Guida alle elezioni regionali in Puglia

Dai candidati al come si vota, passando per i risultati del passato, abbiamo raccolto tutto quello che c’è da sapere sul voto del 23 e 24 novembre
ANSA / DONATO FASANO
ANSA / DONATO FASANO
Domenica 23 (dalle ore 7 alle 23) e lunedì 24 novembre (dalle 7 alle 15) novembre si terranno le elezioni regionali in Puglia per eleggere il nuovo presidente della regione e i nuovi consiglieri regionali. Nelle stesse date si voterà anche in Veneto e in Campania. 

In Puglia la campagna elettorale è stata particolarmente vivace, soprattutto all’interno del centrosinistra, che amministra la regione da vent’anni. Qui, il confronto più acceso ha riguardato sia la scelta del candidato presidente sia la composizione delle liste per il consiglio regionale. 

Per orientarsi tra candidati, programmi e regole del voto, abbiamo raccolto tutto ciò che serve sapere per arrivare preparati alle urne.

I candidati alla presidenza

Il candidato della coalizione di centrosinistra è Antonio Decaro, ex sindaco di Bari e attualmente parlamentare europeo del Partito Democratico. Decaro è sostenuto anche dal Movimento 5 Stelle, da Alleanza Verdi-Sinistra e da tre liste civiche (“Decaro Presidente”, “Per la Puglia” e “Avanti Popolari con Decaro”), mentre tra le forze centriste è sostenuto da Azione, Italia Viva e Più Europa, con alcuni esponenti presenti proprio nelle liste civiche collegate.

La candidatura di Decaro è stata al centro di un lungo dibattito all’interno della coalizione. A settembre, l’esponente del Partito Democratico aveva dichiarato che avrebbe accettato di candidarsi solo a condizione che Michele Emiliano, presidente di regione uscente, e Nichi Vendola, che è stato presidente della regione dal 2005 al 2015, rinunciassero a candidarsi come consiglieri regionali. La richiesta aveva provocato tensioni, in particolare tra il PD e Alleanza Verdi-Sinistra, di cui Vendola è esponente. Alla fine, Decaro ha comunque accettato la candidatura, pur con la conferma della presenza di Vendola nelle liste, mentre Emiliano ha deciso di non ricandidarsi. Questo passaggio ha segnato la chiusura di un confronto che per settimane aveva caratterizzato la competizione interna al centrosinistra.

Decaro ha pubblicato sul proprio sito un programma articolato in cinque ambiti tematici, che vanno dall’ambiente alla sanità. Tra le proposte principali figurano maggiori investimenti per la transizione ecologica, la creazione di una task force dedicata alla gestione dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e la nazionalizzazione dell’ex ILVA per rilanciare il polo siderurgico di Taranto, con un ruolo diretto dello Stato.
Il candidato del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle Antonio Decaro con la segretaria del PD Elly Schlein – Fonte: ANSA
Il candidato del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle Antonio Decaro con la segretaria del PD Elly Schlein – Fonte: ANSA
Il centrodestra, invece, è arrivato alla scelta del candidato presidente con un percorso diverso ma altrettanto travagliato. Dopo mesi di discussione interna, i partiti che sostengono il governo Meloni sembravano orientati a candidare Mauro D’Attis di Forza Italia. A inizio ottobre, però, D’Attis ha rinunciato, sostenendo che i tempi erano ormai troppo stretti e indicando l’esigenza di puntare su un candidato civico. Da qui la scelta dell’imprenditore Luigi Lobuono, ex presidente della Fiera del Levante, sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati.

Al momento della pubblicazione di questo articolo, Lobuono non ha diffuso un programma ufficiale sul suo sito. In varie interviste ha comunque dichiarato di voler «fare qualcosa di concreto per i cittadini» e di puntare soprattutto sul potenziamento della rete infrastrutturale regionale.

Oltre ai candidati delle due principali coalizioni, sono presenti due ulteriori proposte politiche. Ada Donno è sostenuta dalla lista “Puglia Pacifista Popolare”, che riunisce Potere al Popolo e Partito Comunista Italiano. Propone, tra le altre cose, la revisione delle autorizzazioni delle basi militari in regione, l’introduzione di un salario minimo regionale e un piano decennale per l’edilizia pubblica. L’altro candidato è Sabino Mangano, ex consigliere del Movimento 5 Stelle a Bari, supportato dalla lista civica “Alleanza Civica per la Puglia”, composta dai movimenti “Marziani per la Puglia” e “Next Italia”. Nel suo programma figurano la lotta alla corruzione, la chiusura definitiva dell’ex ILVA e il rafforzamento del sistema dei trasporti.
Il candidato del centrodestra Luigi Lobuono – Fonte: ANSA
Il candidato del centrodestra Luigi Lobuono – Fonte: ANSA

Com’è andata in passato

Per valutare il contesto in cui si svolge il voto del 2024, è utile ricordare l’andamento delle precedenti elezioni. Dal 1995, anno di introduzione dell’elezione diretta del presidente di regione, il centrosinistra ha vinto in Puglia quattro volte, mentre il centrodestra si è affermato in due occasioni. 

Le ultime elezioni del 2020 sono state vinte da Emiliano, sostenuto dal centrosinistra, che ha superato Raffaele Fitto, ex ministro del governo Meloni e attuale commissario europeo. Emiliano aveva già vinto nel 2015, distanziando di quasi trenta punti la candidata del Movimento 5 Stelle Antonella Laricchia. In quelle due elezioni il Movimento 5 Stelle aveva corso in autonomia, ottenendo poco più dell’11 per cento nel 2015 e oltre il 18 per cento nel 2020.

Prima di Emiliano, la regione era stata governata per dieci anni consecutivi da Vendola, sempre con il centrosinistra: nel 2005 l’esponente di Sinistra Ecologia Libertà aveva vinto di misura contro Fitto e nel 2010 era stato riconfermato con quasi il 49 per cento. Più indietro nel tempo, nel 1995 e nel 2000 le elezioni erano state vinte dal centrodestra con Salvatore Distaso e poi con Fitto.

Le regole del voto

Gli elettori pugliesi sono suddivisi in sei circoscrizioni, corrispondenti alle province. È possibile votare sia per un candidato presidente sia per una lista collegata, oppure solo per il candidato presidente o solo per la lista. In quest’ultimo caso, il voto si estende automaticamente al candidato presidente sostenuto dalla lista scelta. È previsto anche il “voto disgiunto”, che consente di votare un candidato presidente e una lista collegata a un altro candidato.

Per quanto riguarda le preferenze, gli elettori possono esprimerne fino a due, a condizione che siano assegnate a candidati di sesso diverso, altrimenti la seconda preferenza viene annullata. Lo scrutinio inizierà alle ore 15 di lunedì 24 novembre, subito dopo la chiusura dei seggi.

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