Come è messa l’Italia nella partecipazione politica delle donne

Dal numero di elette in Parlamento a quelle nei consigli comunali e regionali, passando per le esponenti al governo e le sindache, ecco che cosa dicono i numeri
ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI
ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI
In concomitanza con la Giornata internazionale della donna, che si celebra l’8 marzo, la Camera dei deputati ha pubblicato un dossier sulla partecipazione delle donne alla vita politica e istituzionale del Paese.  

Dal numero di elette in Parlamento a quelle nei consigli comunali e regionali, passando per le esponenti al governo e le sindache, abbiamo raccolto i numeri più significativi.

Le donne elette in Parlamento

Nella storia dell’Italia repubblicana la percentuale di donne elette in Parlamento è aumentata nel corso delle varie legislature, seppure a fasi alterne. Dalla prima legislatura, iniziata a maggio 1948, fino alla nona, terminata a luglio 1987, il numero di donne elette alla Camera è sempre rimasto sotto il 10 per cento. Le senatrici hanno invece superato il 10 per cento dei membri del Senato a partire dalla quindicesima legislatura, ossia da aprile 2006. 

La percentuale più alta di donne elette in Parlamento è stata registrata nella scorsa legislatura, la diciottesima, iniziata a marzo del 2018. Alle elezioni politiche del 2018, infatti, le donne elette alla Camera sono state 225 su un totale di 630 deputati (il 35,7 per cento), mentre le senatrici sono state 109 su un totale di 315 senatori (34,9 per cento). Come avevamo verificato in un nostro approfondimento dopo le elezioni politiche del 25 settembre 2022, in questa legislatura – la diciannovesima dal 1948 a oggi – la percentuale di parlamentari donne è calata lievemente sia alla Camera (32,5 per cento) sia al Senato (34,5) rispetto a quella precedente. A causa dell’uso delle pluricandidature in più collegi e dei meccanismi di assegnazione dei seggi, la rappresentanza femminile in Parlamento è quindi più bassa rispetto alla soglia del 40 per cento fissata dalla legge elettorale per la presentazione delle liste dei candidati.

Le cariche di presidente

La carica di presidente della Camera è stata ricoperta da una donna in cinque legislature sulle diciannove totali: tre volte da Nilde Iotti (Partito comunista italiano), una volta da Irene Pivetti (Lega Nord) e una volta da Laura Boldrini, attuale deputata del Partito democratico. Tra marzo 2018 e settembre 2022 Maria Elisabetta Alberti Casellati (Forza Italia) è stata invece la prima donna a ricoprire il ruolo di presidente del Senato. Per quanto riguarda le commissioni parlamentari, gli organi che svolgono l’esame iniziale dei progetti di legge, il numero più alto di donne alla presidenza si è registrato nella scorsa legislatura. Tra il 2018 e il 2022 le donne presidenti di commissione sono state infatti sei su 14 sia alla Camera che al Senato, quasi il 50 per cento. 

Nell’attuale legislatura le parlamentari presidenti di commissione sono calate significativamente. Alla Camera i presidenti di commissione sono tutti uomini, mentre al Senato le donne presidenti sono due su dieci: Giulia Bongiorno (Lega), presidente della Commissione Giustizia, e Stefania Craxi (Forza Italia), presidente della Commissione Affari esteri e Difesa.

Le donne al governo

Nella storia dell’Italia repubblicana l’unico governo ad avere avuto metà dei ruoli da ministro occupato da donne e metà da uomini è stato quello guidato da Matteo Renzi, come si può verificare consultando il database “I governi ai raggi X”, realizzato da Pagella Politica in collaborazione con Il Sole 24 Ore. Considerando anche le cariche dei sottosegretari, che fanno parte dell’intera squadra di governo, al momento dell’insediamento la rappresentanza femminile del governo Renzi scendeva però al 27,5 per cento: meno di tre membri donna su 10.

Il primato per la percentuale complessiva di donne in un governo spetta a quello di Mario Draghi: considerando i ministri e i sottosegretari, l’esecutivo guidato da Draghi contava il 41,2 per cento di donne. L’attuale governo guidato da Giorgia Meloni è il primo ad avere un presidente del Consiglio donna. Al momento dell’insediamento, tra ministri, viceministri e sottosegretari, le donne nel governo Meloni erano 20 su un totale di 64 membri (circa il 30 per cento). A fine febbraio il numero è sceso a 19 donne dopo le dimissioni di Augusta Montaruli (Fratelli d’Italia) dal ruolo di sottosegretaria all’Università e alla Ricerca.
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In termini di confronto, secondo i dati più aggiornati dell’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere, un organismo internazionale istituito nel 2006 dal Consiglio dell’Unione europea, alla fine del 2022 le donne nei governi degli Stati membri dell’Ue erano in media poco più del 32 per cento. Alla fine del 2022 il governo con più donne al suo interno era quello della Spagna (60,9 per cento), mentre quello con meno donne era il governo dell’Ungheria (6,7 per cento).

Le donne nella politica locale

Secondo i dati raccolti dalla Camera, alla fine di febbraio 2023 le donne nei consigli regionali erano complessivamente 152 (il 19,8 per cento sul totale), mentre gli uomini erano 614 (l’80,2 per cento). Il consiglio regionale con il maggior numero di donne era quello dell’Umbria (38,1 per cento), mentre il consiglio regionale della Basilicata è quello che ne aveva di meno (9,5 per cento). 

Questi dati sono frutto dell’analisi condotta dalla Camera sui siti istituzionali delle regioni e delle province autonome di tutta Italia, e va comunque considerato che non sono stati conteggiati il Lazio e la Lombardia, i cui consigli regionali sono stati rinnovati con le elezioni regionali del 12 e 13 febbraio scorso. 

Alla fine di febbraio le donne all’interno delle giunte regionali, gli organi di governo delle regioni, erano 43 (25 per cento), a fronte di 129 uomini (75 per cento). La giunta regionale con il maggior numero di donne era quella della Toscana (44 per cento), mentre la giunta  dell’Abruzzo era quella con il numero più basso (12,5 per cento). Attualmente l’unica presidente di regione donna in Italia è Donatella Tesei (Lega), che dal 2019 è alla guida della Regione Umbria.

In base ai dati dell’Anagrafe degli amministratori locali e regionali rielaborati dalla Camera, nei comuni sotto i 15 mila abitanti le donne sono il 34 per cento fra tutti i consiglieri comunali, mentre sono il 32 per cento in quelli con più di 15 mila abitanti. Su 7.773 comuni in tutta italia le sindache attualmente in carica sono 1.180, pari a circa il 15 per cento.

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