Alle elezioni regionali in Sardegna i partiti di centrodestra hanno preso 40 mila voti in più della coalizione composta, tra gli altri, dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle. Ma nonostante questo, il suo candidato Paolo Truzzu è stato sconfitto da Alessandra Todde per meno di 3 mila voti. Questo è stato possibile perché la legge elettorale in Sardegna consente il “voto disgiunto”: si può votare la lista di un partito e allo stesso tempo il candidato presidente di un’altra coalizione.
Alle elezioni regionali in Abruzzo, che si terranno domenica 10 marzo, il voto disgiunto non è invece consentito. Questa non è una particolarità abruzzese: le regioni vanno infatti in ordine sparso sulla possibilità di votare un candidato e una lista che non lo appoggia. Per esempio, il voto disgiunto è consentito in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, ma non nelle Marche, in Umbria e in Basilicata, regione dove si voterà i prossimi 21 e 22 aprile.
La presenza o meno del voto disgiunto non è l’unica differenza tra i vari sistemi di voto nelle regioni: in Italia ogni regione vota secondo regole proprie, con notevoli differenze l’una dall’altra.
Alle elezioni regionali in Abruzzo, che si terranno domenica 10 marzo, il voto disgiunto non è invece consentito. Questa non è una particolarità abruzzese: le regioni vanno infatti in ordine sparso sulla possibilità di votare un candidato e una lista che non lo appoggia. Per esempio, il voto disgiunto è consentito in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, ma non nelle Marche, in Umbria e in Basilicata, regione dove si voterà i prossimi 21 e 22 aprile.
La presenza o meno del voto disgiunto non è l’unica differenza tra i vari sistemi di voto nelle regioni: in Italia ogni regione vota secondo regole proprie, con notevoli differenze l’una dall’altra.