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No, il decreto “Lavoro” non porta 100 euro in media in più in busta paga

| 15 maggio 2023
La dichiarazione
«[Il decreto “Lavoro” porta] un incremento medio di 100 euro in busta paga fino a fine anno»
Fonte: Quotidiano Nazionale | 11 maggio 2023
ANSA
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Verdetto sintetico
La ministra del Lavoro e delle Politiche sociali esagera.
In breve
  • Secondo le simulazioni del Sole 24 Ore, tra luglio e dicembre di quest’anno chi ha una retribuzione lorda annua di 10 mila euro avrà circa 24 euro in più al mese in busta paga grazie al decreto “Lavoro”, cifra che arriva a 60 euro per chi ha una retribuzione annua di 35 mila euro. TWEET
  • Se si somma al taglio del cuneo fiscale del decreto “Lavoro” anche quello dell’ultima legge di Bilancio, si arriva a un beneficio mensile di quasi 43 euro in più in busta paga per chi ha uno stipendio di 10 mila euro e a un beneficio di oltre 93 euro per chi ha uno stipendio di 35 mila euro. TWEET
  • Se si prende solo il taglio del cuneo fiscale del decreto “Lavoro”, in media il beneficio mensile è di circa 42 euro. Se si considerano entrambi i tagli, il beneficio medio è di circa 68 euro al mese. TWEET
L’11 maggio, in un’intervista con il Quotidiano Nazionale, la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Elvira Calderone ha annunciato che il suo governo vuole rendere «strutturale» un taglio del cuneo fiscale del 5 per cento. Calderone ha aggiunto che il governo è intervenuto «due volte in sei mesi su questo fronte, da ultimo con un incremento medio di 100 euro in busta paga fino a fine anno».

Abbiamo verificato e la ministra del Lavoro esagera i benefici delle misure del suo governo.

Gli aumenti in busta paga

Il cosiddetto “cuneo fiscale” è la differenza tra il salario lordo e quello netto percepito in busta paga e comprende varie voci, come le imposte sul lavoro e i contributi previdenziali, che sono a carico del lavoratore e del datore di lavoro.

Con il decreto “Lavoro”, approvato il 1° maggio e ora all’esame del Senato, il governo Meloni ha aumentato temporaneamente di 4 punti percentuali, per i mesi tra luglio e dicembre di quest’anno, il taglio dei contributi previdenziali già stabilito con la legge di Bilancio per il 2023. Quest’ultima ha rifinanziato per quest’anno il taglio del 2 per cento introdotto temporaneamente nel 2022 dal governo Draghi per i redditi fino a 35 mila euro, alzando al 3 per cento il taglio per chi guadagna fino a 25 mila euro l’anno. Nella seconda metà del 2023, grazie al decreto “Lavoro”, il taglio per queste due fasce di reddito salirà rispettivamente al 6 per cento e al 7 per cento.

In questi giorni alcuni quotidiani hanno pubblicato varie simulazioni per stimare quali saranno in concreto i benefici in busta paga generati dal taglio del cuneo fiscale finanziato con il decreto “Lavoro”. Per esempio il 5 maggio Il Sole 24 Ore ha pubblicato un articolo, intitolato “Gli aumenti complessivi in busta paga compresi tra 257 a 561 euro in sei mesi”, basato sulle simulazioni realizzate per il giornale dallo studio di consulenza De Fusco Labour & Legal. Secondo Il Sole 24 Ore, per i lavoratori con una retribuzione lorda annua di 10 mila euro il decreto “Lavoro” porterà circa 24 euro in più in busta paga al mese, tra luglio e dicembre 2023, mentre chi ha una retribuzione di 35 mila euro vedrà aumentare il netto di oltre 60 euro. Prendendo gli estremi delle fasce di reddito interessate dal nuovo provvedimento del governo Meloni, siamo dunque lontani dall’«incremento medio di 100 euro in busta paga fino a fine anno» rivendicato da Calderone.

Molto probabilmente, però, la ministra del Lavoro ha voluto fare riferimento alla somma tra i benefici del decreto “Lavoro” e quelli del taglio del cuneo fiscale già contenuto nella legge di Bilancio per il 2023. Sommando i due provvedimenti si va da un beneficio di quasi 43 euro in più in busta paga per chi ha uno stipendio di 10 mila euro a oltre 93 euro per chi ha uno stipendio di 35 mila euro. Moltiplicando questi numeri per i sei mesi in cui sarà in vigore il nuovo taglio temporaneo, si ottengono benefici in busta paga tra i 257 euro e i 561 euro circa, le due cifre che compaiono nel titolo dell’articolo del Sole 24 Ore.

Ricapitolando: ai «100 euro» in più in busta paga si arriva al massimo – e non in media – per chi ha la retribuzione più alta a cui si applica il taglio del cuneo fiscale del decreto “Lavoro”, sommato però a quello già contenuto nell’ultima legge di Bilancio. Se si prende solo il taglio del cuneo fiscale del decreto “Lavoro”, in media il beneficio mensile è di circa 42 euro. Se si considerano entrambi i tagli, il beneficio medio è di circa 68 euro al mese.

Il verdetto

Secondo Marina Elvira Calderone, il governo Meloni è intervenuto due volte per tagliare il cuneo fiscale, «da ultimo con un incremento medio di 100 euro in busta paga fino a fine anno». Le stime a disposizione dicono che la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali esagera.

Secondo Il Sole 24 Ore, tra luglio e dicembre di quest’anno chi ha una retribuzione lorda annua di 10 mila euro avrà circa 24 euro in più al mese in busta paga grazie al decreto “Lavoro”, cifra che arriva a 60 euro per chi ha una retribuzione annua di 35 mila euro. Se si somma al taglio del cuneo fiscale del decreto “Lavoro” anche quello dell’ultima legge di Bilancio, si arriva a un beneficio mensile di quasi 43 euro in più in busta paga per chi ha uno stipendio di 10 mila euro e a un beneficio di oltre 93 euro per chi ha uno stipendio di 35 mila euro.

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