Tutti i risultati delle elezioni regionali in Veneto

Tre grafici e due mappe per capire dove sono andati meglio e peggio il centrodestra e il centrosinistra
ANSA/NICOLA FOSSELLA
ANSA/NICOLA FOSSELLA
Il candidato del centrodestra Alberto Stefani (Lega) ha vinto le elezioni regionali in Veneto con un ampio margine, superando di 36 punti il candidato di centrosinistra e Movimento 5 Stelle Giovanni Manildo. Stefani ha ottenuto il 64,4 per cento dei voti, contro il 28,9 per cento di Manildo.

Tra gli altri tre candidati presidente, Riccardo Szumski di Resistere Veneto si è fermato al 5,1 per cento, Marco Rizzo di Democrazia Popolare Sovrana all’1,1 per cento e Fabio Bui di Popolari per il Veneto allo 0,5 per cento.
Il presidente uscente Luca Zaia non poteva ricandidarsi come presidente perché aveva già svolto due mandati consecutivi. Nel 2020 aveva ottenuto il 76,8 per cento, mentre il risultato di quest’anno di Stefani è più in linea con i livelli raggiunti dal centrodestra prima del 2020. A 33 anni, Stefani diventerà il presidente di regione più giovane, superando il precedente primato di Michele De Pascale in Emilia-Romagna, che ha 40 anni.

I partiti più votati

Sul fronte delle liste, la Lega è risultata la più votata con il 36,3 per cento, sostenuta anche dalla presenza di Zaia come capolista in tutte le province. Nel resto della coalizione di centrodestra, Fratelli d’Italia ha ottenuto il 18,7 per cento, Forza Italia il 6,2 per cento, la Liga Veneta l’1,8 per cento, l’Unione di Centro l’1,7 per cento e Noi Moderati Civici l’1,1 per cento.
Nel centrosinistra, il Partito Democratico ha raccolto il 16,6 per cento, Alleanza Verdi-Sinistra il 4,6 per cento, il Movimento 5 Stelle il 2,2 per cento e Volt Europa lo 0,3 per cento. Tra le liste civiche, “Uniti per Manildo” ha preso il 2,1 per cento, “Le civiche venete” l’1,5 per cento, e “Pace Salute Lavoro” lo 0,6 per cento.

La mappa del voto

Stefani ha superato il 60 per cento dei consensi in tutte le province, con l’unica eccezione di Venezia, dove si è fermato al 59,1 per cento. Il candidato di centrodestra ha inoltre vinto in tutti i comuni del Veneto, perdendo di misura soltanto nelle città di Venezia e Padova, conquistate dal centrosinistra con scarti rispettivamente di 0,5 e un punto.

Nella provincia di Verona Stefani ha ottenuto il 69,4 per cento, mentre in quelle di Vicenza e Rovigo il 68 per cento. A Padova si è attestato al 64,1 per cento, a Treviso al 62,1 per cento e a Belluno al 61,1 per cento.
Nonostante il risultato molto alto, rispetto al 2020 il centrodestra registra un calo significativo in tutti i comuni, con una diminuzione media di 14 punti. Le flessioni maggiori si osservano nelle province di Treviso (-17 punti), Venezia (-15,3) e Belluno (-14,6). A Padova e Vicenza il calo è rispettivamente di 10,8 e 10,4 punti, mentre a Rovigo e Verona si attesta a 9,7 e 9,1 punti.

L’affluenza al voto

In Veneto ha votato il 44,6 per cento degli aventi diritto, un dato in calo di 17 punti rispetto al 2020, quando il voto coincise con il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. Anche rispetto al 2015 si registra una diminuzione, pari a 13 punti.
La provincia con la partecipazione al voto più alta è stata Padova con il 49 per cento, seguita da Vicenza con il 44,1 per cento. Treviso, Venezia e Verona si collocano tra il 43,8 e il 44,8 per cento. Le affluenze più basse sono state quelle di Rovigo, con il 41,2 per cento, e soprattutto Belluno, con il 32,3 per cento.

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