Guida alle elezioni regionali in Emilia-Romagna

Dai candidati al come si vota, passando per i risultati del passato, abbiamo raccolto tutto quello che c’è da sapere sul voto del 17 e 18 novembre
Ansa
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Domenica 17 e lunedì 18 novembre si terranno le elezioni regionali in Emilia-Romagna per eleggere il nuovo presidente di regione e rinnovare il consiglio regionale. Le elezioni in Emilia-Romagna si sarebbero dovute tenere nel 2025, ma sono state anticipate a quest’anno perché lo scorso giugno il presidente uscente della Regione, Stefano Bonaccini, è stato eletto parlamentare europeo con il Partito Democratico. Dopo l’elezione, Bonaccini ha dovuto lasciare la guida della regione ed è stato sostituto dalla sua vicepresidente, Irene Priolo, anche lei del Partito Democratico. 

L’Emilia-Romagna è la sesta regione al voto nel 2024: quest’anno la coalizione formata dai partiti che sostengono il governo Meloni ha vinto le elezioni regionali in Abruzzo, Basilicata, Piemonte e Liguria, mentre in Sardegna ha vinto la coalizione formata dal Partito Democratico, dal Movimento 5 Stelle e da Alleanza Verdi-Sinistra. Oltre all’Emilia-Romagna, il 17 e 18 novembre si voterà anche per le elezioni regionali in Umbria, a cui abbiamo dedicato un altro approfondimento.

I candidati alla presidenza 

I candidati alla presidenza dell’Emilia-Romagna sono quattro.

Il Partito Democratico sostiene la candidatura di Michele de Pascale, che ha 39 anni: dal 2016 è sindaco di Ravenna e dal 2018 è presidente dell’Unione delle Province d’Italia (UPI), l’associazione che rappresenta le province italiane. Michele de Pascale è appoggiato anche dal Movimento 5 Stelle, da Alleanza Verdi-Sinistra, dalla lista “Riformisti-Emilia-Romagna Futura” (che comprende Più Europa, Azione, il Partito Socialista Italiano e il Partito Repubblicano) e dalla lista civica “Civici, con de Pascale presidente”, con cui si candidano alcuni esponenti di Italia Viva.
Immagine 1. Il candidato del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle Michele de Pascale – Fonte: Ansa
Immagine 1. Il candidato del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle Michele de Pascale – Fonte: Ansa
La coalizione formata da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Noi Moderati, invece, sostiene la candidatura di Elena Ugolini, che ha 65 anni di età ed è la rettrice delle Scuole Malpighi di Bologna, uno storico istituto scolastico paritario. A differenza di de Pascale, Ugolini non ha mai avuto esperienze di amministrazione a livello locale, sebbene non sia nuova alla politica. Tra novembre 2011 e aprile 2013 Ugolini è stata infatti sottosegretaria al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel governo tecnico guidato da Mario Monti. Originaria di Rimini, Ugolini è vicina al movimento di ispirazione cattolica “Comunione e Liberazione”, che proprio in Emilia-Romagna organizza ogni anno il “Meeting di Rimini”.
Immagine 2. La candidata del centrodestra Elena Ugolini – Fonte: Ansa
Immagine 2. La candidata del centrodestra Elena Ugolini – Fonte: Ansa
Gli altri due candidati alla presidenza della Regione Emilia-Romagna sono Federico Serra, sostenuto da Potere al Popolo, Partito Comunista Italiano e Rifondazione Comunista, e Luca Teodori, sostenuto dalla lista “Libertà, Coerenza, Verità”, vicina alle posizioni anti-vacciniste.

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Dal dibattito sull'alluvione agli scontri di Bologna

La campagna elettorale in Emilia-Romagna si è concentrata in particolare sulle recenti alluvioni che hanno colpito varie zone della regione, dopo quelle avvenute a maggio 2023.

Il confronto tra i partiti sulle colpe e le responsabilità nella gestione della ricostruzione post-alluvione è stato intenso. Dopo l’alluvione avvenuta a metà settembre, il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci ha sollevato dubbi sulla corretta spesa dei fondi stanziati lo scorso anno dal governo. La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha parlato di «sciacallaggio politico», mentre de Pascale ha sostenuto che gli stanziamenti per l’Emilia-Romagna sono stati troppo pochi. Secondo Ugolini, il problema di fondo non sono né le risorse stanziate né l’operato del commissario alla ricostruzione, il generale Francesco Paolo Figliuolo, ma l’assenza di un vero ricambio ai vertici della regione. Come vedremo più avanti, da oltre 50 anni l’Emilia-Romagna è guidata da giunte e presidenti di sinistra o centrosinistra.
Oltre alle alluvioni e alla ricostruzione, negli ultimi giorni la campagna elettorale si è concentrata poi sul tema della sicurezza. Il 9 novembre a Bologna si sono verificati scontri tra diversi gruppi di manifestanti e le forze dell’ordine: ne è nato un caso politico che ha coinvolto il sindaco di Bologna Matteo Lepore (PD) e vari esponenti del governo. 

Com’è andata alle europee

Per le prossime elezioni regionali non sono al momento disponibili pubblicamente sondaggi sulle tendenze di voto perché nei 15 giorni precedenti alla data delle elezioni vige il cosiddetto “silenzio elettorale”

Le ultime elezioni che si sono tenute in Emilia-Romagna in ordine di tempo sono state quelle per il Parlamento europeo dell’8 e 9 giugno 2024. In questa occasione il Partito Democratico è arrivato primo con il 36,1 per cento, seguito da Fratelli d’Italia con il 28 per cento e dal Movimento 5 Stelle con il 7,2 per cento. Alleanza Verdi-Sinistra e la Lega hanno ottenuto il 6,5 per cento, mentre la lista composta da Forza Italia e Noi Moderati il 6,1 per cento. Azione ha raccolto il 3,2 per cento dei voti, mentre Stati Uniti d’Europa, la lista formata tra gli altri da Più Europa e Italia Viva, il 3 per cento.

Alle elezioni europee non sono previste le coalizioni, e quindi ogni partito ha partecipato con una lista propria. In ogni caso, in Emilia-Romagna alle europee i partiti di centrodestra hanno ottenuto insieme il 40,6 per cento, mentre quelli di centrosinistra e il Movimento 5 Stelle il 56 per cento. A livello territoriale, il centrosinistra è particolarmente forte nelle province di Bologna e Reggio Emilia, dove ha superato il 60 per cento. Nelle province di Modena e Ravenna il centrosinistra ha superato di circa 20 punti il centrodestra, in quella di Forlì-Cesena di dieci punti, mentre la distanza è stata minore in quelle di Rimini e di Parma. Le uniche due province dove ha prevalso, seppur di poco, la coalizione di centrodestra sono state Ferrara e Piacenza.