Il peso del governo sulle leggi approvate in Italia è il più alto tra i grandi Paesi europei

Lo spiega il nuovo rapporto sulla legislazione tra il 2022 e il 2023 pubblicato dalla Camera dei deputati, che certifica come l’esecutivo abbia un ruolo sempre maggiore rispetto al Parlamento
Ansa
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Nei primi sette mesi di questa legislatura, iniziata il 13 ottobre 2022, quasi l’80 per cento delle leggi approvate dal Parlamento è frutto di proposte del governo Meloni: è la percentuale più alta tra i grandi Paesi europei. È quanto emerge dal nuovo rapporto pubblicato il 14 luglio dalla Camera, intitolato “La legislazione tra Stato, Regioni e Unione europea”, dedicato alla produzione normativa tra il 2022 e il 2023. 

Il rapporto contiene una serie di dati sulle leggi approvate dal Parlamento e dai consigli regionali da ottobre 2022 a maggio 2023, con un confronto anche a livello europeo.

I primi sette mesi della legislatura

Nei primi sette mesi di questa legislatura il Parlamento ha approvato 29 leggi, con una media di circa quattro al mese. Di queste, 19 sono disegni di legge di conversione di decreti-legge, quattro sono disegni di legge di iniziativa del governo (tra cui la legge di Bilancio per il 2023), mentre le restanti sei sono state proposte dai parlamentari. In totale, dunque, le leggi di iniziativa del governo sono state 23 su 29: quasi l’80 per cento. 

In Italia, lo ricordiamo, i progetti di legge possono essere presentati dalla Camera, dal Senato, da un consiglio regionale, dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) o da almeno 50 mila elettori. Il governo ha la possibilità di presentare disegni di legge e di approvare i decreti-legge e i decreti legislativi. I decreti-legge sono provvedimenti che hanno forza di legge ed entrano subito in vigore, ma devono essere convertiti in legge, anche con modifiche, dalla Camera e dal Senato entro 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale. I decreti legislativi sono invece atti con cui il governo mette in pratica le disposizioni previste da una legge delega approvata dal Parlamento. 

Tra le 29 leggi approvate, in dieci occasioni il governo ha posto la questione di fiducia in almeno uno dei due rami del Parlamento. Con la questione di fiducia i tempi dell’esame del testo da parte del Parlamento si riducono, perché cade la possibilità per le aule di votare modifiche al testo. In questo modo, però, il governo rischia di perdere la fiducia di una delle due aule, nel caso in cui non avesse la maggioranza dei voti.
Tra le 29 leggi approvate il 31 per cento riguardava l’ordinamento istituzionale interno, il 17 per cento gli esteri, il 10 per cento lo sviluppo economico, il 24 per cento riguardava più settori, il 7 per cento la finanza, un altro 7 per cento il territorio e le infrastrutture, mentre il restante 3 per cento i servizi alle persone.

L’utilizzo dei decreti-legge

Per quanto riguarda l’attività del governo, tra ottobre 2022 e maggio 2023 l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha emanato 27 decreti-legge e 21 decreti legislativi. Dei 27 decreti-legge, 19 sono stati convertiti in legge dal Parlamento, tre sono stati abrogati e il loro contenuto è confluito in altri provvedimenti, mentre i restanti cinque non sono ancora stati convertiti. Tutti i decreti-legge convertiti sono stati approvati dal Parlamento con un solo passaggio tra Camera e Senato. In sette casi il governo ha posto la fiducia in almeno una delle due aule, mentre in due casi la fiducia è stata posta sia alla Camera sia al Senato. In media sono serviti 42 giorni per approvare un decreto legge.

Il rapporto mette in evidenza come nel percorso di conversione dei decreti-legge sia aumentato in modo significativo il cosiddetto “monocameralismo alternato”. Questa è la tendenza a concentrare l’esame e la modifica dei progetti di legge in una sola delle due camere, con l’altra che si limita ad approvarli. Su questo tema il rapporto sottolinea che nella scorsa legislatura, ossia tra il 2018 e il 2022, il 95 per cento dei decreti-legge è stato convertito senza modifiche da parte della seconda camera che li ha esaminati, un dato in aumento rispetto alla legislatura precedente, quella tra il 2013 e il 2022 (88 per cento). Durante il percorso di conversione le modifiche fatte dal Parlamento ai decreti-legge hanno portato in media a un aumento del 57 per cento dei commi e del 64 per cento delle parole. 

Dei 21 decreti legislativi approvati, 13 riguardavano il recepimento di normative dell’Unione europea, mentre otto l’attuazione di leggi dello Stato.

L’azione legislativa negli ultimi dieci anni

Le tendenze registrate nei primi sette mesi di questa legislatura ricalcano quelle degli ultimi dieci anni. Nella diciassettesima legislatura, ossia tra il 2013 e il 2018, si sono succeduti tre governi, quello di Enrico Letta, quello di Matteo Renzi e quello di Paolo Gentiloni, e sono state approvate 379 leggi. Di queste, il 74 per cento è stato di iniziativa governativa, il 25 per cento parlamentare e l’1 per cento di iniziativa mista o dei Consigli regionali. Tra le leggi di iniziativa governativa, le leggi di conversione di decreti-legge sono state 83. Sul totale delle leggi approvate, i decreti-legge sono stati il 22 per cento e il governo ha chiesto la fiducia in almeno una delle due camera nel 12,5 per cento dei casi. 

Nella diciottesima legislatura, tra il 2018 e il 2022 si sono succeduti tre governi, il primo e il secondo governo Conte e quello di Mario Draghi, e sono state approvate 315 leggi. Di queste, le leggi di iniziativa governativa sono state il 79 per cento, quelle parlamentari il 20 per cento e il resto di iniziativa mista o popolare. In questo caso le leggi di conversione di decreti legge sono state 104. Sul totale delle leggi approvate, i decreti sono stati il 33 per cento e il governo ha chiesto la fiducia o alla Camera o al Senato in circa il 21 per cento dei casi.
Dunque possiamo dire che il governo Meloni sta procedendo sulla strada tracciata dai suoi predecessori.

Quanto pesa il governo negli altri Paesi

Il peso del governo pari a quasi l’80 per cento delle leggi approvate dal Parlamento è il più alto tra i principali Paesi europei.

Nel 2022 in Francia sono state approvate 62 leggi, di cui il 61 per cento di iniziativa governativa e il 39 per cento di iniziativa parlamentare, dati simili a quelli del 2021 (rispettivamente 58 e 42 per cento). In Germania le leggi approvate sono state 107: il 64 per cento era di iniziativa governativa, mentre il 36 per cento parlamentare (nel 2021 erano l’84 e il 16 per cento). Il Regno Unito ha approvato solo 48 leggi nel 2022 e il 73 per cento è stato di iniziativa governativa, mentre il 27 per cento parlamentare. Infine, nel 2022 la Spagna ha approvato 74 leggi: il 74 per cento è stato di iniziativa governativa, mentre il 24 per cento o di iniziativa parlamentare o delle comunità autonome (nel 2021 l’iniziativa governativa aveva pesato per l’86 per cento).

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