Salvo sorprese, nel 2026 in Italia non ci sarà nessuna elezione regionale: una circostanza che non si verificava da circa dieci anni, visto che l’ultimo anno senza alcuna consultazione regionale era stato il 2016.
Se non si considera il caso particolare della Valle d’Aosta, le sei regioni che hanno votato quest’anno hanno tutte confermato la coalizione che già era al governo prima del voto, senza cambiamenti negli equilibri politici alla guida delle giunte regionali. Il centrodestra ha vinto in Veneto, Marche e Calabria, il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle in Toscana, Puglia e Campania.
Questa totale assenza di alternanza sembra rafforzare ciò che i sondaggi segnalano da almeno tre anni: la politica italiana attraversa una fase di marcata stabilità.
Ed è proprio osservando come sono cambiati – o non sono cambiati – i rapporti di forza nelle regioni negli ultimi trent’anni che si capisce quanto questo equilibrio attuale sia anche il risultato di una lunga tendenza, fatta di aree rimaste fedeli allo stesso schieramento e di poche vere inversioni di rotta.
Se non si considera il caso particolare della Valle d’Aosta, le sei regioni che hanno votato quest’anno hanno tutte confermato la coalizione che già era al governo prima del voto, senza cambiamenti negli equilibri politici alla guida delle giunte regionali. Il centrodestra ha vinto in Veneto, Marche e Calabria, il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle in Toscana, Puglia e Campania.
Questa totale assenza di alternanza sembra rafforzare ciò che i sondaggi segnalano da almeno tre anni: la politica italiana attraversa una fase di marcata stabilità.
Ed è proprio osservando come sono cambiati – o non sono cambiati – i rapporti di forza nelle regioni negli ultimi trent’anni che si capisce quanto questo equilibrio attuale sia anche il risultato di una lunga tendenza, fatta di aree rimaste fedeli allo stesso schieramento e di poche vere inversioni di rotta.