Guida alle elezioni regionali in Toscana

Dai candidati al come si vota, passando per i risultati del passato, abbiamo raccolto tutto quello che c’è da sapere sul voto del 12 e 13 ottobre
ANSA
 

I lavori sono eseguiti dal personale dell?Opera di Santa Maria del Fiore con l?ausilio di un?autogru con un braccio di 103 metri che permette di raggiungere anche le zone più alte del Campanile di Giotto e della Cupola del Brunelleschi. ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI/UFFICIO STAMPA OPERA DEL DUOMO ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++
ANSA I lavori sono eseguiti dal personale dell?Opera di Santa Maria del Fiore con l?ausilio di un?autogru con un braccio di 103 metri che permette di raggiungere anche le zone più alte del Campanile di Giotto e della Cupola del Brunelleschi. ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI/UFFICIO STAMPA OPERA DEL DUOMO ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++
Domenica 12 e lunedì 13 ottobre si terranno le elezioni regionali in Toscana per eleggere il nuovo presidente della Regione e i nuovi consiglieri regionali.

La Toscana sarà la quarta regione a votare quest’anno: finora la coalizione di centrodestra ha vinto nelle Marche e in Calabria, mentre in Valle d’Aosta – dove il presidente di regione non è eletto direttamente dai cittadini – il partito più votato è stato l’Union Valdôtaine. Il turno successivo, previsto per il 23 e 24 novembre, riguarderà Veneto, Puglia e Campania. 

Dai candidati alle regole del voto, abbiamo raccolto tutto ciò che serve sapere per arrivare preparati alle urne in Toscana.

I candidati alla presidenza

Sono tre i candidati in corsa per la presidenza della Regione Toscana.

Il centrosinistra sostiene il presidente uscente Eugenio Giani, esponente del Partito Democratico, appoggiato anche dal Movimento 5 Stelle, da Alleanza Verdi Sinistra e dalla lista “Giani Presidente-Casa Riformista”, che include candidati di Italia Viva e Più Europa. Il sostegno del Movimento 5 Stelle è arrivato dopo cinque anni di opposizione in consiglio regionale: a inizio agosto Giani e il partito guidato da Giuseppe Conte hanno siglato un accordo elettorale definito dallo stesso Conte un «sacrificio enorme». Giani non sarà invece sostenuto da Azione: il leader del partito, Carlo Calenda, aveva inizialmente manifestato disponibilità a supportarlo, ma ha poi ritirato l’appoggio dopo l’annuncio dell’alleanza con il Movimento 5 Stelle.

Il centrodestra ha scelto come candidato Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia e membro di Fratelli d’Italia. È sostenuto da Lega, Forza Italia, Noi Moderati e dalla lista civica “È Ora! Tomasi Presidente”. La sua candidatura è stata ufficializzata a fine agosto, al termine di una serie di riunioni tra i coordinatori regionali dei partiti di coalizione. Tra i presenti c’era anche il vicesegretario della Lega Roberto Vannacci, toscano, che ha avuto un ruolo rilevante nella selezione dei candidati consiglieri del suo partito. 

Sul piano programmatico, Giani ha diffuso un documento di oltre 200 pagine in cui ripercorre le azioni e i provvedimenti del suo mandato, più che un vero programma elettorale. Tomasi, invece, ha presentato un programma di 36 pagine che pone l’accento su trasparenza, investimenti per i giovani e sviluppo sostenibile della regione.

La terza candidata alla presidenza è Antonella Bundu, sostenuta dalla lista “Toscana Rossa”, che unisce Rifondazione Comunista, Potere al Popolo e Possibile. Attivista per i diritti umani ed ex consigliera comunale a Firenze, Bundu si propone come unica alternativa alle due principali coalizioni. Nel suo programma pone al centro la difesa dei servizi pubblici, in particolare la sanità, il diritto alla casa e la lotta al consumo di suolo.

Com’è andata in passato

Dal 1995, anno in cui è stato introdotto il sistema di elezione diretta del presidente, in Toscana ha sempre vinto un candidato di centrosinistra. 

Alle ultime elezioni regionali, nel 2020, Eugenio Giani prevalse su Susanna Ceccardi, candidata del centrodestra, con uno scarto di circa otto punti percentuali, il più basso nella storia recente della Toscana.

Le regole del voto

Gli elettori toscani chiamati alle urne saranno circa tre milioni. La regione è suddivisa in 13 circoscrizioni elettorali: nove coincidono con le province e quattro con altrettante suddivisioni della provincia di Firenze. Gli elettori potranno votare per una lista, per il candidato presidente o per entrambi: se si vota solo una lista, il voto viene automaticamente attribuito anche al candidato presidente collegato. In Toscana è inoltre consentito il cosiddetto “voto disgiunto”, cioè la possibilità di scegliere un candidato presidente e una lista che ne sostiene un altro.

Ogni elettore potrà esprimere fino a due preferenze per i candidati al Consiglio regionale, purché di sesso diverso, secondo la regola della “preferenza di genere”. I nomi dei candidati sono già stampati sulla scheda e sarà sufficiente barrare quelli scelti. Le operazioni di voto si svolgeranno domenica 12 ottobre dalle ore 7 alle ore 23 e lunedì 13 ottobre dalle ore 7 alle ore 15; lo scrutinio inizierà subito dopo la chiusura dei seggi.
Il fac-simile della scheda elettorale alle elezioni regionali in Toscana – Fonte: Regione Toscana
Il fac-simile della scheda elettorale alle elezioni regionali in Toscana – Fonte: Regione Toscana
Il Consiglio regionale della Toscana è composto da 40 consiglieri più il presidente eletto. Per entrare in Consiglio, una lista deve ottenere almeno il 3 per cento dei voti se appartiene a una coalizione che ha superato il 10 per cento, oppure il 5 per cento se corre da sola o fa parte di una coalizione sotto quella soglia.

A differenza di Marche e Calabria, in Toscana è previsto un eventuale turno di ballottaggio se nessun candidato presidente ottiene almeno il 40 per cento dei voti validi al primo turno. Il premio di maggioranza è variabile: se il vincitore supera il 45 per cento dei voti, alla sua coalizione vengono assegnati almeno 24 seggi (pari al 60 per cento del totale); se ottiene tra il 40 e il 45 per cento o vince al ballottaggio, i seggi garantiti sono almeno 23 (pari al 57,5 per cento). Alle liste sconfitte è comunque riservato almeno il 35 per cento dei seggi, equivalenti a 14 consiglieri.

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