Economia: il confronto tra i programmi per le elezioni europee

Abbiamo raccolto le posizioni sulle questioni economiche delle principali liste in vista del voto di giugno
ANSA
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Tutti i principali partiti hanno presentato i loro programmi per le elezioni europee che si terranno l’8 e 9 giugno per eleggere i 76 rappresentanti italiani al Parlamento europeo. 

In questo articolo abbiamo raccolto le principali posizioni dei partiti sull’economia contenute nei loro programmi. 

* Qui trovi i testi completi di tutti i programmi, qui trovi tutti gli articoli e i fact-checking pubblicati da Pagella Politica sulle elezioni europee. *

Fratelli d’Italia

• «Migliorare il Patto di Stabilità e Crescita nell’ottica di una maggiore flessibilità, tenendo conto delle esigenze finanziarie degli Stati membri».

• «Prevedere una strategia per gli investimenti dell’UE, al fine di raggiungere gli obiettivi di crescita e di indipendenza industriale ed energetica».

• «Favorire la spesa per investimenti che produce crescita economica, contribuisce a creare ricchezza e riduce il debito pubblico».

• «Escludere dal computo di deficit e debito le spese per investimento collegate alla transizione verde e digitale, nonché quelle per la difesa».

• «Rafforzare il dialogo con la Banca Centrale Europea (BCE) affinché i tassi di interesse ufficiali possano essere ridotti fortemente, a beneficio di mutui e altri finanziamenti».

• «Garantire l’efficacia e l’efficienza del bilancio Ue per assicurare che i soldi dei contribuenti europei vengano spesi al meglio».

• «Garantire che l’eventuale introduzione dell’euro digitale non determini svantaggi e costi ulteriori a carico di imprese e cittadini».

• «Lavorare a una riforma della politica di Coesione per il periodo successivo al 2027, che consenta all’Italia un impiego dei fondi più efficiente rispetto al passato: occorre spendere di più, ma occorre anche farlo meglio».

• «Dedicare particolare attenzione, anche a livello europeo, allo sviluppo economico delle aree più svantaggiate e alle Regioni del Sud Italia, proseguendo il disegno strategico avviato con gli Accordi per la coesione sul Fondo di sviluppo e coesione e con l’istituzione della Zona economica speciale unica (ZES) del Sud. Serve lavorare a proposte legislative europee in grado di rafforzare la competitività e lo sviluppo di queste aree della nostra Nazione, in funzione del rilancio di tutto il sistema Italia».

Partito Democratico

• «È necessario rendere permanenti i programmi di investimento comuni introdotti come risposta alla pandemia: non pensare solo a strumenti di emergenza, ma istituire nuove risorse per favorire investimenti comuni sulle transizioni ecologica e digitale e sui beni pubblici europei».

• «È urgente rimettere al centro dell’agenda europea la creazione di una capacità fiscale comune, e superare un’impostazione che dà ancora prevalenza in particolare ai contributi nazionali».

• «Sosteniamo la proposta di introdurre un meccanismo comune di contributi provenienti dagli aiuti di stato, da indirizzare a investimenti per progetti paneuropei e favorire la parità di condizioni tra le imprese».

• «Promuovere una nuova governance economica che superi definitivamente l’austerity con regole di bilancio che guardino prima di tutto agli investimenti comuni e alla tutela dei posti di lavoro».

• «Difendere la politica di Coesione, uno degli strumenti di maggior successo della storia dell’Unione e che deve essere rinnovata e potenziata per ridurre le diseguaglianze territoriali tra nord e sud, tra aree urbane e interne».

Movimento 5 Stelle

• «Estendere la capacità di spesa dell’Ue in modo permanente e strutturale aiuterà a sostenere la realizzazione di investimenti ad alto potenziale di crescita e a sostegno della coesione e dello sviluppo delle aree più svantaggiate».

• «La politica di Coesione va rilanciata perché è il senso stesso dell’esistenza dell’Ue. Una maggiore attenzione dovrà essere posta anche sulle risorse proprie. Lo stato attuale risulta poco ambizioso, innanzitutto per una questione di dimensioni e tempistiche».

• «L’attuale e unico obiettivo della politica monetaria della BCE è mantenere l’inflazione entro livelli di sicurezza. La BCE è dotata di piena autonomia, ma altre banche centrali puntano alla piena occupazione e hanno quindi poteri più ampi. Per il Movimento 5 Stelle la politica monetaria deve essere finalizzata al perseguimento di entrambi gli obiettivi, promuovendo lo sviluppo economico, la tutela dell’ambiente, della salute e dei cittadini europei».

• «È importante che il progetto dell’euro digitale prenda forma. Aspettare il 2026 come dichiarato dalla BCE è un periodo non compatibile con la rapida evoluzione del mondo».

• «Per l’Italia e i Paesi più piccoli vanno garantite parità di condizioni o gli squilibri nel mercato interno aumenteranno».

Lega

• «L’Ue deve concentrarsi sulla fine delle politiche di austerità e di svalutazione salariale condotte in questi anni, raccogliendo gli sforzi politici nel concordare soluzioni volte all’incremento sostanziale degli investimenti pubblici e privati, conducendo così a un modello di crescita economica virtuosa, guidato dell’aumento del potere d’acquisto dei lavoratori».

• «In uno scenario di riforma dei Trattati che possa coinvolgere anche la BCE, sarebbe necessario definire come “primari” per essa gli obiettivi di crescita economica e di piena occupazione, al pari del principale obiettivo attuale della stabilità dei prezzi, al fine di consentire la conduzione di politiche monetarie più equilibrate e meno dannose per cittadini e imprese».

Forza Italia

• «I nostri settori produttivi devono competere e prosperare, i nostri lavoratori ottenere un buon reddito e tutti devono contribuire in modo equo alla società».

• «La gestione dei fondi europei deve essere semplificata. Troppo spesso regioni, imprese o amministrazioni locali non riescono ad accedere ai finanziamenti UE per eccessi di burocrazia e formalismi».

• «Sviluppo di un’unica area finanziaria e bancaria all’interno dell’Ue per ridurre al minimo il rischio di crisi bancarie future».

• «Una strategia per affrontare le crisi finanziarie in modo più efficace, distribuendo il carico del debito in modo equo tra i Paesi membri».

Stati Uniti d’Europa (con Italia Viva e Più Europa)

• «Bisogna passare da un’Europa dei trasferimenti, in grado solo di allocare risorse agli Stati nazionali in tensione competitiva tra loro, a un’Europa degli investimenti, in grado di investire direttamente su un’economia che poggia su grandi punti di forza: la pace e la stabilità interna, il mercato unico più grande del mondo, una moneta unica e forte».

• «Occorre identificare nuove risorse con l’obiettivo di raggiungere il 5 per cento dei PIL e dotarsi di una vera e propria unione fiscale come completamento imprescindibile dell’unione monetaria».

• «Invece per finanziare lo sviluppo anche dal punto di vista privato, e per allargare le opportunità dei risparmiatori europei, dobbiamo andare verso un unico mercato dei capitali: in prospettiva persino una unica Borsa, ma nel frattempo sarebbe sufficiente armonizzare le regole dei mercati nazionali e allargare lo spazio di regolamentazione e supervisione attribuito all’ESMA, l’autorità di regolamentazione europea che ad oggi ha solo funzioni di coordinamento delle autorità nazionali».

Azione-Siamo Europei

• «Vietare temporaneamente acquisizioni di imprese europee che operano in ambiti strategici da parte di imprese statali extraeuropee o comunque collegate a governi stranieri».

• «Accelerare la creazione di un fondo sovrano europeo, in linea con la Piattaforma per le Tecnologie Strategiche Europee (STEP), per finanziare il rientro e lo sviluppo di filiere produttive strategiche in Europa a supporto di alcune proposte già messe in campo come il Net-zero Industry Act e il Critical Raw Materials Act».

• «Uniformare le normative degli Stati membri in materia di accesso e permanenza al mercato dei capitali, per rafforzare le capacità di investimento delle imprese europee e recuperare attrattività nei confronti di capitali esteri».

• «Introdurre un’unica autorità antitrust europea per garantire l’attuazione uniforme dei regolamenti e armonizzare le normative nazionali degli Stati membri».

• «Armonizzare le aliquote fiscali e le basi imponibili per ciò che riguarda la tassazione delle imprese, per evitare la proliferazione di paradisi fiscali interni all’Unione europea».

• «Affidare all’Osservatorio fiscale europeo i compiti di vigilare sull’applicazione effettiva della “Global Minimum Tax” e redigere un report annuale sulla sua applicazione».

Alleanza Verdi-Sinistra

• «Garantire una revisione delle regole di governance economica che cancelli una volta per tutte la stagione dell’austerità e superi la recente riforma per allinearla invece al raggiungimento dei diritti contenuti nel Pilastro Europeo dei Diritti Sociali».

• «Fornire agli Stati membri il margine di manovra necessario per finanziare gli investimenti per una transizione equa, che si accompagni ad un fondo europeo di transizione per lo sviluppo socioeconomico e per i beni comuni, da finanziarsi attraverso l’emissione di Eurobond».

• «Trasformare la BCE in prestatore di ultima istanza, cosicché possa agire come finanziatore diretto delle tesorerie nazionali e non solo interporsi attraverso le banche, con grande vantaggio delle stesse e a discapito della sostenibilità del debito pubblico».

• «Introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie, che copra azioni, obbligazioni e derivati, con un’aliquota sufficientemente alta da scoraggiare la speculazione».

Pace Terra Dignità

• «Proponiamo di rivedere completamente gli accordi di Maastricht sui quali sono nate l’Unione e le cosiddette politiche di austerità. Un nuovo trattato dovrebbe prevedere piena occupazione, riduzione delle diseguaglianze, intervento pubblico nell’economia, regolamentazione dei capitali e della finanza».

• «Va abolito il Patto di Stabilità e Crescita che impone vincoli antisociali alla spesa per la sanità, la scuola, i servizi e consente deroghe solo per nuovi armamenti».

• «Facciamo nostro l’appello di importanti economisti europei per la cancellazione del debito pubblico in pancia alla BCE».

Libertà

• «Le regole del Patto di Stabilità vanno superate per promuovere politiche anticicliche, capaci di ridurre le disuguaglianze tra territori e cittadini».

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