La legge elettorale con cui si andrà a votare il 25 settembre, il cosiddetto “Rosatellum”, stabilisce una serie di vincoli per garantire la parità di genere alla Camera dei deputati, a livello nazionale, e al Senato, a livello regionale. Nei collegi uninominali, dove vince il candidato che prende più voti, ogni lista o coalizione deve avere almeno il 40 per cento di candidati di un genere. Lo stesso principio vale anche per i collegi plurinominali, che assegnano i seggi ai partiti in proporzione ai voti ricevuti: qui la regola del 40 per cento si applica ai candidati capolista, ossia ai nomi in cima alle liste dei candidati, il cui ordine, tra l’altro, deve essere alternato per genere.
Numeri alla mano, quali partiti danno più spazio alle donne nelle candidature per la Camera e per il Senato e quali meno?
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