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Vero: il 70 per cento dei voti è andato a chi non ha votato la fiducia a Draghi (o l’ha votata solo in parte)

| 26 settembre 2022
La dichiarazione
«Il Paese ha votato al 70 per cento partiti che non hanno votato per niente o parzialmente la fiducia a Draghi»
Fonte: Facebook | 26 SETTEMBRE 2022
ANSA
ANSA
Verdetto sintetico
Il leader di Azione ha ragione.
In breve
  • Sommando i voti presi da Partito democratico, Più Europa, Impegno civico, Azione e Italia viva – i cinque partiti che hanno sempre sostenuto il governo Draghi – si ottiene il 30,3 per cento sul totale dei voti espressi. TWEET
  • Il restante 70 per cento circa è stato ottenuto da partiti che non hanno mai votato la fiducia a Draghi oppure gliel’hanno negata, facendo cadere l’esecutivo. TWEET
Il 26 settembre il leader di Azione Carlo Calenda ha commentato su Facebook le elezioni politiche del giorno prima, a cui il suo partito ha partecipato alleato con Italia viva di Matteo Renzi.

Secondo Calenda, il 70 per cento dei voti è andato a partiti che «non hanno votato per niente o parzialmente» la fiducia al governo guidato da Mario Draghi, che in Azione e Italia viva ha trovato due tra i suoi principali sostenitori.

Abbiamo verificato e la percentuale citata da Calenda è corretta.

I risultati di chi ha votato la fiducia a Draghi

I partiti candidati alle elezioni che hanno sempre sostenuto l’operato del governo Draghi erano cinque: Partito democratico, Più Europa, Impegno Civico, Azione e Italia viva. I primi tre si sono presentati al voto in coalizione e hanno preso, rispettivamente, il 19,1 per cento dei voti, il 2,8 per cento e lo 0,6 per cento. Azione e Italia viva si sono presentati con una lista comune e hanno preso il 7,8 per cento. La somma di questi partiti dà il 30,3 per cento dei consensi, ossia il «30 per cento» di cui ha parlato correttamente Calenda.

Gli altri partiti candidati alle elezioni o non hanno mai votato la fiducia a Draghi o non l’hanno votata nel momento decisivo, ossia quando a luglio scorso l’attuale presidente del Consiglio ha perso il sostegno della maggioranza dei partiti. Tra gli schieramenti che si sono opposti al governo Draghi troviamo Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e Sinistra italiana di Nicola Fratoianni, presentatosi alle elezioni alleato con Europa verde nella lista Alleanza Verdi-Sinistra.

Lega, Forza Italia e Movimento 5 stelle sono i tre partiti che il 20 luglio hanno deciso di non partecipare al voto in Senato, su una risoluzione su cui il governo Draghi aveva posto la fiducia. Questa decisione aveva di fatto segnato la fine dell’esecutivo, spingendo il presidente del Consiglio a presentare il giorno dopo le sue dimissioni al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il verdetto

Secondo Carlo Calenda, alle elezioni politiche del 25 settembre «il Paese ha votato al 70 per cento partiti che non hanno votato per niente o parzialmente la fiducia a Draghi». Abbiamo verificato e la percentuale citata dal leader di Azione è corretta.

Sommando i voti presi da Partito democratico, Più Europa, Impegno civico, Azione e Italia – i cinque partiti che hanno sempre sostenuto il governo Draghi – si ottiene il 30,3 per cento dei voti. Il restante 70 per cento circa è stato ottenuto da partiti che non hanno mai votato la fiducia a Draghi oppure gliel’hanno negata, facendo cadere l’esecutivo.

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