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Quello che Salvini non dice sui morti nel Mediterraneo

| 07 marzo 2023
La dichiarazione
«Negli ultimi dieci anni l’anno in cui si verificarono meno morti nel Mediterraneo, ovverosia 754, fu il 2019, anno durante il quale ero ministro dell’Interno ed erano in vigore i decreti “Sicurezza”»
Fonte: Non stop news – Rtl 102.5 | 7 marzo 2023
ANSA
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Verdetto sintetico
Il leader della Lega omette alcuni dettagli importanti.
In breve
  • Secondo l’Unhcr, il 2019 è stato l’anno con meno morti e dispersi nel Mar Mediterraneo centrale, mentre secondo l’Oim è stato il 2020. TWEET
  • Salvini è stato ministro dal 1° giugno 2018 al 4 settembre 2019, e i decreti “Sicurezza” sono stati approvati a ottobre 2018 e a giugno 2019. TWEET
  • È esagerato attribuire il calo degli sbarchi registrato tra il 2018 e il 2019 ai decreti “Sicurezza”. La diminuzione degli arrivi era iniziata già dall’estate del 2017. TWEET
  • Quando Salvini era ministro dell’Interno, il numero dei morti nel Mediterraneo centrale è calato in valore assoluto, ma è aumentato in rapporto al numero delle partenze. TWEET
Nella mattina di martedì 7 marzo, ospite a Non stop news su Rtl 102.5, il leader della Lega Matteo Salvini ha commentato il recente naufragio al largo delle coste della Calabria, in cui sono morti 70 migranti. Tra le altre cose il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha dichiarato (min. 5:01) che il 2019, anno in cui era ministro dell’Interno ed «erano in vigore i decreti “Sicurezza”», è stato l’anno tra gli ultimi dieci con meno morti (754) nel Mediterraneo. Nel corso della trasmissione Salvini ha ripetuto (min. 9:09) una seconda volta questa dichiarazione, chiedendo di essere «smentito» da un eventuale fact-checking.

Abbiamo verificato e il leader della Lega omette alcuni dettagli importanti.

I morti nel Mediterraneo

Come fonte dei suoi dati, Salvini ha citato l’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu). Secondo i dati dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr), nel 2019 sono morti o andati dispersi nel Mar Mediterraneo 1.335 migranti, di cui 754 nella rotta del Mar Mediterraneo centrale, quella tra il Nord Africa e l’Italia. Entrambi i numeri sono i più bassi registrati dall’Onu dal 2013 in poi. 

Le statistiche dell’Unhcr sono un po’ diverse da quelle raccolte dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), un’organizzazione intergovernativa anch’essa collegata alle Nazioni Unite. Secondo l’Oim, dal 2013 a oggi l’anno con meno morti e dispersi nel Mar Mediterraneo è stato il 2020 (1.449), davanti al 2019 (1.885). Nel Mar Mediterraneo centrale nel 2020 ci sarebbero stati mille tra morti e dispersi, il numero più basso degli ultimi dieci anni davanti ai 1.262 del 2019. 

Le differenze nei numeri tra Unhcr e Oim sono molto probabilmente spiegate dalla diversa metodologia di raccolta dei dati e dalle fonti consultate, che vanno dalle autorità nazionali alle Ong, passando per le fonti stampa e i sopravvissuti. La raccolta dei dati in questo ambito non è semplice per una serie di motivi. Per esempio alcune morti avvengono in mare senza che se ne sappia nulla e spesso i cadaveri vengono ritrovati dopo diverso tempo, senza essere segnalati alle autorità. Quando si parla di naufragi, poi, subentra la frequente impossibilità di recuperare i corpi dei migranti, così come l’estrema difficoltà di conoscere il numero esatto delle persone presenti su un’imbarcazione prima di un affondamento. I dati di Unhcr e Oim restano dunque delle stime: secondo la prima, dal 2013 a oggi nel Mediterraneo sono morte o andate disperse poco meno di 26 mila persone, mentre per la seconda oltre 26 mila. 

Ricapitolando: con il leader della Lega al Ministero dell’Interno, i numeri dei morti nel Mediterraneo sono stati più bassi degli altri anni. Qual è stato il suo contributo in questa dinamica?

Salvini al governo

Salvini è stato ministro dell’Interno del primo governo di Giuseppe Conte, sostenuto da Lega e Movimento 5 stelle, dal 1° giugno 2018 al 4 settembre 2019. Durante il suo mandato si è intestato l’approvazione di due decreti-legge, ribattezzati “decreti Sicurezza”, che tra le altre cose contenevano una serie di nuove norme sull’immigrazione. 

Il primo decreto “Sicurezza” è stato approvato a ottobre 2018 e convertito in legge dal Parlamento a dicembre 2018. Il secondo decreto “Sicurezza” è stato invece approvato a giugno 2019 e convertito ad agosto 2019, pochi giorni prima della caduta del governo Conte. Il primo decreto aveva per esempio cancellato il permesso di soggiorno per motivi umanitari, mentre il secondo aveva introdotto multe per le navi Ong che facevano operazioni di salvataggio nel Mediterraneo. Entrambi i decreti “Sicurezza” sono poi stati modificati a ottobre 2020 dal secondo governo Conte, sostenuto da Movimento 5 stelle, Partito democratico, Italia viva e Liberi e uguali.

Visti i numeri citati in precedenza, è corretto dire come fa Salvini che grazie ai decreti “Sicurezza” sono diminuiti i morti nel Mediterraneo?

Il calo degli sbarchi

Innanzitutto va sottolineato che in effetti, secondo i dati dell’Unhcr, con Salvini al Ministero dell’Interno gli sbarchi in Italia sono stati piuttosto bassi. Nel complesso il 2018 e il 2019 sono stati i due anni tra gli ultimi dieci con il minor numero di arrivi sulle coste italiane: rispettivamente quasi 23 mila e oltre 11 mila (nel 2016 gli sbarchi sono stati più di 182 mila, il numero più alto). 

Come abbiamo spiegato più volte in passato, è sbagliato però attribuire un rapporto di causa-effetto tra l’approvazione dei decreti “Sicurezza” e la riduzione degli sbarchi, con il conseguente calo dei morti in mare. Il crollo degli sbarchi in Italia, tornati a crescere negli ultimi anni, ha fatto seguito ai criticati accordi presi nell’estate del 2017 dall’allora ministro dell’Interno Marco Minniti (Partito democratico) con alcune fazioni libiche. Possiamo dire che Salvini ha proseguito nel solco di quanto fatto dal suo predecessore e abbia ridotto ulteriormente l’immigrazione irregolare via mare, senza però mai estinguerla del tutto.

Uno studio pubblicato nel 2020 e realizzato da Eugenio Cusumano, ricercatore in Relazioni internazionali dell’Università di Leiden, nei Paesi Bassi, e da Matteo Villa, ricercatore dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi), ha poi calcolato che quando Salvini era ministro dell’Interno il numero dei morti e dei dispersi nel Mar Mediterraneo centrale è sceso in valore assoluto, ma è aumentato in rapporto al numero delle partenze dalla Libia. In concreto «il rischio di attraversare il Mediterraneo è triplicato», hanno scritto i due ricercatori, basandosi su dati dell’Unhcr e dell’Oim. Tra giugno e dicembre 2018 è morto o è andato disperso il 5,7 per cento dei migranti che sono partiti dalla Libia, tra gennaio e agosto 2019 il 6,7 per cento. Tra gennaio 2016 e maggio 2018 la percentuale era del 2 per cento circa. Secondo i due ricercatori, inoltre, l’instabilità politica del Nord Africa e il meteo sono i due fattori che incidono di più nell’influenzare le partenze dei migranti.

Il verdetto

Secondo Matteo Salvini, negli ultimi dieci anni il 2019 è stato quello con meno morti e dispersi nel Mar Mediterraneo, durante il quale erano in vigore i decreti “Sicurezza” e lui era ministro dell’Interno. Abbiamo verificato e il leader della Lega omette alcuni dettagli importanti.

Secondo l’Unhcr, il 2019 è stato l’anno con meno morti e dispersi nel Mar Mediterraneo centrale, mentre secondo l’Oim è stato il 2020. Salvini è stato ministro dal 1° giugno 2018 al 4 settembre 2019, e i decreti “Sicurezza” sono stati approvati a ottobre 2018 e a giugno 2019.

È esagerato però attribuire il calo degli sbarchi registrato tra il 2018 e il 2019 ai decreti “Sicurezza”. La diminuzione degli arrivi era iniziata già dall’estate del 2017. Quando Salvini era ministro dell’Interno il numero dei morti nel Mediterraneo centrale è calato in valore assoluto, ma è aumentato in rapporto al numero delle partenze.

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