PD e Alleanza Verdi-Sinistra stanno litigando per le elezioni in Puglia

La vicenda riguarda la candidatura come consigliere regionale di Nichi Vendola, a cui però Antonio Decaro – possibile candidato presidente della coalizione – ha chiesto di fare un passo indietro
Ansa
Ansa
La coalizione di centrosinistra è al lavoro per ufficializzare la candidatura dell’europarlamentare del Partito Democratico Antonio Decaro come presidente della Regione Puglia. Nella regione, infatti, questo autunno si svolgeranno le elezioni per eleggere il nuovo presidente e rinnovare il consiglio regionale, anche se per ora non è ancora stata stabilita una data precisa per il voto.

Decaro, che dal 2015 al 2024 è stato sindaco di Bari ed è un politico molto popolare in Puglia, già da tempo si era detto disposto a candidarsi alla guida della sua regione. Di recente, però, il parlamentare europeo ha posto due condizioni non scontate per la sua candidatura a presidente, ossia che non si candidino in consiglio regionale né Michele Emiliano con il Partito Democratico né Nichi Vendola nelle liste di Alleanza Verdi-Sinistra. 

Emiliano è l’attuale presidente pugliese e guida la regione dal 2015, mentre Vendola è stato presidente nei due mandati precedenti, dal 2005 al 2015. «A Michele Emiliano e a Nichi Vendola mi legano stima e affetto sinceri, oltre che una storia comune di cui sono orgoglioso e che non rinnego», ha scritto Decaro in un post su Instagram del 22 agosto. «Ma io voglio essere un presidente libero, capace di assumermi fino in fondo la responsabilità delle scelte. Non voglio essere ostaggio delle decisioni di chi mi ha preceduto. La Puglia non ha bisogno di un presidente a metà».

In sostanza, secondo il parlamentare europeo la presenza di Emiliano e Vendola in consiglio regionale rischierebbe di essere troppo ingombrante e non gli garantirebbe l’autonomia politica necessaria per amministrare la Puglia secondo le sue idee, soprattutto se in contrasto con le precedenti amministrazioni. 

Emiliano si fa da parte, Vendola no

Dopo giorni di contatti e trattative, il 2 settembre Emiliano ha annunciato l’intenzione di fare un passo indietro e di mettersi «a disposizione del partito per senso di responsabilità», cosa che ha portato subito Decaro a ringraziare il politico pugliese, con il quale ha iniziato la carriera politica da assessore del Comune di Bari: «A Michele Emiliano, che ha scelto di non candidarsi al consiglio regionale, va la mia stima e la mia gratitudine per avere, generosamente, fatto un passo di lato».

Sciolto il nodo Emiliano, Decaro è tornato a chiedere la stessa cosa all’altro ex presidente pugliese intenzionato a candidarsi: «Mi auguro che lo stesso gesto di generosità possa arrivare anche da Nichi Vendola e da AVS, che considero alleati fondamentali per il governo della regione, in modo da avviare la campagna elettorale e di tornare finalmente a parlare dei temi che interessano i pugliesi». 

Se la questione con Emiliano è stata risolta tutto sommato senza grossi problemi, la situazione con Vendola sembra invece essere più complicata, tanto da mettere a repentaglio la stessa candidatura di Decaro. 

L’ex presidente pugliese e fondatore di Sinistra Ecologia e Libertà (SEL) è stato a lungo uno dei volti più noti della sinistra italiana. Dopo anni senza incarichi politici, nel 2023 è stato nominato presidente di Sinistra Italiana dal segretario Nicola Fratoianni, in passato suo stretto collaboratore nonché assessore regionale in Puglia nella seconda giunta guidata da Vendola. 

Nei mesi scorsi è stato proprio Fratoianni a spingere in alcune interviste la candidatura di Vendola al consiglio regionale pugliese tra le fila di Alleanza Verdi-Sinistra, e per questo motivo un dietrofront sul nome del candidato più noto potrebbe essere inteso come un’eccessiva sottomissione alle richieste del Partito Democratico. «Noi abbiamo lavorato sin dall’inizio per l’unità delle opposizioni, ma al tempo stesso AVS non è comparsa, è protagonista di questa coalizione», ha detto non a caso lo stesso Fratoianni di recente al TG3 su Rai 3.

La situazione rimane quindi in uno stallo delicato, tanto da mettere a repentaglio la stessa candidatura di Decaro. Secondo quanto riportato dal manifesto, infatti, il 2 settembre Decaro avrebbe detto ai suoi collaboratori più stretti che «se Vendola si candida in consiglio il centrosinistra troverà un altro candidato presidente, perché nessuno è insostituibile». Lo stesso giorno, in un’intervista a In Onda su La7, la segretaria del PD Elly Schlein ha preferito non entrare nella questione, dichiarando (min. -1:08:15) che «Vendola fa parte di un’altra forza politica, e delle liste di un’altra forza politica è giusto che si occupi quella altra forza politica». Ma è chiaro che la mancanza di un accordo tra AVS e Decaro potrebbe avere un impatto su tutta la coalizione. 

Vendola e Bonelli

Nonostante i possibili rischi, per ora Alleanza Verdi-Sinistra non sembra intenzionata a ritirare la candidatura dell’ex presidente pugliese. «Quello che sta accadendo in Puglia è surreale. Abbiamo un candidato presidente, Antonio Decaro, al quale confermiamo la nostra stima, che però si arroga il diritto di porre veti sui candidati di altre forze politiche. Questo è irricevibile», ha detto a proposito Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde, il partito che con Sinistra Italiana forma l’Alleanza Verdi-Sinistra.

Una simile difesa di Vendola da parte di Bonelli non era scontata, visto che in passato il leader ambientalista è stato molto critico nei confronti Vendola e della gestione che la sua giunta regionale fece dell’ex Ilva di Taranto. Nel 2010, quando iniziò la famosa inchiesta “Ambiente svenduto” – che nel 2021 portò alla condanna di Vendola per concussione, poi annullata nel 2024 – tra i Bonelli e Vendola non scorreva buon sangue. 

Bonelli chiese più volte le dimissioni dell’allora presidente regionale, accusandolo di «non dire la verità» sulla vicenda di Taranto e proponendogli di cancellare la parola “ecologia” dal nome del suo partito (Sinistra Ecologia e Libertà). Dal canto suo, invece Vendola, non risparmiò alcune frecciate al suo nuovo alleato, definendolo senza troppi giri di parole un «piccolo avvoltoio» venuto a Taranto «a cercare fortuna elettorale». Il riferimento è a quando Bonelli nel 2012 si candidò a sindaco di Taranto con il sostegno dei Verdi, in opposizione al candidato del Partito democratico e di Sinistra Ecologia e Libertà Ippazio Stefàno, poi risultato comunque vincitore.
E adesso? Cosa è cambiato? «Non nego di aver criticato Vendola in passato. Anzi, sono stato molto critico con lui sulla gestione dell’Ilva», ha detto a Pagella Politica lo stesso Bonelli. «Ma è la normale dialettica politica. Io però non sono una persona che pone veti a nessuno e negli anni abbiamo saputo dialogare con Sinistra Italiana. E questo ci ha permesso di creare un’alleanza di successo», ha concluso il deputato, secondo cui anche Vendola nel tempo avrebbe rivisto criticamente le sue posizioni sull’acciaieria. 

Insomma, i rapporti tra i due ex avversari si sono riconciliati, al punto che Bonelli insieme ad AVS sembra essere disposto a rischiare la tenuta dell’intera alleanza del centrosinistra per garantire a Vendola una candidatura al consiglio regionale. Ovviamente la posta in gioco è più grande di così, e ha a che fare con logiche di potere di coalizione che arrivano a livello nazionale e riguardano i rapporti di forza tra PD, AVS e Movimento 5 Stelle. «È una situazione abbastanza indecorosa», ha commentato a Pagella Politica il segretario di Più Europa Riccardo Magi, che in tutte e sei le regioni al voto sostiene i candidati del centrosinistra. «Il centrosinistra non ci fa una bella figura. Io l’anno scorso, durante la festa di Alleanza Verdi-Sinistra, avevo chiesto di creare un “tavolo” di coordinamento delle opposizioni, cioè che ci coordinassimo costantemente su come affrontare i temi al centro di dibattito e pure le candidature. Quella proposta è sempre stata snobbata e ora, dopo un anno, siamo a questo punto: niente tavolo permanente e niente invito alla festa di Alleanza Verdi-Sinistra per me», ha aggiunto Magi con un velo di ironia. «Detto questo, non credo che Decaro possa arrogarsi il potere di decidere sulle candidature dei singoli partiti», ha precisato il deputato, tra i pochi presenti alla Camera in questi giorni.
Newsletter

Conti in tasca

Ogni giovedì
Si dice che l’economia ormai sia diventata più importante della politica: in questa newsletter Massimo Taddei prova a vedere se è vero. Qui un esempio.

Ultimi articoli