A giugno Forza Italia e Italia Viva crescono nei sondaggi, gli altri no

I due partiti si avvicinano rispettivamente alla Lega e ad Azione. Fratelli d’Italia e il PD sono invece calati un po’
ANSA/ANGELO CARCONI
ANSA/ANGELO CARCONI
I sondaggi condotti nel mese di giugno hanno registrato un aumento dei consensi per Forza Italia e Italia Viva e un calo per tutti gli altri partiti, in particolar modo per il Partito Democratico e Fratelli d’Italia. 

Per capire che cosa dicono i sondaggi a giugno e come sono cambiati rispetto a maggio, abbiamo analizzato tutti i sondaggi realizzati nello scorso mese, pubblicati sul sito della Presidenza del Consiglio. Per evitare distorsioni, abbiamo pesato i risultati dei sondaggi per la dimensione del campione degli intervistati e per la data in cui sono stati condotti.  

Ricordiamo che i sondaggi vanno letti con attenzione. Per esempio hanno tutti un margine di incertezza: per questo motivo guardiamo alla media dei sondaggi, e non a un singolo sondaggio, per avere un quadro il più affidabile possibile.

Che cosa dicono i sondaggi a giugno

Come nei mesi precedenti, a giugno Fratelli d’Italia rimane il partito con più consensi. Se si votasse oggi alle elezioni politiche, il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni otterrebbe il 28,9 per cento dei voti (il dato è all’interno di un intervallo di incertezza che va dal 26,1 al 31,7 per cento).

Al secondo posto c’è il Partito Democratico con il 20,1 per cento (17,6-22,6 per cento) e al terzo posto il Movimento 5 Stelle con il 15,7 per cento (14,3-17,9 per cento). I sondaggi condotti a giugno confermano la distanza che ormai da alcuni mesi separa il partito di Elly Schlein da quello di Giuseppe Conte.

La Lega e Forza Italia sono appaiati. Il partito di Matteo Salvini è all’8,8 per cento (7,1-10,6 per cento), mentre quello guidato al momento da Antonio Tajani è all’8,7 per cento (7-10,4 per cento). Nel complesso la coalizione di governo è al 46,4 per cento, una percentuale più alta dei voti presi alle elezioni del 25 settembre 2022. Alle elezioni regionali in Molise, tenutesi il 25 e il 26 giugno, i partiti che sostengono il governo Meloni hanno vinto con il candidato Francesco Roberti, con oltre il 60 per cento dei voti.

Tra gli altri partiti Azione è al 3,7 per cento (2,5-4,8 per cento), Italia Viva al 3 per cento (2-4 per cento), Alleanza Verdi-Sinistra al 2,9 per cento (1,8-3,9 per cento), Più Europa al 2,3 per cento (1,4-3,2 per cento) e infine Italexit al 2,1 per cento (1,2-3 per cento). 

Non è possibile invece elaborare una media dei consensi per i restanti partiti perché sono analizzati sporadicamente dai sondaggi e solo da alcuni istituti.

Come sono cambiati i sondaggi a giugno

A differenza di maggio, a giugno i sondaggi hanno registrato variazioni diverse rispetto al passato. 

Nella coalizione di governo Fratelli d’Italia ha perso 0,4 punti percentuali rispetto a maggio, passando dal 29,3 al 28,9 per cento. La Lega ha perso 0,3 punti percentuali, scendendo dal 9,1 all’8,8 per cento, mentre Forza Italia ne ha guadagnati 1,6, crescendo dal 7,1 all’8,7 per cento. La crescita dei consensi per Forza Italia è con tutta probabilità attribuibile alla morte di Silvio Berlusconi, avvenuta il 12 giugno, e all’attenzione mediatica che per giorni ha ricevuto il partito. Dopo la morte di Berlusconi alcuni istituti sondaggistici hanno registrato un aumento dei consensi per Forza Italia di 3 punti percentuali da una settimana all’altra. Al momento non è ancora chiaro chi guiderà Forza Italia dopo quasi trent’anni sotto la guida di Berlusconi. 

Tra i partiti di opposizione il Partito Democratico ha perso 0,5 punti percentuali, dal 20,6 al 20,1 per cento; Alleanza Verdi-Sinistra ne ha persi 0,3 con un calo dal 3,2 al 2,9 per cento; Più Europa è invece rimasta stabile al 2,3 per cento. Il Movimento 5 Stelle ha perso 0,2 punti percentuali passando dal 15,9 al 15,7 per cento, così come Azione che scende dal 3,9 al 3,7 per cento. Italia Viva ha guadagnato 0,7 punti percentuali passando dal 2,3 al 3 per cento. A giugno, rispetto al mese di maggio, la distanza tra il partito di Carlo Calenda e quello di Matteo Renzi si è dimezzata. Infine Italexit è stabile al 2,1 per cento.

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