Aggiornamento 29 ottobre 2025 – La Camera ha approvato definitivamente il disegno di legge sulla semplificazione normativa voluto da Casellati. Il testo è stato approvato con i voti favorevoli dei partiti di centrodestra. PD, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra e Azione hanno votato contro mentre Italia Viva non ha partecipato.
Il governo Meloni vuole «semplificare il procedimento volto all’adozione della legge di semplificazione». L’espressione sembra un gioco di parole, ma riassume bene lo spirito di un disegno di legge destinato a essere approvato dal Parlamento nelle prossime settimane. Proposto dalla ministra per le Riforme istituzionali e la Semplificazione Maria Elisabetta Alberti Casellati (Forza Italia), il testo – già approvato dal Senato a maggio e ora all’esame della Camera – mira a introdurre una «legge di semplificazione normativa» annuale, con cui il governo dovrebbe riordinare e snellire l’enorme apparato di norme italiane.
Il principio non è nuovo. Una legge di questo tipo esiste infatti dal 1997, introdotta dal primo governo Prodi, ma non ha mai funzionato davvero. Il motivo, spiegano gli esperti, sta nelle scadenze troppo rigide e nella complessità del procedimento. Dopo tre decenni, il governo Meloni ha deciso di intervenire proprio su questo punto. Sul sito della Struttura di missione per la semplificazione normativa – organismo creato due anni fa dalla stessa Casellati – l’obiettivo è sintetizzato così: «Semplificare il procedimento volto all’adozione della legge di semplificazione».
La proposta, però, non ha convinto tutti. Alcuni dei partiti all’opposizione hanno criticato il provvedimento, mentre tra gli esperti le opinioni sono discordanti: alcuni riconoscono che il nuovo testo corregge difetti della legge del 1997, altri dubitano che una nuova legge di semplificazione possa davvero risolvere un problema radicato. D’altronde, negli anni i governi – compreso quello attuale – hanno spesso prodotto norme che hanno reso l’ordinamento ancora più complesso, non più snello.
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Il governo Meloni vuole «semplificare il procedimento volto all’adozione della legge di semplificazione». L’espressione sembra un gioco di parole, ma riassume bene lo spirito di un disegno di legge destinato a essere approvato dal Parlamento nelle prossime settimane. Proposto dalla ministra per le Riforme istituzionali e la Semplificazione Maria Elisabetta Alberti Casellati (Forza Italia), il testo – già approvato dal Senato a maggio e ora all’esame della Camera – mira a introdurre una «legge di semplificazione normativa» annuale, con cui il governo dovrebbe riordinare e snellire l’enorme apparato di norme italiane.
Il principio non è nuovo. Una legge di questo tipo esiste infatti dal 1997, introdotta dal primo governo Prodi, ma non ha mai funzionato davvero. Il motivo, spiegano gli esperti, sta nelle scadenze troppo rigide e nella complessità del procedimento. Dopo tre decenni, il governo Meloni ha deciso di intervenire proprio su questo punto. Sul sito della Struttura di missione per la semplificazione normativa – organismo creato due anni fa dalla stessa Casellati – l’obiettivo è sintetizzato così: «Semplificare il procedimento volto all’adozione della legge di semplificazione».
La proposta, però, non ha convinto tutti. Alcuni dei partiti all’opposizione hanno criticato il provvedimento, mentre tra gli esperti le opinioni sono discordanti: alcuni riconoscono che il nuovo testo corregge difetti della legge del 1997, altri dubitano che una nuova legge di semplificazione possa davvero risolvere un problema radicato. D’altronde, negli anni i governi – compreso quello attuale – hanno spesso prodotto norme che hanno reso l’ordinamento ancora più complesso, non più snello.