrici, che guadagnano fino a 35 mila euro all’anno, avranno una busta paga più ricca». Abbiamo verificato e il segretario della Lega è fuorviante.

Il disegno di legge di Bilancio, ora all’esame del Senato, propone di rinnovare per il prossimo anno il taglio del cuneo fiscale già in vigore per quest’anno per chi ha una retribuzione annua fino a 35 mila euro. Dunque non è vero che nel 2024 i lavoratori che sono dentro a questa fascia prenderanno una «busta paga più ricca» rispetto al 2023, ma con lo stesso taglio.

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