Il 6 marzo la capogruppo alla Camera del Partito democratico Debora Serracchiani ha accusato il governo di aver «copiato» due misure introdotte in passato dal Pd a livello regionale per cambiare il reddito di cittadinanza. Lo stesso giorno, infatti, il Corriere della Sera ha pubblicato alcune anticipazioni sulla cosiddetta “misura di inclusione attiva” (Mia), che il Ministero del Lavoro è pronto a introdurre per sostituire il sussidio introdotto nel 2019 dal primo governo di Giuseppe Conte.
«La destra copia anche nel nome le buone pratiche di inclusione sociale varate dal Pd, contro cui anni fa avevano votato compatti», ha dichiarato Serracchiani in una nota. «Avevamo introdotto la misura attiva per l’inclusione sociale con caratteristiche del tutto analoghe nel 2016 in Friuli-Venezia Giulia ma anche in Emilia-Romagna con il reddito di solidarietà. Il centrodestra era schierato contro e arrivato Massimiliano Fedriga si sono affrettati ad abolirla».
Che cosa c’è di vero in queste accuse? Abbiamo verificato e le cose non stanno proprio come dice la capogruppo del Pd alla Camera.
«La destra copia anche nel nome le buone pratiche di inclusione sociale varate dal Pd, contro cui anni fa avevano votato compatti», ha dichiarato Serracchiani in una nota. «Avevamo introdotto la misura attiva per l’inclusione sociale con caratteristiche del tutto analoghe nel 2016 in Friuli-Venezia Giulia ma anche in Emilia-Romagna con il reddito di solidarietà. Il centrodestra era schierato contro e arrivato Massimiliano Fedriga si sono affrettati ad abolirla».
Che cosa c’è di vero in queste accuse? Abbiamo verificato e le cose non stanno proprio come dice la capogruppo del Pd alla Camera.