Difesa: il confronto tra i programmi per le elezioni europee

Abbiamo raccolto le posizioni su esercito comune europeo e spese militari delle principali liste in vista del voto di giugno
EPA/VASSIL DONEV
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La guerra in Ucraina, che è in corso da oltre due anni, ha portato al centro del dibattito politico europeo il tema della difesa e delle spese militari. 

Tutti i principali partiti hanno presentato i loro programmi per le elezioni europee che si terranno l’8 e 9 giugno per eleggere i 76 rappresentanti italiani al Parlamento europeo. In questo articolo abbiamo raccolto le posizioni dei partiti sulla difesa, contenute nei loro programmi. 

* Qui trovi i testi completi di tutti i programmi, qui trovi tutti gli articoli e i fact-checking pubblicati da Pagella Politica sulle elezioni europee. *

Fratelli d’Italia

• «Escludere dal computo di deficit e debito le spese per la difesa».

• «Sostenere l’operazione Aspides, sotto il comando tattico italiano, avviata per garantire la sicurezza della navigazione delle navi Ue nel Mar Rosso e tutelare l’economia italiana ed europea».

• «Costruire una politica industriale comune nel settore della difesa, aumentando la collaborazione in una logica di sovranità europea, potenziando la base industriale sia in termini di produzione che di ricerca e sviluppo, e consolidare un’industria della difesa tecnologicamente avanzata, libera da dipendenze esterne ma integrata con la NATO».

• «Sostenere la formazione di una rete di collegamento tra i centri di ricerca degli Stati membri in materia di difesa e sicurezza per alimentare poli industriali comuni e progetti condivisi».

• «Rafforzare lo scambio di informazioni tra Stati UE e l’analisi congiunta delle minacce per prevenirle e affrontarle in modo unitario».

• «Prevedere una formazione del Consiglio dell’Ue che riunisca formalmente i Ministri della Difesa dei 27 per sottolineare l’importanza delle strategie di difesa che le nuove sfide richiedono».

• «Mantenere alta l’attenzione sulle minacce cibernetiche e ibride».

Partito Democratico

• «Vogliamo costruire una difesa comune integrata per l’Europa, che garantisca sicurezza e libertà alle proprie cittadine e ai propri cittadini, fondata su un coordinamento strutturale delle politiche nazionali di difesa, atta a rispondere alle crisi presenti e future, nella cornice di una vera e propria politica estera e di sicurezza comune, in stretta cooperazione con alleati e partner».

• «Non crediamo che l’Europa debba costruire un’economia di guerra, ma piuttosto che sia necessario e urgente un coordinamento più stretto degli investimenti e della produzione per la difesa a livello europeo, per spendere insieme e in modo più integrato, efficace ed efficiente, evitando concorrenza e sovrapposizioni costose e dannose e liberando quindi risorse per costruire un’Europa sociale e sostenibile».

• «Vogliamo rafforzare il coordinamento annuale tra gli Stati membri in materia di bilancio per la difesa (CARD), la collaborazione su progetti industriali comuni, gli acquisti congiunti, il fondo europeo per la difesa».

• «Vogliamo una difesa comune europea come rete di forze nazionali integrate e di capacità interoperabili, che siano l’espressione di una strategia comune, massimizzando le risorse e gli investimenti. Una forza comune con un comando condiviso, i cui obiettivi di azione siano definiti in seno al Consiglio Affari esteri e difesa e in ultima istanza dal Consiglio europeo».

• «Una difesa comune è necessaria anche per una piena autonomia strategica europea: è tempo cioè che l’Unione europea definisca i suoi obiettivi di politica estera e di sicurezza, in modo complementare ma autonomo rispetto agli alleati e ai partner».

• «Crediamo che le missioni europee civili e militari debbano essere parte integrante della politica di sicurezza e difesa, contribuendo alla stabilizzazione, al mantenimento della pace, alla formazione delle forze di sicurezza all’insegna dei principi fondamentali su cui si fonda l’Unione europea».

• «Rafforzeremo le misure di protezione delle infrastrutture critiche dell’Unione, con particolare attenzione alla dimensione tecnologica, affinché non diventi foriera di minacce ibride e pervasive».

Movimento 5 Stelle

• «La difesa comune europea deve essere uno strumento di peacekeeping al servizio delle Nazioni Unite: un Commissario alla difesa non significa un Commissario alla guerra».

• «È necessaria una razionalizzazione della spesa militare tramite i tagli agli sprechi e i risparmi derivanti dall’economia di scala».

• «La collaborazione e l’adesione alla Nato, mai messa in discussione, va sviluppata in chiave puramente difensiva».

• «È necessario un regime più rigido nell’export di armi, in particolare chiedendo un maggior rispetto della Posizione comune europea sull’export di armi».

Lega

• «Siamo contrari all’idea della costituzione di un “esercito europeo” la cui operatività potrebbe essere condizionata dagli squilibri e dai pesi oggi esistenti tra gli Stati membri, amplificando, e non attenuandone, gli interessi diversi».

• «Possono avere invece un risvolto positivo – anche per inserirsi in nuove iniziative industriali e per puntare su innovazione e ricerca tecnologica e garantire anche gli aspetti occupazionali – quegli investimenti coordinati in tecnologie di difesa da parte degli Stati membri».

Forza Italia

• «La nostra Europa è nella NATO. Fedeli all’Alleanza Atlantica e sempre a sostegno del suo rafforzamento».

• «Una difesa comune, per un’Europa che possa difendersi da sola. Potenziamento dell’industria della difesa e dei programmi comuni e maggiore cooperazione delle forze armate, verso un percorso di integrazione con un incremento delle missioni sotto l’egida europea».

• «Istituzione di un commissario europeo per la Difesa. Incaricato di coordinare le politiche di difesa degli Stati membri e promuovere una maggiore integrazione nel settore della sicurezza europea».

Stati Uniti d’Europa (con Italia Viva e Più Europa)

• «La cooperazione strategica con gli USA, al fine di difendere e valorizzare il patrimonio comune delle liberal-democrazie, rappresenta un necessario presidio e va esercitata da pari a pari, possibilità questa che esige un rafforzamento della capacità qualitativa della politica estera dell’Unione».

• «Dobbiamo rafforzare le nostre capacità di difesa, dalla ricerca alla cooperazione militare».

• «È necessario quindi che anche in politica estera l’Europa cominci davvero a parlare con un’unica voce, e che si pongano le basi per un’Europa della Difesa, che promuova più efficacemente e incisivamente il pilastro europeo dell’Alleanza Atlantica anche attraverso la creazione di un vero e proprio esercito europeo che superi la frammentazione delle risorse e degli investimenti degli Stati membri oggi dispersi in 27 eserciti nazionali».

Azione-Siamo Europei

• «L’obiettivo è potenziare la cooperazione militare tra i Paesi dell’Ue che desiderano partecipare a un progetto di difesa comune. Secondo quanto previsto dall’art. 46 del Trattato di Lisbona, i Paesi interessati a una maggiore collaborazione possono stabilire procedure più strette di cooperazione nel campo militare, con l’obiettivo ultimo di creare, entro dieci anni, un esercito unico europeo».

• «Proponiamo l’istituzione di un commissario europeo per la Difesa entro l’orizzonte della legislatura, che dovrà collaborare con l’Alto Rappresentante per la politica estera».

• «Entro cinque anni aumentare il numero di unità di intervento rapido stabiliti nello Strategic Compass da 5.000 a 100.000 soldati, da disporre sotto diretto comando della Commissione europea, come avvenuto con la NATO Response force, passata da 40.000 a 300.000 soldati. Questa iniziativa, oltre a rappresentare il primo concreto passo verso una difesa comune europea, è necessaria come deterrente per gli attori geopolitici che hanno interessi espansionistici a discapito dell’Ue».

• «Entro dieci anni formalizzare la costruzione del nuovo esercito comune europeo, frutto di scelte coerenti con l’operatività della NATO, perno fondamentale della difesa del continente europeo».

• «Proponiamo di creare un unico fondo europeo indipendente che vada a sostituire i singoli fondi nazionali destinati alla difesa entro la prossima legislatura. L’obiettivo è quello di realizzare programmi comunitari di modernizzazione e gestione di operazioni, addestramento e logistica così da aumentare l’efficacia delle difese UE e ridurre le spese di un futuro esercito europeo».

• «Proponiamo di finanziare progetti comuni di difesa, ad esempio un “Iron Dome” europeo, tramite l’emissione di debito comune con strumenti come l’eurobond. Investendo in programmi di sviluppo congiunti tra le industrie, intendiamo stabilire requisiti comuni per standardizzare i mezzi e gli equipaggiamenti di difesa a livello comunitario».

Alleanza Verdi-Sinistra

• «Inserire il “ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” nel Trattato sull’Unione europea».

• «Rafforzare il ruolo dell’Unione per la prevenzione di tutti i conflitti, la mediazione e la riconciliazione nonché la gestione delle crisi attraverso il costante mantenimento ed attuazione della pace. Fare dell’Unione europea un mediatore al servizio della pace e del diritto internazionale attraverso un’azione diplomatica autonoma e indipendente».

• «Considerare che una politica estera e di difesa comune europea non corrisponde ad un aumento della spesa militare, bensì alla sua razionalizzazione e diminuzione della spesa militare, e che questa dovrebbe essere accompagnata da un minore spazio degli eserciti nazionali e da un effettivo controllo democratico da parte del Parlamento europeo».

• «Fermare i piani di riarmo in corso e rilanciare le iniziative internazionali per il disarmo multilaterale e coordinato. Vietare i sistemi autonomi di armi letali. Implementare pienamente il Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP) e firmare e ratificare il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW)».

Pace Terra Dignità

• «L’Europa è un’Unione di Stati ma non deve diventare un Super-Stato che intenda la sovranità come un potere supremo, sovrastante su ogni altro potere e culminante nel diritto di guerra. Di conseguenza è da escludere la costituzione di un esercito europeo. Al contrario l’Europa, federazione di Stati, dovrà aprire una fase nuova di cooperazione fra i popoli, operare per riprendere la strada dei trattati sul disarmo e la denuclearizzazione militare e civile, ridurre la spesa militare, promuovere il controllo pubblico della produzione e dello scambio delle armi, e stabilire la riconversione con finalità civili delle proprie industrie belliche».

• «Chiediamo all’Unione europea di far sospendere le minacciose esercitazioni militari programmate dalla NATO per i prossimi mesi e di respingere nella maniera più assoluta l’idea di proiettare l’Alleanza Atlantica verso l’indo-pacifico e il confronto armato con la Cina».

• «Condividiamo la proposta di Carlo Rovelli sottoscritta da cinquanta premi Nobel per una riduzione bilanciata delle spese militari. L’obiettivo è la diminuzione del due per cento annuo per cinque anni».

• «Le risorse sottratte alle spese di guerra devono essere impiegate per ridurre il debito e le diseguaglianze, affrontare le grandi sfide delle pandemie, del clima e delle migrazioni e per fare in modo che ogni donna o uomo o bambino abbia cibo, acqua, medicine sufficienti e il diritto a un futuro migliore. Chiediamo che l’Italia ratifichi il Trattato per l’abolizione delle armi nucleari».

• «L’Europa deve rifiutare il criterio delle relazioni internazionali come “competizione strategica” tra le grandi Potenze com’è concepita dagli Stati Uniti. Questa dottrina prevede comportamenti economici e militari che rendono probabile una terza guerra mondiale».

Libertà

• «Libertà di professare la pace, Italia non belligerante. Serve un accordo di pace per fermare la strage di vite umane. Nel frattempo l’Italia si dichiari non belligerante e mandi aiuti umanitari piuttosto che spendere soldi in armi».

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