Il più giovane segretario di partito sa come farsi notare

Abbiamo incontrato Matteo Hallissey, che a 21 anni guida i Radicali Italiani. Alcune sue iniziative, come quelle contro tassisti e balneari, stanno facendo discutere
Pagella Politica
«Non penso ci sia un modo giusto o sbagliato per fare i “radicali”: a mio parere ci sono le battaglie di sempre, che stiamo portando avanti magari con metodo e forme nuove, ma siamo sempre noi». Matteo Hallissey ha 21 anni, è originario di Bologna ed è il più giovane segretario di partito in Italia, almeno tra quelli che accedono al 2 per mille. A gennaio di quest’anno è stato eletto nuovo segretario dei Radicali Italiani, uno dei soggetti eredi dello storico Partito Radicale di Marco Panella. 

In questi mesi, insieme ai Radicali Italiani, Hallissey si è fatto conoscere sui social network per le sue iniziative con cui chiede maggiore concorrenza nel settore degli stabilimenti balneari e dei taxi, scontrandosi anche con qualche lavoratore. «Vuoi schiaffi? Li vuoi subito o fra cinque minuti?» gli aveva risposto un tassista lo scorso novembre, alla stazione di Bologna, dopo che Hallissey gli aveva dato un volantino che denunciava il problema della scarsità di taxi in Italia. 

Quest’estate, insieme allo streamer Ivan Grieco, il segretario dei Radicali Italiani ha girato gli stabilimenti balneari, dove ha piantato degli ombrelloni per chiedere la messa a gara delle concessioni, come richiesto dalle regole europee. «Ormai i tassisti e i balneari mi riconoscono quando mi vedono, e non ci fermeremo qui. Abbiamo in mente di fare campagne simili anche per altri settori, dove secondo noi è necessaria una svolta: portare più concorrenza e libertà di mercato per migliorare l’offerta ai cittadini», ha detto Hallissey a Pagella Politica, facendoci accomodare a fianco a lui, davanti a un tavolo pieno di volantini e manifesti elettorali nel suo comitato elettorale a Bologna. Il giovane segretario dei Radicali Italiani è candidato come consigliere regionale alle elezioni in Emilia-Romagna del 17 e 18 novembre nella lista “Riformisti per l’Emilia-Romagna futura” a sostegno del candidato di centrosinistra alla presidenza della regione, il sindaco di Ravenna Michele De Pascale (Partito Democratico). Nella lista “Riformisti per l’Emilia-Romagna futura” i Radicali Italiani non hanno presentato il loro simbolo e Hallissey è candidato come rappresentante di Più Europa, il partito europeista fondato da Emma Bonino, di cui il segretario dei Radicali Italiani fa parte come membro dell’assemblea nazionale. 

All’interno del comitato bolognese di Hallissey è appesa una mappa del centro di Bologna, che i volontari usano per organizzare le comunicazioni “porta a porta”. Il rosa è il colore dominante del comitato, tant’è che anche Hallissey indossa spesso una camicia di questo colore, sotto a una giacca blu. Un dettaglio studiato, come vedremo più avanti.
Immagine 1. Matteo Hallissey di fronte alla sede del suo comitato elettorale a Bologna – Foto: Federico Gonzato
Immagine 1. Matteo Hallissey di fronte alla sede del suo comitato elettorale a Bologna – Foto: Federico Gonzato
La sede del comitato di Hallissey è nel pieno centro di Bologna, in via Sant’Isaia, non distante da Piazza San Francesco e da via del Pratello, tra le zone principali di ritrovo di giovani e universitari bolognesi. Ed è proprio ai giovani che fanno appello Hallissey e i Radicali Italiani, coinvolgendoli nelle storiche campagne del partito fondato da Pannella nel 1955, nel segno dell’antiproibizionismo, del liberalismo e del laicismo. La svolta generazionale portata da Hallissey e dalla nuova segreteria del partito ha generato un’accesa discussione al suo interno, con alcuni abbandoni da parte di esponenti della precedente dirigenza.  Questa non è una novità nella storia del radicalismo italiano, contrassegnato – soprattutto dopo la morte di Pannella nel 2016 – da faide e dissidi su come portare avanti le battaglie storiche del movimento, l’eredità e la memoria del suo leader.

Dall’appennino bolognese agli “aperitivi liberali”

«La mia passione politica è iniziata al liceo», ha raccontato Hallissey, che è nato nel 2003 a Monterenzio, da madre romana e da padre inglese. Monterenzio è un comune di circa seimila abitanti dell’Appennino, a Sud della provincia di Bologna, a pochi chilometri dal confine con la Toscana. «Siccome a Monterenzio non ci sono le scuole superiori, dopo le medie ho cominciato a fare il pendolare verso Bologna per frequentare il liceo Copernico, dove ho scoperto un mondo di associazioni e realtà impegnate nella politica. Ho cominciato quindi ad appassionarmi, e all’inizio volevo fare il giornalista». 

Il punto di svolta per Hallissey è arrivato nel 2020, con la pandemia di Covid-19. «In quel periodo, quando tutti ci siamo un po’ rinchiusi in casa, ho iniziato a seguire tante dirette social dove si parlava di attualità, leggendo molto e aprendo i primi canali online in cui discutevo di politica con altri ragazzi», ha spiegato il segretario dei Radicali Italiani, che successivamente ha iniziato a organizzare eventi in alcuni bar a Bologna, dal nome “aperitivi liberali”. «Era un nome ovviamente provocatorio: non era semplicissimo fare questi eventi in una città come questa, da sempre connotata politicamente a sinistra», ha spiegato sorridendo. Negli anni del liceo Hallissey era solito intervenire alle assemblee di diversi istituti: «A volte ero chiamato a discutere con ragazzi di destra sul tema dei diritti, come aborto, eutanasia, legalizzazione delle droghe leggere. In altri casi venivo chiamato per confrontarmi con ragazzi di sinistra, magari su questioni legate all’economia, al mercato», ha raccontato il segretario dei Radicali che, tra destra e sinistra, preferisce definirsi «un liberale progressista».

Tramite i social network Hallissey ha conosciuto Michele Boldrin, economista, già fondatore del partito “Fare per fermare il declino” e da pochi mesi ideatore del movimento “Drin Drin” insieme all’imprenditore Alberto Forchielli: «Boldrin è una persona che mi ha ispirato molto ed è stato sicuramente un punto di riferimento all’inizio della mia esperienza politica. Pian piano sono entrato a far parte del direttivo nazionale di “Liberi Oltre le illusioni”, l’associazione che ha contribuito a fondare, in cui mi sono occupato di fare approfondimenti sui temi della scuola e dell’istruzione».

L’incontro di Hallissey con i Radicali Italiani e con Più Europa è avvenuto nel 2021, durante la campagna per la raccolta firme per il referendum con cui si chiedeva la depenalizzazione della cosiddetta “eutanasia diretta”, poi bocciato dalla Corte Costituzionale a febbraio 2022. L’eutanasia diretta consiste nella possibilità per un medico di somministrare a un paziente affetto da una malattia grave e irreversibile un farmaco che ne provoca la morte, previo consenso del malato. In Italia questa pratica è punita dal codice penale.

«È stata un’esperienza bella, intensa, e il primo momento in cui ho conosciuto i Radicali Italiani e Più Europa, dato che erano loro che gestivano, coordinavano la campagna qui a Bologna. Da quel momento sono entrato nel mondo radicale, senza grandi distinzioni di sigle, perché avevo a cuore le battaglie, e il segretario di Più Europa Riccardo Magi è stato per me un altro punto di riferimento importante nella mia crescita personale e politica», ha spiegato Hallissey. Magi, 48 anni, è esponente dei Radicali Italiani dal 2001 ed è stato segretario del partito tra il 2015 e il 2018. Già consigliere comunale a Roma, in vista delle elezioni politiche per il 2018 ha fondato Più Europa insieme a Bonino, e ora è deputato e segretario dello stesso partito.

Il legame con Magi 

Anche Magi in questi anni si è fatto notare per le battaglie portate avanti come esponente radicale. Tra le altre cose, l’attuale segretario di Più Europa si è reso più volte protagonista di iniziative che hanno suscitato clamore, per esempio riguardo la legalizzazione della cannabis. A febbraio 2024 Magi, insieme anche allo stesso Hallissey, è stato fermato a Roma dalla polizia per aver proiettato sulla facciata di Palazzo Montecitorio, la sede della Camera, l’immagine di una foglia di marijuana durante un’iniziativa dell’associazione “Meglio legale”, che si occupa di legalizzazione della cannabis ed è guidata da Antonella Soldo. Tre anni prima, a luglio 2021 Magi è stato tra i firmatari dell’emendamento al decreto “Semplificazioni” che ha permesso la creazione della piattaforma per la sottoscrizione online delle proposte di referendum abrogativi e delle proposte di legge di iniziativa popolare. Anche grazie a questa piattaforma, a settembre 2024 il quesito referendario per la modifica della legge sulla cittadinanza (presentato inizialmente dallo stesso Magi) ha superato la soglia minima delle 500 mila firme necessarie per chiederne l’organizzazione. 

«Magi è stato il parlamentare che più mi ha supportato nelle mie battaglie e mi ha dato ascolto. Penso che avere come Radicali Italiani un rappresentante in Parlamento sia fondamentale per avere una sponda per le nostre battaglie all’interno dei palazzi della politica», ha detto Hallissey. Magi mantiene infatti ancora oggi la tessera dei Radicali Italiani, pur essendo segretario di un altro partito, per l’appunto Più Europa. La possibilità di avere la cosiddetta “doppia tessera”, ossia l’iscrizione contemporanea a due partiti diversi, è una storica prerogativa dei radicali. Come ha spiegato lo storico esponente radicale Gianfranco Spadaccia nel libro Il Partito Radicale. Sessanta anni di lotte tra memoria e storia, pubblicato da Sellerio nel 2021, tra i radicali storici – compreso Pannella – c’era «la convinzione che le battaglie ingaggiate dal partito fossero largamente condivise dalla base e da una parte delle stesse classi dirigenti degli altri partiti laici e di sinistra». Da questo discende la possibilità per gli esponenti radicali di essere iscritti anche ad altri partiti, non solo di sinistra, ma pure di destra. 

Insomma, la convinzione di fondo dei radicali è sempre stata che le loro battaglie non hanno bandiera politica, e che possono essere condivise da chiunque. Non è un caso se nel 2013 l’allora leader di Forza Italia Silvio Berlusconi sottoscrisse i 12 quesiti referendari presentati da Pannella e dai Radicali Italiani su varie materie, dalla separazione delle carriere dei magistrati alle regole per la destinazione dell’8 per mille. «Firmo anche quelli su cui non sono d’accordo perché credo sia giusto che agli italiani sia dato il diritto di esprimere il loro voto, con un sì o con un no, sui problemi che gli vengono sottoposti», aveva detto all’epoca Berlusconi presentatosi al gazebo dei Radicali a Largo Argentina a Roma, nei pressi della storica sede del partito. A proposito di Berlusconi: l’8 novembre l’ex compagna Francesca Pascale ha partecipato a Bologna a un evento insieme ad Hallissey per la promozione della cannabis legale. «Sono con Matteo a prescindere dalla tornata elettorale perché sono convinta che lui in politica sia un valore aggiunto. Tra i tanti motivi, affronta la politica con i valori della verità e del coraggio: valori che oggi purtroppo in politica sono sempre carenti», ha detto Pascale a margine dell’incontro.
Immagine 2. Silvio Berlusconi insieme a Marco Pannella nel 2013 al banchetto per la raccolta firme sui referendum a Roma – Fonte: Ansa
Immagine 2. Silvio Berlusconi insieme a Marco Pannella nel 2013 al banchetto per la raccolta firme sui referendum a Roma – Fonte: Ansa
Nel congresso di Più Europa tenutosi a febbraio 2023, Hallissey ha sostenuto la candidatura a segretario di Magi, presentandosi come capolista per la lista “ImMAGIna + Europa”. Dopo la vittoria di Magi al congresso, il ragazzo è entrato a far parte dell’assemblea nazionale di Più Europa. «Dopo la vittoria del congresso da parte di Riccardo, sono sceso a Roma per lavorare con lui per alcuni mesi e in seguito mi ha dato il suo appoggio per la mia candidatura come nuovo segretario dei Radicali Italiani», ha raccontato Hallissey.

Le campagne contro tassisti e balneari

Uno dei tratti distintivi dell’attività politica del segretario dei Radicali Italiani, e per cui si è fatto conoscere di recente sui social network, riguarda le sue iniziative per la liberalizzazione del settore dei taxi e delle concessioni balneari. 

Da anni in Italia esiste un problema riguardante la scarsità di licenze per i taxi, che nelle grandi città genera lunghe file e attese, dato che la domanda è di gran lunga superiore rispetto all’offerta. Nonostante il problema sia noto e diffuso, le istituzioni faticano ad attivare nuove licenze e ad ampliare il mercato, a causa delle proteste dei tassisti ma anche degli ostacoli di una parte consistente della politica. Hallissey e i Radicali Italiani sono invece dell’idea che sia necessario riformare le regole sia per i taxi sia per le concessioni balneari, favorendo la concorrenza in entrambi i settori. Per questo, Hallissey ha messo in atto diverse azioni di protesta contro i tassisti, documentando vari disservizi, tra cui la contrarietà di alcuni tassisti ai pagamenti elettronici. Per esempio, in questi mesi Hallissey insieme allo youtuber Grieco ha protestato a Roma contro i tassisti offrendo passaggi gratuiti in macchina a turisti e cittadini con l’iniziativa “free taxi”.
Quest’estate Hallissey e Grieco hanno anche protestato contro i balneari piantando ombrelloni portati da casa e occupando alcuni spazi all’interno degli stabilimenti balneari. «Sono consapevole che portando avanti queste iniziative, nel modo in cui lo facciamo, inevitabilmente polarizziamo il dibattito su questi temi, ma credo che sia l’unico modo in cui possano emergere, soprattutto sui social», ha spiegato Hallissey. «Poi, ovvio, ormai sia i tassisti che i balneari mi riconoscono, sanno chi sono, e molti ormai evitano di mettersi a discutere troppo o a minacciarmi perché sanno che non otterrebbero una buona pubblicità».

Una questione di metodo e di immagine

Le campagne condotte da Hallissey contro tassisti e balneari hanno fatto discutere all’interno del variegato mondo dei radicali. «Sono azioni che creano certamente scalpore, che fanno discutere. I radicali storici, compreso me stesso, non avrebbero mai fatto iniziative di questo tipo. Hallissey prende di mira i gruppi di persone, le lobby, le corporazioni e manifesta direttamente contro di loro. I radicali storici hanno sempre cercato di cambiare le regole concentrando la loro protesta contro le istituzioni, la politica, senza andare contro le singole persone», ha raccontato a Pagella Politica Marco Taradash, 74 anni, storico esponente del Partito Radicale, già parlamentare europeo e deputato sia per il partito di Pannella che per Forza Italia. «Detto questo, voglio precisare che il mio è semplicemente un ragionamento sul metodo in prospettiva storica, non voglio intendere che il metodo di Hallissey sia sbagliato. I tempi cambiano, e anche i modi della politica».

Dietro alle campagne di Hallissey e dei Radicali Italiani sui tassisti e sui balneari c’è una strategia precisa. «Sicuramente il fatto di non fare la battaglia sui taxi davanti al Parlamento o di fronte al Ministero dei Trasporti è un cambiamento rispetto al passato. Ma abbiamo voluto puntare su qualcosa che ora fa più notizia, soprattutto sui social. Abbiamo fatto una sorta di rebranding delle battaglie radicali, un rebranding nel metodo», ha spiegato a Pagella Politica Emanuele Migliaccio, 25 anni, responsabile per la comunicazione dei Radicali Italiani, che abbiamo incontrato al comitato elettorale di Bologna. Migliaccio ha aggiunto che, oltre a una strategia accurata sulle singole campagne, sono stati fatti uno studio e un ragionamento sull’immagine dello stesso Hallissey. «Non è un caso se Matteo si presenta spesso in pubblico con la camicia rosa: abbiamo fatto in modo che oltre alla varie campagne sia ben identificabile e riconoscibile il personaggio, il politico», ha aggiunto il responsabile per la comunicazione. 

A proposito di camicia rosa, nella serata del 9 novembre Hallissey si è presentato a un evento elettorale della Lega a Mercato Saraceno, in provincia di Forlì-Cesena, a cui ha partecipato anche il leader Matteo Salvini. Entrato nel ristorante dove si teneva l’evento, il segretario dei Radicali Italiani ha contestato Salvini per alcune frasi dette da un candidato della Lega al Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna. Il candidato in questione è Mirko De Carli, esponente del Popolo della Famiglia, che lo scorso 5 novembre ha definito l’aborto «un omicidio legalizzato». «Salvini, lei è d’accordo con le dichiarazioni di uno dei suoi candidati, Mirko De Carli?», ha chiesto Hallissey al segretario della Lega, che però ha sviato la domanda iniziando un elenco di elogi. «Viva l’Italia, viva gli italiani, evviva le camicie rosee, evviva Garibaldi, Lucio Battisti e Vasco Rossi, e fate un applauso a chi è sfigato il sabato sera», ha detto Salvini, mentre Hallissey veniva strattonato e allontanato dall’evento. «Noi abbiamo una comunicazione molto muscolare, che divide, ma questo ci permette di distinguere chiaramente chi sta con noi e chi no. Così sappiamo con certezza che ci segue e si iscrive al nostro partito lo fa perché crede davvero alle nostre battaglie», ha spiegato Migliaccio.

L’eredità radicale

In ogni caso, dopo la morte di Pannella, avvenuta a maggio del 2016, la cosiddetta “galassia radicale”, ossia l’insieme di partiti e associazioni legate al radicalismo italiano, si è divisa proprio su come portare avanti la storia e le lotte libertarie e antiproibizioniste del partito. 

Come racconta Spadaccia nel suo libro, alla fine degli anni Ottanta il Partito Radicale, che fino ad allora si era presentato con il proprio simbolo alle elezioni, aveva stabilito che da quel momento in poi il partito non si sarebbe più presentato nelle diverse tornate elettorali, preferendo condurre le proprie battaglie politiche fuori dal Parlamento e con un approccio che andasse al di là dei confini italiani e dei partiti tradizionali. Pannella ha così fondato il Partito Radicale Transnazionale (PRT), che nel 1995 è divenuto una organizzazione non governativa. 

A partire dai primi anni Duemila, al partito (che nel frattempo aveva cambiato nome in Partito Radicale Transnazionale e Transpartito) si sono affiliate altre organizzazioni tematiche considerate come “soggetti costituenti”, e specializzate in battaglie specifiche. Tra queste ci sono l’Associazione Luca Coscioni, impegnata per la ricerca sul fine vita, tra i cui esponenti principali c’è Marco Cappato, e un nuovo partito politico, per l’appunto i Radicali Italiani, considerato il soggetto che avrebbe dovuto portare avanti a livello italiano le battaglie radicali. Al di là della spinta ideale di creare un partito transnazionale, si legge nel libro di Spadaccia, «presto dovemmo fare i conti con difficoltà che sembravano insormontabili», in particolare di carattere economico, dovute per esempio agli «investimenti sostenuti soprattutto per l’apertura di diverse sedi in molte città dell’Est europeo e per le traduzioni simultanee necessarie per lo svolgimento dei numerosi incontri internazionali». 

Dopo la morte di Panella l’articolata e complessa “galassia radicale” si è divisa. Nel 2017 i Radicali Italiani, capeggiati da Bonino, sono stati espulsi dal Partito Radicale Transnazionale e Transpartito, guidato all’epoca dal segretario Maurizio Turco, già europarlamentare e deputato. «C’è stato un Congresso a Rebibbia che ha deciso alcune cose, una campagna per lo Stato di diritto e il diritto alla conoscenza, la campagna per la giustizia e l’amnistia e la campagna per gli Stati Uniti d’Europa. Tutti sono legittimati ad avere altri obiettivi ma le nostre campagne le ha decise il congresso», aveva spiegato all’epoca Turco, facendo riferimento all’impegno dei Radicali Italiani sui temi invece dell’immigrazione e dell’antiproibizionismo. Il riferimento fatto da Turco è al congresso straordinario del Partito Radicale Transnazionale e Transpartito tenutosi nel carcere di Rebibbia a Roma a settembre del 2016, pochi mesi dopo la morte di Pannella. «Quella è stata la presa d’atto che un’epoca era finita in seguito alla morte di Marco, e che in sostanza si doveva continuare secondo il motto: “Ognuno per sé, e la memoria di Pannella per tutti”», ha spiegato Taradash, che ogni domenica conduce ancora su Radio Radicale la rassegna stampa Stampa e Regime

A oggi il Partito Radicale Transnazionale e Transpartito esiste ancora ed è chiamato ancora dai giornalisti “Partito Radicale”: tra le altre cose, questa organizzazione ha la proprietà dei beni dello storico Partito Radicale di Pannella, tra cui la sede in Via di Torre Argentina a Roma, e di Radio Radicale, ma non partecipa attivamente alle elezioni con il suo simbolo. Sebbene non partecipi alle elezioni, due anni fa, a giugno 2022 il Partito Radicale Transnazionale e Transpartito è stato promotore, insieme alla Lega, di cinque referendum abrogativi sul tema della giustizia (che non hanno però raggiunto il quorum di votanti).

Quest’anno, in occasione delle elezioni europee di giugno, il partito guidato da Turco ha sostenuto Forza Italia, senza però presentare candidati nelle liste. Al contrario, i Radicali Italiani di Hallissey hanno partecipato con il loro simbolo e con propri candidati alla lista “Stati Uniti d’Europa”, insieme tra gli altri a Più Europa e a Italia Viva. La lista non è riuscita a superare la soglia del 4 per cento necessaria per eleggere almeno un parlamentare europeo.
Immagine 3. Il segretario di Più Europa e il leader di Italia Viva Matteo Renzi alla chiusura della campagna elettorale per la lista “Stati Uniti d’Europa” – Fonte: Ansa
Immagine 3. Il segretario di Più Europa e il leader di Italia Viva Matteo Renzi alla chiusura della campagna elettorale per la lista “Stati Uniti d’Europa” – Fonte: Ansa
«Per motivi anagrafici noi non abbiamo vissuto quelle divisioni dopo la morte di Pannella, ma di quelle lotte intestine abbiamo comunque risentito gli effetti, visto che a oggi noi non abbiamo oggettivamente nessun rapporto con il Partito Radicale Transnazionale e Transpartito, seppur proveniamo dalla stessa storia», ha raccontato Hallissey. In ogni caso, secondo Magi, «non è un problema per i radicali avere una rappresentanza parlamentare, anzi è un valore aggiunto». «Io ho conosciuto Pannella personalmente, ci ho lavorato insieme, e sappiamo tutti che non ha mai disdegnato la politica parlamentare, tant’è vero che ha condotto le sue battaglie sia fuori dal Parlamento sia candidandosi e venendo eletto più volte nelle istituzioni», ha aggiunto il segretario di Più Europa, con cui abbiamo parlato alla Camera. 

Nella sua lunga carriera politica, Pannella è stato deputato per cinque legislature alla Camera, mentre per altre sei legislature è stato membro del Parlamento europeo.

Il ricambio generazionale

Hallissey è stato eletto segretario dei Radicali italiani lo scorso gennaio. Oltre a lui, nella direzione dei Radicali italiani sono stati eletti Filippo Blengino, 24 anni, che ha preso l’incarico di tesoriere, e Patrizia De Grazia, 25 anni, nel ruolo di presidente del partito.

L’elezione di Hallissey, Blengino e De Grazia ha segnato una svolta generazionale rispetto alla precedente dirigenza del partito. Basti pensare che nel congresso di due anni fa era stato eletto come segretario Massimiliano Iervolino, che ha 49 anni, e come presidente Igor Boni, che ha 56 anni. Nel congresso del 2022 Iervolino aveva battuto proprio Hallissey, che si era candidato per la prima volta. Nel corso del 2023 Hallissey è riuscito a conquistare il consenso dei giovani del partito, che in questi anni sono aumentati anche grazie a uno sconto sul tesseramento. La quota minima annuale per tesserarsi ai Radicali Italiani ammonta infatti a 200 euro (quella consigliata è di 365 euro), ma per gli under 28 la quota scende a 50 euro. 

Nell’ultimo congresso, che ha portato all’elezione di Hallissey, ci sono state però alcune contestazioni, che hanno portato all’uscita dal partito di Iervolino e Boni. Il congresso, convocato in un primo momento tra l’8 e il 10 dicembre 2023, era stato rinviato a fine gennaio 2024 perché, secondo le verifiche della precedente tesoriera Giulia Crivellini, si erano iscritte diverse persone che, una volta contattate telefonicamente per dei controlli, non sapevano per che cosa si sarebbe votato. Al congresso del 27 e 28 gennaio è stato introdotto quindi il voto attraverso il sistema SPID, ossia il Sistema pubblico d’identità digitale, per avere la certezza dell’identità dei votanti. La votazione ha decretato la vittoria di Hallissey, ma le polemiche non si sono fermate. 

Dopo il congresso, la precedente dirigenza dei Radicali Italiani ha infatti annunciato l’uscita dal movimento. «Purtroppo il nostro partito, una piccola formazione politica che conservava metodi e storia, da due anni ha cominciato a cambiare faccia», ha detto il 9 febbraio 2024 l’ex presidente Boni annunciando le sue dimissioni. Secondo Boni e gli ex membri della dirigenza dei Radicali Italiani, durante il 2023 ci sono stati aumenti anomali degli iscritti, a volte di 80 o 90 persone in un solo giorno, a fronte di un partito che al 1° dicembre dello scorso anno contava poco più di 600 iscritti. In sostanza, senza fare nomi, l’ex presidente ha denunciato un tentativo esterno di condizionare il voto dell’ultimo congresso. Per il futuro, Boni e gli ex dirigenti avevano quindi chiesto alla nuova segreteria di fare solo congressi in presenza, e non nella doppia modalità, in presenza e online, e di uniformare la quota di tesseramento, senza quote agevolate per i giovani. «È proprio sugli under 28 che si è lavorato per condizionare l’andamento di questo congresso», aveva detto l’ex presidente dei Radicali Italia, senza fare nomi precisi riguardo i possibili responsabili di queste presunte anomalie. Abbiamo contattato Boni per avere maggiori dettagli a riguardo, ma non ha voluto rilasciare dichiarazioni. In ogni caso, entrambe le richieste di Boni e dell’ex dirigenza non sono state accolte.
Immagine 4. Matteo Hallissey (al centro) insieme alla presidente dei Radicali Italiani Patrizia De Grazie e al tesoriere Filippo Blengino – Fonte: Ansa
Immagine 4. Matteo Hallissey (al centro) insieme alla presidente dei Radicali Italiani Patrizia De Grazie e al tesoriere Filippo Blengino – Fonte: Ansa
La mozione con cui Hallissey ha vinto prevede di «elaborare una proposta rivolta al Comitato nazionale per l’istituzione di una commissione ad hoc finalizzata a una modifica organica dello Statuto che includa l’utilizzo dello SPID per le procedure di voto congressuali online» e la conferma della quota a euro 50 per gli iscritti under 28. «Quelle dell’ex dirigenza mi sembrano accuse strumentali: non c’è stato alcun condizionamento esterno del nostro congresso, la quota agevolata per i più giovani è in vigore da diversi anni e l’identità dei votanti all’ultimo congresso è stata certificata attraverso il sistema SPID. A mio parere sono accuse che lasciano il tempo che trovano», ha detto Hallissey. «Matteo ha saputo attirare il voto di diversi giovani del partito verso di lui. Non vedo quale sia la sua colpa, anche perché si potrebbe capovolgere il ragionamento e dire che gli altri non hanno saputo conquistare il voto dei più giovani», ha aggiunto Magi.

Capaci di indignare e «continuamente irriconoscibili»

Al di là del dibattito sul ricambio generazionale, la cifra distintiva del Partito Radicale di Pannella era quella di far discutere, di far indignare.

Tra i casi più celebri di questo atteggiamento dei radicali, è da ricordare quanto fatto dallo stesso Pannella il 28 dicembre 1995, ospite della trasmissione L’Italia in diretta condotta da Alda D’Eusanio su Rai2. Nel corso della trasmissione, in cui si discuteva sull’allora proposta di referendum abrogativo per la legalizzazione delle droghe leggere, promossa dal Partito Radicale, Pannella fece un regalo particolare alla conduttrice. «Qui ti ho regalato il mio arresto, perché sono 200 grammi di Hashish», disse il leader radicale a D’Eusanio, mentre questa scartava il pacchetto con all’interno la sostanza stupefacente, provocando l’ilarità del pubblico e l’indignazione della stessa conduttrice. Alla fine, grazie anche alle trovate di Pannella, il referendum per la legalizzazione delle droghe leggere superò il quorum delle 500 mila firme, senza però ottenere il via libera della Corte Costituzionale. «Abbiamo magari modificato i modi di comunicare le nostre campagne, abbiamo coinvolto influencer dei social, ma lo spirito che ci guida è sempre lo stesso», ha detto Hallissey.
In questi mesi, Hallissey si è fatto promotore di una battaglia in controtendenza rispetto alla storia del suo partito, ossia quella a favore del ritorno in Italia dell’energia nucleare. Nel 1987, un anno dopo del disastro della centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina, fu proprio il partito di Pannella a promuovere il referendum che vietò la costruzione di centrali nucleari nel nostro Paese, comportando la fine della produzione di questo tipo di energia in Italia. 

Il 24 ottobre scorso, con una conferenza stampa alla Camera, è stata presentata la proposta di legge di iniziativa popolare che vuole reintrodurre la produzione di energia nucleare in Italia. Questa proposta è stata presentata da un comitato di cui fanno parte, tra gli altri, il leader di Azione Carlo Calenda e lo stesso Hallissey. La proposta ha raggiunto in pochi giorni la soglia minima di 50 mila firme per essere presentata in Parlamento, e ora sarà depositata alla Camera o al Senato (anche se non vuol dire che sarà per forza approvata). Ma come si concilia questa campagna con la storica avversione dei radicali al nucleare? 

«Probabilmente, dopo il disastro del 1986, pure io sarei stato contrario a questa forma di energia. I tempi però sono cambiati, e personalmente credo che il nucleare possa contribuire a alla transizione ecologica e a liberarci, almeno in parte, dalla dipendenza da Paesi stranieri illiberali», ha risposto il segretario dei Radicali Italiani, che non vede nessuna contraddizione nella posizione a favore del nucleare. «Sono convinto dell’invito fatto da Pasolini nel discorso che avrebbe dovuto tenere al congresso del Partito Radicale del 1975, ossia che noi radicali dobbiamo essere “continuamente irriconoscibili”». Il riferimento è al discorso che lo scrittore Pier Paolo Pasolini avrebbe dovuto tenere al congresso del Partito Radicale l’11 novembre 1975, a cui però non partecipò perché ucciso pochi giorni prima, il 2 novembre. In quel discorso scritto, poi conservato dai radicali, Pasolini aveva esortato così i militanti del partito di Pannella: «Contro tutto questo voi non dovete far altro (io credo) che continuare semplicemente a essere voi stessi: il che significa essere continuamente irriconoscibili. Dimenticare subito i grandi successi: e continuare imperterriti, ostinati, eternamente contrari, a pretendere, a volere, a identificarvi col diverso; a scandalizzare; a bestemmiare». 

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