Palestina e Israele: il confronto tra i programmi per le elezioni europee

Abbiamo raccolto le posizioni sul conflitto delle principali liste in vista del voto di giugno
ANSA
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Tutti i principali partiti hanno presentato i loro programmi per le elezioni europee che si terranno l’8 e 9 giugno per eleggere i 76 rappresentanti italiani al Parlamento europeo. 

In questo articolo abbiamo raccolto le posizioni dei partiti sul conflitto in corso in Medio Oriente, contenute nei loro programmi. 

* Qui trovi i testi completi di tutti i programmi, qui trovi tutti gli articoli e i fact-checking pubblicati da Pagella Politica sulle elezioni europee. *

Fratelli d’Italia

• «Proseguire nell’impegno a prevenire e risolvere ogni conflitto per il perseguimento del principio “due popoli, due Stati” in Medio Oriente».

Partito Democratico

• «L’Europa che vogliamo non può accettare che la reazione israeliana al terrorismo di Hamas si trasformi in una punizione collettiva del popolo palestinese. Separare Hamas dai palestinesi è un imperativo, e un dovere della comunità internazionale che, dopo anni di colpevole abbandono, deve tornare a farsi carico della questione palestinese. A tal fine, rinnoviamo l’impegno per il riconoscimento europeo di uno Stato della Palestina, tappa obbligatoria per dare dignità a un popolo e coinvolgerlo nel processo di pace».

• «L’Europa che vogliamo deve rilanciare la soluzione dei “due popoli, due Stati”, come unica strada possibile per garantire la convivenza in pace e sicurezza degli israeliani e dei palestinesi, una posizione profondamente radicata nella tradizione e nell’iniziativa diplomatica italiana nei confronti di Israele e della Palestina».

• «L’Europa deve farsi promotrice di una Conferenza internazionale per la Pace in Medio Oriente, offrendo la propria disponibilità a costruire le condizioni per una missione internazionale di pace a Gaza, sotto l’egida delle Nazioni Unite e che veda il protagonismo dei Paesi arabi, anche in una prospettiva di pace e stabilizzazione del Medio Oriente».

Movimento 5 Stelle

• «La pace è l’unica opzione possibile in Medio Oriente. Condanniamo gli attacchi e le violenze perpetrate da Hamas il 7 ottobre e tutte le forme di terrorismo. Chiediamo l’immediato rilascio di tutti gli ostaggi israeliani. La risposta dell’esercito israeliano a Gaza non ha risparmiato civili, donne e bambini. In questo modo non arriveremo mai a una pace duratura e a una civile convivenza: bisogna in ogni modo perseguire il “cessate il fuoco” immediato. Israele deve rispettare le risoluzioni dell’ONU che invitano i coloni a lasciare i territori occupati. L’occupazione della Palestina è illegale e impedisce qualsiasi opzione di pace. Per questa ragione l’Unione europea deve combatterla mettendo anche in discussione l’accordo di associazione UE-Israele siglato nel 1995. Deve iniziare il processo di riconoscimento dello Stato della Palestina».

Lega

Il programma della Lega per le elezioni europee non contiene proposte specifiche sul conflitto israelo-palestinese.

Forza Italia

• «Siamo al fianco di Israele, presidio democratico da sempre a noi vicino per storia e valori, nella ricerca di una giusta pace con il popolo palestinese».

Stati Uniti d’Europa (con Italia Viva e Più Europa)

• «Occorre una maggiore azione politica: di fronte al proseguire del conflitto in Ucraina e in Medio Oriente, si fa sempre più urgente la nomina di una figura di leader politico come inviato speciale dell’Unione europea per la risoluzione diplomatica dei conflitti».

Azione-Siamo Europei

Il programma dei Azione per le elezioni europee non contiene proposte specifiche sul conflitto israelo-palestinese. Nel programma, si parla del Medio Oriente in riferimento alla guerra in Ucraina: «La difesa dell’Ucraina deve essere il primo passo verso una politica estera europea più strutturata ed efficace al fine di favorire processi di sviluppo, cooperazione e stabilità nelle diverse aree di crisi, in particolare nei Balcani, in Medio Oriente e nel continente africano».

Alleanza Verdi-Sinistra

• «Lavorare utilizzando tutte le leve diplomatiche ed economiche per arrivare con urgenza ad un cessate il fuoco immediato ed incondizionato a Gaza, per mettere fine alla catastrofe umanitaria in corso e per la costruzione delle condizioni per avviare un processo per una pace duratura».

• «Riconoscere lo Stato di Palestina sulla base dei confini del 1967 e garantire la coesistenza nella libertà, nella pace e nella democrazia dei due popoli nelle rispettive integrità territoriali».

• «Esigere il pieno rispetto del diritto internazionale, supportare le richieste del Sud Africa alla Corte Internazionale di Giustizia e lo svolgimento di indagini sulle violazioni, sui crimini di guerra e sul genocidio».

• «Definire sanzioni commisurate a tali violazioni, interrompere qualsiasi fornitura di armamenti e tecnologia utilizzabile a fini bellici e chiedere la sospensione dell’accordo di associazione tra l’Unione Europea e lo Stato di Israele».

Pace Terra Dignità

• «Riguardo agli orrori di Gaza l’Europa confermi la condanna della strage del 7 ottobre e il diritto degli israeliani a vivere in pace e in sicurezza. Egualmente l’Europa denunci il massacro in corso di donne, bambini e civili, l’espulsione di milioni di persone dalle loro case, i territori occupati in dispregio delle delibere dell’ONU, la pulizia etnica, gli insediamenti illegali, il regime di apartheid e la soppressione dei diritti civili dei palestinesi».

• «La soluzione dei “due popoli in due Stati” prevista fin dall’origine […] appare oggi più difficilmente praticabile per la colonizzazione e l’occupazione progressiva dei territori in cui i palestinesi devono poter tornare a vivere in pace. L’Europa dovrebbe, dunque, anche incoraggiare a esplorare la possibile convivenza tra i due popoli in un’unica terra, assicurando pieni diritti politici ai palestinesi – compreso il diritto al ritorno – e un ordinamento istituzionale comprensivo ed accogliente per ambedue i popoli».

• «L’Europa, egualmente preoccupata per la sorte degli ostaggi rapiti, deve associarsi alla richiesta della Corte di un loro “immediato rilascio”, come anche dei prigionieri politici palestinesi».

• «L’Europa deve impegnarsi a farsi mediatrice e a promuovere la ricerca di una soluzione della questione palestinese, nonché la riedificazione di Gaza, il ritorno alle loro case distrutte dei suoi abitanti e un piano straordinario di aiuti umanitari e sanitari».

Libertà

Nel programma della lista “Libertà” di Cateno De Luca non ci sono riferimenti precisi al conflitto tra Israele e Hamas, ma solo un riferimento generico alla necessità di perseguire la pace a livello internazionale: «Serve un accordo di pace per fermare la strage di vite umane. Nel frattempo l’Italia si dichiari non belligerante e mandi aiuti umanitari piuttosto che spendere soldi in armi».

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