Boldrin e Forchielli fanno sul serio

L’economista, fondatore di “Fare per fermare il declino”, e l’imprenditore, spesso ospite in tv, hanno raccolto oltre diecimila adesioni per un nuovo progetto politico. Gli obiettivi, però, non sono ancora chiari
Pagella Politica
Una serie televisiva di successo diceva che nella vita di due amici arriva sempre un punto in cui uno propone all’altro di aprire un bar. Ecco: sostituite “due amici” con Michele Boldrin e Alberto Forchielli, e “un bar” con un partito politico, e avrete un’idea di come è nato Drin Drin. In pochi mesi questo nuovo movimento è stato messo in piedi dall’economista padovano, che nel 2012 ha fondato il partito “Fare per fermare il declino” e da tempo vive negli Stati Uniti, e dall’imprenditore bolognese spesso ospite in televisione dei talk show politici. L’unica differenza tra la serie tv How I met your mother e il mito fondativo di Drin Drin è che la scena non è avvenuta sul divano di casa di uno dei due protagonisti ma nel luogo prediletto di Boldrin e Forchielli: internet.

YouTube, 7 luglio 2024, canale di Boldrin, conversazione in diretta tra lui e Forchielli intitolata “Drin-Drin: Ottimista contro Pessimista!”. Il tono è sempre quello polemico nei confronti della classe dirigente italiana e di incitamento nei confronti dei giovani professionisti che dovrebbero andare all’estero. «Io credo che se fai un altro “Fermare il declino” prendi una valanga di voti, Michele», afferma Forchielli a un certo punto. «Mah, io non credo», gli fa eco Boldrin ironico. Intanto, le persone in chat nella diretta iniziano a crederci: «Avete il mio voto», scrive uno spettatore. «Se lo fate noi ci siamo», ribatte un altro. In pochi minuti i commenti sono così tanti che Boldrin accetta la sfida: «Facciamo un gioco», dice l’economista. «Se ci arrivano mille mail di volontari che vogliono buttarsi in questa impresa, Forchielli e Boldrin convocano gli stati costituenti [del nuovo partito, ndr] a settembre». È così che il “gioco” di Boldrin è diventato una cosa seria: in un giorno rispondono all’appello 2.500 volontari, che nei due mesi successivi diventano 12 mila. Il 6 settembre a Imola viene fondata l’associazione “Drin Drin” con l’obiettivo di dare il via alla «nuova piattaforma politica entro la fine dell’estate 2025». Dieci giorni dopo va online il sito ufficiale del movimento, che raccoglie il manifesto politico di Drin Drin, i video delle conversazioni-fiume tra i due fondatori, la possibilità di iscriversi alla newsletter e di finanziare l’associazione con una donazione. Secondo fonti interne a Drin Drin, nei prossimi giorni dovrebbe partire la campagna di comunicazione del movimento, per raccogliere ulteriori adesioni e formare i circoli territoriali in vista della creazione del partito vero e proprio.

Insomma, in quattro mesi – partendo quasi per gioco – Boldrin e Forchielli hanno dato vita a quello che sembra essere un progetto politico strutturato, con un programma, un certo seguito e fondi a disposizione. Ma che cosa propone in concreto Drin Drin e, soprattutto, quanto fanno sul serio i suoi fondatori?

Una lunga amicizia

Prima di capire che cos’è Drin Drin, proviamo a conoscere meglio i protagonisti di questa storia. Per chi non avesse mai sentito parlare di loro, Boldrin e Forchielli fanno parte di quella categoria che potremmo definire degli esperti, dei commentatori o degli opinionisti, se non veri e propri influencer della politica e dell’economia. Il primo da battitore libero, attraverso i suoi profili social e un canale YouTube da quasi 70 mila iscritti. Il secondo anche sui media tradizionali come i talk show politici e una rubrica su Il Sole 24 Ore, che gli hanno garantito una notorietà sufficiente da guadagnarsi un’imitazione del comico Maurizio Crozza.
Forchielli ha 68 anni, è un imprenditore ed economista bolognese che dopo aver lavorato a lungo in alcune società di consulenza e aver collaborato con la Banca Mondiale, ha contribuito alla liquidazione di alcuni enti pubblici italiani come la Cassa del Mezzogiorno e l’Istituto per la ricostruzione industriale (IRI), e negli anni Novanta è stato responsabile di Finmeccanica per l’area Asia/Pacifico. Nel 2007 ha fondato Mandarin Capital Partners, un fondo di private equity che investiva tra Italia e Cina e che nel 2022 è stato rinominato Mindful Capital Partners. Dopo l’inizio della guerra in Ucraina Forchielli ha spiegato che «in un mondo in cui Mosca e Pechino viaggiano saldate, non è più possibile andare in giro con un nome che rimandi alla Cina». Forchielli è noto per il suo carattere schietto e le sue idee piuttosto pessimistiche sull’Italia e sul suo futuro, tanto che da anni l’imprenditore consiglia ai giovani italiani di andare a vivere all’estero.
Boldrin ha anche lui 68 anni ed è un economista: esclusa una parentesi negli anni Novanta, dove ha insegnato all’Università Carlo III di Madrid, il professore padovano vive da circa 40 anni negli Stati Uniti e dal 2006 insegna alla Washington University di Saint Louis, in Missouri. A differenza dell’amico, Boldrin non è nuovo alla politica attiva: dopo aver militato in gioventù in alcune formazioni comuniste e della sinistra extraparlamentare, tra il 1975 e il 1978 è stato segretario veneto della Federazione giovanile comunista italiana (FGCI), l’organo giovanile del Partito comunista italiano (PCI). In seguito Boldrin ha abbandonato gli ideali comunisti e negli anni Novanta ha collaborato per un periodo con la Lega Nord, salvo poi lasciarla dopo la caduta del primo governo Berlusconi nel 1994. Insieme ad altri accademici italiani di stanza negli Stati Uniti, nel 2006 Boldrin ha fondato il blog noisefromAmerika, da cui nel 2012 è nato “Fare per fermare il declino”, un partito di ispirazione liberale ed europeista che ha partecipato alle elezioni politiche del 2013. A capo della lista c’era il giornalista Oscar Giannino. 

Durante la campagna elettorale, però, lo stesso Giannino venne travolto da uno scandalo riguardante il suo curriculum, in cui millantava due lauree in Legge ed Economia e un master a Chicago che, come ha ammesso Giannino in seguito, erano inventate. La vicenda, denunciata per primo dall’economista Luigi Zingales, ha comportato le dimissioni dal partito prima di Giannino e successivamente di Boldrin. Quest’ultimo aveva annunciato la sua uscita con un post su Facebook: «Mi vergogno di aver fondato un movimento e di avergli regalato le mie idee, oltre a sei mesi della mia vita, perché poi finisse in mano a pusillanimi ed arrivisti di terzo livello come costoro. Addio. È ora di fare dell’altro». Il partito si è presentato comunque alle elezioni politiche del 2013, dove ha preso l’1,1 per cento dei consensi, una percentuale inferiore alla soglia di sbarramento del 3 per cento necessaria per eleggere almeno un parlamentare. Un anno dopo, “Fare per fermare il declino” ha partecipato anche alle elezioni europee del 2014 all’interno della lista “Scelta europea”, che però si è fermata allo 0,7 per cento dei voti. Dopo questa tornata elettorale il partito ha terminato le sue attività.

Negli ultimi anni Boldrin ha progressivamente aumentato la sua presenza su internet e sui social network, diventando una sorta di celebrità tra gli appassionati di politica ed economia online. «Io sono un fan di Boldrin, lo seguo da anni e penso che sia una delle personalità più lucide che abbiamo in Italia», ha raccontato a Pagella Politica un anonimo sostenitore di Drin Drin. «È vero che ha un carattere particolare ma credo sia considerato un economista di altissimo livello. Io poi seguo tutti i suoi video e raramente mi trovo in disaccordo con quello che dice».

Oltre al suo canale YouTube, i cui video sono passati da poche centinaia di visualizzazioni a punte di 200 mila, il professore di origini venete e con cittadinanza statunitense ha contribuito nel 2018 alla fondazione di “Liberi oltre le illusioni”, un’associazione che «combatte il declino culturale italiano» (anche qui ritorna il “declino”, ndr), pubblica articoli di divulgazione e organizza eventi, portando avanti ideali liberali ed europeisti. Uomo dalla personalità esuberante, caratterizzato da una spiccata vena polemica e un malcelato narcisismo, Boldrin ha nel suo curriculum diversi litigi più o meno seri con altri opinionisti e politici noti. Solo per citarne alcuni: Vittorio Sgarbi, che l’economista chiamò «un poveretto con problemi mentali»; il senatore della Lega Claudio Borghi, con cui è stato protagonista di diversi duelli televisivi; la cantante ed ex eurodeputata Iva Zanicchi, che Boldrin accusò più o meno velatamente di assenteismo al Parlamento europeo; e la presentatrice televisiva Serena Dandini, a cui in passato l’economista disse di essere «confusa come al solito».

L’agone politico preferito dal duo Boldrin-Forchielli rimane però X (ex Twitter), social network che i due frequentano da anni (oltre 80 mila post pubblicati il primo, quasi 60 mila il secondo) e sul quale si sono resi protagonisti di alcuni scambi dai toni coloriti, che nel 2022 sono costati una sospensione del profilo a Boldrin per aver insultato un altro utente.

Facendo un po’ di archeologia da social, il primo contatto online tra Boldrin e Forchielli risale a luglio 2015, e i più romantici potrebbero già vedere in nuce quello che sarà nove anni dopo Drin Drin: «In Italia si posson solo far battute», aveva commentato Boldrin sotto a un tweet di Forchielli, che comunque aveva ammesso di «sperare che vi sia spazio per qualcosa di meglio». «Hai dato anima ricevendo fiele; ingenuo e coraggioso, avevo visto tutto 25 anni fa con gente molto migliore di adesso», gli aveva risposto perentorio l’amico, chiudendo le porte a ogni possibile tentativo di discesa in campo.
Nel tempo il rapporto online tra i due si è fatto sempre più stretto, tanto che nel 2017 hanno iniziato a pubblicare su YouTube una prima serie delle loro conversazioni in video, intitolata proprio “Drin Drin”, gioco di parole tra il cognome del professore e la “sveglia” che i due si propongono di dare al Paese con le loro parole. Sette anni e migliaia di minuti di dirette più tardi, il dinamico duo di economisti ha deciso di passare ai fatti.

Un progetto ambizioso

«L’Associazione Drin Drin nasce da una scommessa sugli italiani: siamo convinti che ve ne siano alcuni milioni disposti a farsi carico di riportare il Paese su un sentiero di crescita economica, prosperità sociale e rinascimento culturale. Nello spazio di due mesi ben undicimila italiani hanno risposto positivamente alla nostra sfida dicendo “son qua, pronto a fare la mia parte” ed altre centinaia di risposte continuano ad arrivare». Inizia così il manifesto di Drin Drin, che prosegue elencando due fatti che le «élite politiche» negherebbero: il Paese indietreggia da 40 anni e questo indietreggiamento non è colpa del destino ma di «scelte fatte dalla maggioranza degli italiani, illusi da proposte politiche ingannevoli e di corto respiro».

Secondo il manifesto, l’elettorato a cui si rivolge la nuova creatura di Boldrin e Forchielli sono i «giovani» e i «competenti», «produttivi e globalizzati», «intellettualmente più avanzati e aperti all’incontro con altre culture», tra i quali si diffonde «lo scoramento, la sfiducia nel futuro, l’arrangiarsi attraverso furbizie e sotterfugi». Entro la fine della prossima estate Boldrin e Forchielli vogliono portare a termine tutte le tappe per formare il partito, dalla raccolta delle adesioni al primo congresso nazionale, per presentarsi alle prossime elezioni politiche, che salvo sorprese si terranno al termine dell’attuale legislatura nel 2027.

Il manifesto non entra nel merito delle posizioni politiche di Drin Drin. La storia dei due fondatori e una serie di indizi, come i cinque riferimenti alla parola “competenza” in un testo di tre pagine, lasciano pensare a un partito di centro, formato da tecnici e professionisti più che da politici veri e propri. «Abbiamo lanciato questa iniziativa che si posiziona come una forza di centro, né di destra né di sinistra, ma “di sopra”», ha dichiarato Forchielli qualche mese fa, aggiungendo che il nuovo movimento farà il possibile per unire altri progetti politici simili, come per esempio “Orizzonti Liberali” dell’ex deputato di Italia Viva Luigi Marattin.

In ogni caso, per avere un’anteprima delle posizioni di Drin Drin basta andare sul canale YouTube di Boldrin, dove in più o meno un mese sono stati pubblicati già dieci video in cui i due fondatori del movimento dialogano – non più a distanza, ma dal vivo – su una serie di temi politici: dai salari dei lavoratori alla burocrazia italiana, passando per la sanità pubblica e privata, la Cina e il conflitto israelo-palestinese. Su quest’ultimo punto, sia Forchielli sia Boldrin sono stati criticati per alcuni loro commenti negativi sullo Stato di Israele e sul suo modo di portare avanti il conflitto. 

In mezzo a tutto questo, l’eclettismo di Boldrin gli ha consentito di continuare a organizzare eventi dal vivo in cui discutere dei temi più disparati. Per esempio il 27 ottobre il professore ha conversato per più di un’ora di sex working con la creator di OnlyFans Alex Mucci, mentre il 31 ottobre ha invitato due filosofi per una diretta video su X dal titolo “Il tempo esiste o no?”.

Comunque, al momento un programma dettagliato di Drin Drin non esiste. «Molti, moltissimi ci chiedono la linea. La linea, l’abbiamo detto mille volte, la decideranno gli iscritti ed i dirigenti del “partito” se e quando sarà nato, nel 2025», si legge nella descrizione del primo “episodio” della serie di diciotto video previsti nei quali Boldrin e Forchielli chiacchierano in maniche di camicia di quello che sarà il loro progetto politico. «Noi ci siamo presi l’impegno di fare l’incubatore e di definire i problemi, provocare e animare la discussione, analizzare gli errori fatti e cercare di illustrare le possibilità di riforma che ci sono». Le due menti del Drin Drin quindi – stando alle loro parole – non saranno i leader del partito vero e proprio e soprattutto non saranno candidati, ma avranno solo un ruolo di organizzatori e consiglieri esterni. Guai però a definirli “garanti”: «Eviterei paragoni con Beppe Grillo e in generale con il Movimento 5 Stelle, che è un partito diametralmente opposto a quello che aspira a essere Drin Drin», ci ha tenuto a specificare un sostenitore della prima ora. 

Eppure un pizzico di populismo non sembra essere estraneo nemmeno a questo nuovo “partito dei competenti” e ai suoi ideologhi. Sia Boldrin sia Forchielli, infatti, non fanno mistero di apprezzare il controverso presidente argentino Javier Milei, non solo per le sue politiche iperliberiste e di taglio della spesa pubblica ma anche per le sue doti comunicative. In particolare l’imprenditore ed economista bolognese ha preso in prestito l’ormai celebre motosega con cui Milei voleva metaforicamente tagliare le spese statali e ne ha fatto un simbolo di Drin Drin.

L’organizzazione

Secondo quanto dichiarato a Pagella Politica da fonti interne a Drin Drin, il movimento avrebbe ricevuto finora donazioni per una cifra superiore a 150 mila euro, con cui saranno finanziate le prossime fasi organizzative e la comunicazione del partito. Per ora il movimento non ha profili social e può contare solo sul suo sito internet, in cui compaiono curiosi modellini di argilla di Boldrin e Forchielli, usati già da quest’ultimo negli ultimi anni per fare gli auguri di Pasqua sul suo canale YouTube. Sullo stesso sito è scritto che il numero di iscritti da raggiungere entro il primo anno è 50 mila, ma a fine gennaio 2025 inizieranno «sei mesi congressuali» dove i sostenitori decideranno la «collocazione politica concreta» del progetto. Boldrin e Forchielli con l’aiuto di Roberto Donà, professore universitario di management, stanno selezionando i curriculum degli oltre 10 mila attivisti di Drin Drin, per scegliere i partecipanti ai gruppi tematici e territoriali. 

Intanto, Boldrin e Forchielli hanno già individuato i membri del «comitato dei 100 saggi», una sorta di direttivo del movimento, che a ottobre si è riunito dal vivo a Rubiera, in provincia di Reggio Emilia, per una tre giorni di incontri e riunioni nei quali sono state prese alcune decisioni sul futuro di Drin Drin. Il succo di quanto fatto a Rubiera è stato raccontato da Boldrin, Forchielli e Donà in un video su YouTube. In breve: i temi individuati dal gruppo sono nove, e per ciascuno di essi il gruppo tematico di riferimento dovrà presentare entro fine gennaio un position paper, ossia un documento con la linea del futuro partito. I gruppi territoriali saranno divisi in 16 macro aree, in Italia ma anche all’estero, e per gestire il movimento saranno create una segreteria, una tesoreria, un registro associati e una sezione che si occuperà di tecnologia e comunicazione. 

Tutto sembra andare a gonfie vele per Drin Drin, se non fosse che alcuni utenti interessati a iscriversi al movimento hanno giudicato eccessiva la quota associativa annuale di 30 euro. «Se 30 euro in un anno non riesci a spenderli per il tuo futuro, beh ti meriti un futuro di merda e spero che ci finisci dentro», ha risposto Boldrin ai critici, risolvendo la questione con la sua proverbiale diplomazia.

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