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No, i titoli di Stato italiani non sono diventati “più sicuri” di quelli tedeschi

| 15 maggio 2025
La dichiarazione
«Lo spread oggi è sotto i 100 punti base: significa che i titoli di Stato italiani vengono considerati più sicuri dei titoli di Stato tedeschi»
Fonte: YouTube | 14 maggio 2025
ANSA
ANSA
Verdetto sintetico
La presidente del Consiglio sbaglia.
In breve
  • Il 14 maggio 2025 lo spread è sceso sotto i 100 punti base, ma non significa che i titoli di Stato italiani siano più sicuri di quelli tedeschi. Finché è positivo, i titoli italiani sono comunque considerati più rischiosi dei Bund, sebbene in misura minore rispetto al passato. TWEET
Durante il question time alla Camera del 14 maggio la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha difeso, tra le varie cose, i provvedimenti del suo governo in ambito economico. Per sostenere l’operato del governo, Meloni ha portato come esempio l’andamento dello spread, ossia la differenza tra il rendimento dei BTP, cioè i titoli di Stato italiani con scadenza a dieci anni, e quello dei Bund tedeschi, i loro equivalenti in Germania. 

Meloni ha ricordato di non aver mai ritenuto lo spread «un totem della reale forza economica di una Nazione», ma secondo la presidente del Consiglio «fotografa una valutazione dei mercati». «Lo spread oggi è sotto i 100 punti base: significa che i titoli di Stato italiani vengono considerati più sicuri dei titoli di Stato tedeschi», ha detto la presidente del Consiglio, elogiando il governo.
Abbiamo verificato e, al di là di ciò delle opinioni politiche, Meloni non la racconta giusta.

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L’errore di Meloni

Come anticipato, lo spread misura la differenza tra il rendimento dei titoli di Stato italiani con scadenza a dieci anni e quello dei titoli di Stato tedeschi. In termini semplici, il rendimento di un titolo di Stato rappresenta il guadagno che un investitore ottiene acquistandolo e tenendolo fino alla scadenza.

Quando lo spread aumenta, significa che la fiducia degli investitori nei confronti dei titoli italiani diminuisce. Al contrario, se lo spread scende, viene interpretato come un segnale di maggiore fiducia.

Il governo Meloni si è insediato il 22 ottobre 2022. In quel momento, lo spread era pari a 233 punti base: questo vuol dire che il rendimento dei BTP era più alto di 2,33 punti percentuali rispetto a quello dei Bund. Il 14 maggio – giorno in cui Meloni ha risposto alle domande alla Camera durante il question time – lo spread è sceso sotto la soglia dei 100 punti base, anche se nel corso della giornata è risalito leggermente.

Questo calo, però, non significa che ora i titoli di Stato italiani «sono considerati più sicuri di quelli tedeschi», come ha dichiarato la presidente del Consiglio. Lo spread, infatti, misura una differenza tra rendimenti, non un giudizio assoluto sul rischio. Finché resta positivo – come nel caso attuale – indica che i titoli italiani sono considerati più rischiosi dei Bund, anche se in misura minore rispetto al passato.

Va anche aggiunto che negli ultimi due anni la diminuzione dello spread è dipesa soprattutto dall’aumento del rendimento dei Bund tedeschi, più che da un miglioramento significativo del rendimento dei BTP italiani. Quest’ultimo c’è stato, ma in misura più contenuta. Al momento, il rendimento dei Bund a dieci anni è del 2,7 per cento, il rendimento dei BTP è al 3,7 per cento, appunto 100 punti in base in più. 

Come ha ricordato lei stessa, quando era all’opposizione, Meloni ha sempre criticato chi si affidava allo spread o ai pareri delle agenzie di rating per valutare l’operato dei governi.

Il verdetto

Secondo Giorgia Meloni lo spread oggi è sotto i 100 punti base e ciò significa che i titoli di Stato italiani sono più sicuri dei titoli di Stato tedeschi. 

Abbiamo verificato e Meloni sbaglia. È vero che il 14 maggio – giorno del question time alla Camera – lo spread è sceso sotto i 100 punti base, ma non significa che i titoli di Stato italiani siano più sicuri di quelli tedeschi. Lo spread misura una differenza tra rendimenti e non è un giudizio assoluto sul rischio. Finché è positivo, i titoli italiani sono considerati più rischiosi dei Bund, sebbene in misura minore rispetto al passato.
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