Mattarella ha avuto da ridire sulla nuova festa di San Francesco

Secondo il presidente della Repubblica, la legge approvata dal Parlamento è poco chiara e crea problemi con un’altra celebrazione
ANSA
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Mercoledì 8 ottobre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha annunciato di aver promulgato la nuova legge, approvata dal Parlamento, che ha istituito la festa nazionale di San Francesco. Al contempo, Mattarella ha inviato una lettera al presidente della Camera Lorenzo Fontana e al presidente del Senato Ignazio La Russa per criticare alcuni aspetti della legge, approvata definitivamente il 1° ottobre.

Dal prossimo anno, ogni 4 ottobre uffici pubblici, scuole e la maggior parte delle attività private resteranno chiusi, come avviene per le altre festività, e i lavoratori avranno diritto a un giorno di riposo retribuito.

Finora, quella data era considerata soltanto una solennità civile, in cui si celebravano i due patroni d’Italia: San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena. Nelle solennità civili non è prevista la chiusura dell’attività lavorative, ma solo l’esposizione della bandiera nazionale sugli edifici pubblici ed eventi commemorativi. 

Dal prossimo anno, la solennità civile di Santa Chiara non sarà eliminata, ma continuerà a essere celebrata il 4 ottobre insieme alla festività di San Francesco. Ed è proprio su questo aspetto che si sono concentrate le osservazioni di Mattarella. 

Il presidente della Repubblica ha criticato il fatto che dal prossimo anno il 4 ottobre si celebreranno San Francesco e Santa Caterina «con un diverso regime» – uno come festività nazionale, l’altra come solennità civile – sebbene «vengano celebrati sostanzialmente i medesimi valori».

La legge che ha istituito la nuova festività di San Francesco prevede che il 4 ottobre le istituzioni pubbliche possano organizzare eventi e iniziative per sensibilizzare ai «temi della pace, della fraternità tra i popoli, dell’inclusione sociale e della tutela dell’ambiente». Questa disposizione risulta del tutto simile a quanto previsto dalla legge che nel 1958 aveva istituito la solennità civile per San Francesco e Santa Caterina, e che oggi vale solo per la solennità di Santa Caterina. 

Dunque, Mattarella ha invitato il Parlamento a intervenire, «chiarendo se fare riferimento per la giornata festiva del 4 ottobre esclusivamente a San Francesco» oppure «anche a Santa Caterina, fino ad oggi considerati congiuntamente». Secondo il presidente della Repubblica, il 4 ottobre «non può essere qualificata, al contempo, sia festività nazionale sia solennità civile». Questo perché festività nazionali e solennità civili comportano effetti diversi sul calendario lavorativo.

Per risolvere la questione, Mattarella ha suggerito al Parlamento di abrogare «la previsione di solennità civile, meno rilevante», ossia quella di Santa Caterina da Siena, unendo nel giorno di festività sia quest’ultima che San Francesco d’Assisi e specificando meglio le iniziative previste per la giornata del 4 ottobre. Il presidente della Repubblica ha poi ribadito «l’esigenza che i testi legislativi presentino contenuti chiari e inequivoci», come fatto in altre occasioni. 
Al di là dei rilievi di Mattarella, in queste settimane la nuova festa nazionale per San Francesco ha fatto discutere soprattutto per i costi, visto che saranno necessari oltre 10 milioni di euro all’anno per finanziare le retribuzioni aggiuntive dei dipendenti pubblici che dovranno lavorare nel nuovo giorno festivo. 

In più, sebbene sia stata approvata quasi all’unanimità in Parlamento, la festa di San Francesco ha registrato opinioni contrastanti tra gli stessi parlamentari che l’hanno sostenuta. Alcuni parlamentari hanno detto che si è trattato di una scelta più che altro simbolica, mentre altri hanno spiegato come sia stato sostanzialmente un favore a Noi Moderati, il partito guidato da Maurizio Lupi, che è stato promotore della proposta di legge per rendere il 4 ottobre una festività.

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