Negli ultimi mesi il governo ha lavorato all’introduzione di una piattaforma che dovrebbe permettere di raccogliere digitalmente le firme necessarie per organizzare referendum e presentare proposte di legge di iniziativa popolare. Uno degli obiettivi originari del servizio – come vedremo meglio più avanti, ora a rischio – era quello di evitare i problemi riscontrati con la raccolta delle firme per il referendum sulla cannabis legale, a fine settembre 2021.
La piattaforma sarebbe dovuta essere disponibile già da inizio 2022, ma una serie di problemi burocratici ne stanno ritardando l’attivazione. Oggi la piattaforma è ancora in fase di studio e rischia di essere notevolmente depotenziata rispetto al progetto originale eliminando, secondo i suoi sostenitori, la possibilità di digitalizzare in modo efficace il processo di raccolta firme.
Anche per questo, il 7 luglio l’Associazione Luca Coscioni ha pubblicato una lettera aperta per chiedere al ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao, di «fermare questa controriforma» e portare a termine la piattaforma con tutte le sue funzioni.
La piattaforma sarebbe dovuta essere disponibile già da inizio 2022, ma una serie di problemi burocratici ne stanno ritardando l’attivazione. Oggi la piattaforma è ancora in fase di studio e rischia di essere notevolmente depotenziata rispetto al progetto originale eliminando, secondo i suoi sostenitori, la possibilità di digitalizzare in modo efficace il processo di raccolta firme.
Anche per questo, il 7 luglio l’Associazione Luca Coscioni ha pubblicato una lettera aperta per chiedere al ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao, di «fermare questa controriforma» e portare a termine la piattaforma con tutte le sue funzioni.