Alle regionali i partiti di centro vanno in ordine sparso

Italia Viva, Più Europa e Azione si dividono tra candidati di centrosinistra, aperture al centrodestra e intese locali
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Tra la fine di settembre e novembre si terranno le elezioni regionali in sette regioni: Marche, Toscana, Veneto, Campania, Puglia, Calabria e Valle d’Aosta. 

In tutte le regioni – tranne la Valle d’Aosta – il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra saranno alleati a supporto dello stesso candidato presidente, contro i partiti di destra e centrodestra che sostengono il governo Meloni. 

Nel mezzo, i partiti di centro hanno preso strade diverse, pur avendo le stesse posizioni su molti temi. Italia Viva e Più Europa faranno parte della coalizione di centrosinistra in quasi tutte le regioni, mentre Azione solo in una. 

Il rifiuto di Calenda

Nelle Marche, dove si voterà il 28 e 29 settembre, si ricandida il presidente uscente Francesco Acquaroli (Fratelli d’Italia). La coalizione di centrosinistra appoggia la candidatura di Matteo Ricci, ex sindaco di Pesaro e attuale parlamentare europeo del Partito Democratico. 

I candidati locali del partito di Matteo Renzi si presenteranno nella lista “Progetto Marche Vive”, mentre quelli di Più Europa faranno parte della lista “Avanti con Ricci”. 

A luglio, il leader di Azione Carlo Calenda ha ribadito che il suo partito non appoggerà Ricci. Calenda ha motivato questa scelta dicendo che Ricci è contrario alla costruzione di un termovalorizzatore per lo smaltimento dei rifiuti prodotti nella regione.   

Lo stesso Calenda ha accusato Ricci di non avere «lo spessore politico e la tempra morale» per amministrare le Marche, sottolineando il rischio di eleggere «una banderuola sempre all’inseguimento di Alleanza Verdi-Sinistra e Movimento 5 Stelle».

Una figura “super partes”

In Calabria le elezioni regionali, che si terranno il 5 e 6 ottobre, sono state organizzate in anticipo rispetto alla data prevista, dopo che il presidente Roberto Occhiuto (Forza Italia) si è dimesso a seguito di un’inchiesta per corruzione in cui è indagato. Occhiuto si ricandiderà e sarà sostenuto dalla coalizione di centrodestra. 

Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra hanno deciso di candidare l’ex presidente dell’INPS Pasquale Tridico, attuale parlamentare europeo del Movimento 5 Stelle. La candidatura di Tridico sarà appoggiata anche da Italia Viva (con la lista “Casa riformista per la Calabria”) e Più Europa, ma non da Azione, almeno a livello nazionale.

In passato, Renzi e altri esponenti del suo partito avevano spesso criticato Tridico per la sua gestione dell’INPS e per il sostegno al reddito di cittadinanza. Ora, però, hanno deciso di appoggiarne la candidatura alla presidenza della Regione Calabria e la commissaria calabrese di Italia Viva Filomena Greco ha descritto Tridico come una «figura indiscutibile e super partes». 

Alcuni esponenti locali di Azione hanno annunciato che si candideranno a sostegno della coalizione di centrosinistra, ma senza usare il simbolo del partito, vista la contrarietà di Calenda

La rottura di Azione

In Toscana si voterà il 12 e 13 ottobre. La coalizione di centrosinistra ha confermato la ricandidatura del presidente uscente Eugenio Giani (Partito Democratico), che per la prima volta a livello regionale ha trovato il sostegno del Movimento 5 Stelle, tra diverse contraddizioni. Il centrodestra ha candidato il sindaco di Pistoia Alessandro Tommasi (Fratelli d’Italia).

A sostegno di Giani, Renzi ha dichiarato: «Quello che mi piace di Giani è che non dice: “Ho vinto l’altra volta, fatemi governare ancora”, ma: “Andiamo avanti tutti insieme per fare ancora meglio”. Questa è la vera grande arma che ha il centrosinistra in Toscana».

Inizialmente, Azione aveva partecipato al confronto tra i partiti per sostenere la ricandidatura di Giani, considerato dai vertici locali «la figura più autorevole» per guidare la regione, grazie alla sua esperienza, alla sua capacità di mediazione e al suo «profilo europeista». Ma dopo l’accordo tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, Azione ha ritirato il suo appoggio al presidente uscente. «Se il programma di governo della Regione Toscana lo decide Taverna [vicepresidente del Movimento 5 Stelle, che ha stretto l’accordo con Giani, ndr], noi non ci saremo», ha dichiarato Calenda ad agosto. 

Questa scelta ha spinto alle dimissioni il segretario regionale Marco Remaschi, che per mesi si è impegnato alla costruzione di un ampio sostegno di Giani. In un’intervista con La Nazione, l’attuale presidente della Regione Toscana ha commentato la vicenda, dicendo che Calenda è alla ricerca di «visibilità sul piano nazionale».

L’incertezza in Veneto

La data delle elezioni regionali in Veneto non è ancora ufficiale, ma il Consiglio di Stato – l’ultimo grado della giustizia amministrativa – ha stabilito che dovranno svolgersi entro domenica 23 novembre.

I partiti di centrodestra non hanno ancora scelto il successore del presidente uscente Luca Zaia (Lega), che non può ricandidarsi a causa del limite dei due mandati. I partiti di centrosinistra, a cui si è unita Più Europa, appoggiano la candidatura dell’ex sindaco di Treviso Giovanni Manildo.

Italia Viva e Azione devono ancora chiarire che cosa faranno: nonostante le aperture degli scorsi mesi, infatti, non hanno ancora espresso un appoggio ufficiale a Manildo. Nelle scorse settimane sono nate alcune tensioni tra il partito di Calenda e il Movimento 5 Stelle, e lo stesso Manildo è dovuto intervenire per invitare i partiti a non «imporre veti a nessuno».

L’apertura a destra di Azione

Anche in Campania non è ancora stata fissata la data delle elezioni regionali, a cui comunque non potrà ricandidarsi l’attuale presidente di regione Vincenzo De Luca (Partito Democratico). Al suo posto la coalizione di centrosinistra appoggia l’esponente del Movimento 5 Stelle ed ex presidente della Camera Roberto Fico, mentre i partiti di centrodestra non hanno ancora ufficializzato lo sfidante. 

Fino a oggi, Italia Viva è l’unico partito di centro ad aver espresso un esplicito sostegno a Fico, a condizione che fosse il candidato unitario della coalizione di centrosinistra. Fonti interne a Più Europa hanno confermato a Pagella Politica di voler sostenere Fico, mentre Azione si è detta contraria. Come nelle Marche, anche qui un fattore divisivo è un termovalorizzatore, quello di Acerra, che Fico ha dichiarato di voler chiudere. «Per me Roberto Fico è quasi tutto il male di questo Paese», ha commentato Calenda a inizio settembre. 

Lo stesso leader di Azione non ha escluso il sostegno al candidato presidente di centrodestra: l’importante è che sia «moderato liberale, con proposte sensate».

Il candidato che unisce il centro

In Puglia, dove si attende l’annuncio della data del voto, i partiti di centrosinistra sostengono la candidatura a presidente di Antonio Decaro, ex sindaco di Bari e attuale parlamentare europeo del Partito Democratico. Dopo settimane di tensioni, è stato così ufficializzato il possibile successore del presidente uscente, Michele Emiliano, che non potrà ricandidarsi per il limite dei due mandati. Come in Campania e Veneto, i partiti che sostengono il governo Meloni devono ancora annunciare il loro candidato presidente.

Decaro sarà appoggiato da Italia Viva e Più Europa, e anche da Azione. Secondo Renzi, l’ex sindaco di Bari è «il più bravo» tra i possibili candidati. Calenda ha ribadito che il suo partito è pronto da tempo a sostenere Decaro, descrivendolo come «una persona moderata, riformista, capace», di cui ha grande stima.

Il caso della Valle d’Aosta

Le elezioni regionali in Valle d’Aosta si terranno il 28 settembre. A differenza delle altre, in questa regione – che è a statuto speciale – i cittadini eleggono solo i componenti del Consiglio regionale, che a loro volta eleggeranno il presidente di regione. 

Il Partito Democratico sostiene il presidente uscente Renzo Testolin, esponente del partito autonomista Union Valdôtaine. Alleanza Verdi-Sinistra aderisce a Rete Civica, una coalizione che si propone come «una seria alternativa al sistema di potere che da troppo tempo governa la regione», ma non ha ancora ufficializzato un proprio candidato alla presidenza della regione. A sua volta, il Movimento 5 Stelle aderisce alla coalizione “Valle d’Aosta Aperta”, insieme a Rifondazione Comunista, anche in questo caso senza appoggiare esplicitamente un candidato.

Al momento, il centro è rappresentato da Renaissance Valdôtaine e dalla lista “Autonomisti di Centro”. Dopo un accordo firmato a marzo, Renaissance Valdôtaine ha lasciato la coalizione centrista per unirsi a quella di centrodestra con Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, dichiarando di voler costruire «una vera alternativa di governo per la Valle d’Aosta». Il centrodestra, comunque, non ha tuttora scelto il proprio candidato presidente.

La lista Autonomisti di Centro non ha ancora indicato un candidato alla presidenza. Tra i candidati al consiglio regionale, l’unico esponente di un partito di centro nazionale è il segretario regionale di Azione Leonardo Lotto. Ad agosto alcuni dirigenti locali di Azione hanno aderito a Forza Italia, motivando la loro scelta sulla base della «condivisione di un comune progetto politico che va nella direzione di rinforzare l’area di centro riformista, liberale e moderata in Valle d’Aosta».
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