Quello che Fratelli d’Italia non dice sui “risultati” del governo

Il partito ha pubblicato una brochure per elogiare la presidente Meloni, con fatti e numeri. Abbiamo controllato che cosa non torna
Pagella Politica
Fratelli d’Italia ha pubblicato una brochure, lunga una trentina di pagine, per raccontare quanto fatto finora nel primo anno di governo Meloni. Il titolo del documento, “L’Italia vincente. Un anno di risultati”, è anche il nome di un evento che il partito organizzerà a Milano il 23 e 24 settembre, con la presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Nel testo sono riportati correttamente alcuni risultati raggiunti con il governo Meloni. Per esempio è vero che, seppure solo per il 2023, è stato ridotto il cuneo fiscale del 6 per cento per i lavoratori con un reddito annuo fino a 35 mila euro e del 7 per cento per chi guadagna meno di 25 mila euro. Ed è vero che «i dati del tasso di disoccupazione sono i migliori degli ultimi 14 anni», come dimostrano i dati Istat aggiornati a luglio. 

Abbiamo però individuato almeno 12 dichiarazioni in cui Fratelli d’Italia ha commesso un errore o ha omesso di riportare alcuni dettagli importanti.

L’andamento del Pil

«Secondo le stime più recenti, nel primo trimestre del 2023 l’Italia è cresciuta più di Germania e Francia e più della media dell’Eurozona»

Le stime più recenti sull’andamento del Pil non fanno riferimento ai primi tre mesi del 2023, ma al secondo trimestre dell’anno. Secondo Istat, tra aprile e giugno il Pil italiano è calato dello 0,4 per cento rispetto ai tre mesi precedenti. Nello stesso periodo il Pil francese è cresciuto dello 0,5 per cento mentre quello tedesco è rimasto stabile.

L’aumento dei tassi di interesse

«Molte banche hanno subito adeguato i tassi dei prestiti e dei mutui, ma non hanno adeguato allo stesso modo i tassi d’interesse che dovrebbero corrispondere verso chi ha dei depositi»

Come fatto in passato da Meloni, qui Fratelli d’Italia non la racconta giusta. Secondo l’ultimo bollettino dell’Associazione bancaria italiana (Abi), che raggruppa e rappresenta gli istituti finanziari del nostro Paese, ad agosto 2023 il tasso medio di interesse riconosciuto sui nuovi conti deposito, dove le cifre depositate sono vincolate con una durata prestabilita, era pari (pag. 14) al 3,36 per cento. Ad agosto 2022, dopo il primo rialzo dei tassi d’interesse deciso dalla Banca centrale europea, era pari allo 0,84 per cento. Un aumento su chi ha aperto un conto deposito dunque c’è stato. La crescita dei tassi di interesse sui conti corrente è stata invece molto più bassa rispetto a quella registrata per prestiti e mutui. Ma oggi i conti corrente non sono più uno strumento di investimento, ma di semplice riserva di denaro, ritirabile agli sportelli o trasferibile con bonifico, e di pagamento, attraverso le varie carte bancarie.

La riforma dell’Irpef

«Con la riforma fiscale […] si passerà da 4 a 3 aliquote Irpef»

Questa è una promessa, dal momento che nel disegno di legge delega per la riforma del fisco, convertito in legge dal Parlamento ad agosto, un impegno esplicito in questo senso non c’è.

Come abbiamo spiegato in un altro fact-checking, la legge delega sul fisco parla, tra gli «aspetti generali», della «revisione» e della «graduale riduzione dell’Irpef», «nella prospettiva della transizione del sistema verso l’aliquota impositiva unica», la cosiddetta “flat tax”. Questo, aggiunge il testo, potrà essere fatto dal governo riordinando le deduzioni, le detrazioni e i crediti d’imposta (alcune voci che fanno abbassare le imposte da pagare), gli scaglioni di reddito su cui si applica l’Irpef e le aliquote. 

Questo principio, contenuto nella legge delega, è però piuttosto generico: la riduzione e il riordino dell’Irpef non comporta necessariamente il passaggio a tre aliquote, un intervento promesso comunque in varie occasioni dal viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo (Fratelli d’Italia).

La crescita degli occupati

«Il numero di occupati a luglio 2023 supera quello di luglio 2022 dell’1,6 per cento (+362 mila unità)»

È vero: questa affermazione è confermata dai dati Istat più aggiornati. Fratelli d’Italia ha omesso però di dire che a luglio 2023, dopo sette mesi di crescita, il numero degli occupati è diminuito di 73 mila unità rispetto al mese precedente. Come mostra il Grafico 1, poi, la crescita del numero di occupati è iniziata dal 2021, con la ripresa economica. 
Grafico 1. L’andamento del numero di occupati in Italia – Fonte: Istat
Grafico 1. L’andamento del numero di occupati in Italia – Fonte: Istat

Il tetto al prezzo del gas

«A pochi mesi dal suo insediamento, il governo Meloni ha ottenuto l’introduzione di un tetto europeo al prezzo del gas, fermando la speculazione al rialzo e mitigando gli effetti della crisi energetica»

Qui Fratelli d’Italia attribuisce meriti eccessivi al governo. La trattativa per l’introduzione di un tetto europeo al prezzo del gas, approvato a dicembre 2022, era già iniziata con il governo Draghi ed è stata sostenuta da altri Paesi Ue, non solo dall’Italia. Come abbiamo spiegato più nel dettaglio in un altro fact-checking, a inizio 2023 il costo delle bollette è iniziato a scendere per il calo del prezzo del gas. Quest’ultimo è stato causato da una serie di fattori né riconducibili a misure adottate dal governo né all’introduzione del tetto al prezzo del gas a livello europeo.

La norma sull’ergastolo ostativo

«Uno dei primi atti del governo è stato quello di salvare l’ergastolo ostativo, che per una voluta inerzia delle sinistre stava per essere demolito dalla Corte Costituzionale»

Qui Fratelli d’Italia fa riferimento al contenuto del primo decreto-legge del governo Meloni, approvato alla fine di ottobre 2022 per intervenire sul cosiddetto “ergastolo ostativo”, ossia il regime carcerario che esclude gli autori di alcuni reati particolarmente gravi, tra cui quelli di stampo terroristico o mafioso, da possibili benefici penitenziari. Nel 2021 la Corte costituzionale aveva dichiarato incompatibile con la Costituzione l’attuale regime dell’ergastolo ostativo, invitando il Parlamento a intervenire, prima di un nuovo giudizio sul tema, previsto per l’8 novembre 2022.

In base al decreto, i condannati per reati connessi, tra le altre cose, all’associazione di tipo mafioso, alla tratta illegale di stranieri e al traffico illecito di sostanze stupefacenti, potranno accedere ai benefici penitenziari anche senza aver collaborato con la giustizia, a patto che rispettino una serie di condizioni. Ma Fratelli d’Italia ha omesso di dire almeno due cose importanti. La prima: nel decreto-legge il governo Meloni ha ripreso il contenuto di un disegno di legge, a prima firma di una deputata del Partito Democratico, approvato dalla Camera a marzo 2022, con l’astensione dei deputati di Fratelli d’Italia. La seconda omissione: secondo le ricostruzioni giornalistiche, il testo non era stato poi convertito in legge dal Senato per le divisioni all’interno dei partiti che sostenevano il governo Draghi, non per un’opposizione dei partiti di «sinistra».

Gli arresti dei mafiosi

«​Grazie anche alle forze dell’ordine e alla magistratura sono stati arrestati negli ultimi mesi più di mille mafiosi»

Come abbiamo scritto in un altro fact-checking, è vero che tra il 1° ottobre 2022 e il 18 luglio 2023 le operazioni contro la criminalità organizzata di tipo mafioso hanno portato all’arresto di 1.376 persone. Ma l’arresto in queste operazioni non coincide, ovviamente, con una condanna definitiva con l’aggravante dell’associazione mafiosa.

Il nuovo reato sui rave party

«Grazie a Fratelli d’Italia la legislazione italiana [sui rave party] si è allineata a quella di molti altri Stati europei»

Non è vero che con il nuovo reato contro i rave party l’Italia si è «allineata» agli altri Paesi Ue. In base alle verifiche di Pagella Politica, nessuno degli altri quattro grandi Paesi europei (Francia, Regno Unito, Germania e Spagna) prevede pene così dure come quelle introdotte dal governo Meloni. Ne abbiamo scritto qui più nel dettaglio.

Le etichette sugli insetti

«Con quattro decreti il governo ha scongiurato la presenza occulta di farine di insetti nei prodotti alimentari e ne ha regolamentato la vendita, al fine di tutelare adeguatamente il consumatore»

A marzo sono stati approvati quattro decreti interministeriali per l’etichettatura dei prodotti che contengono la polvere di alcuni insetti o insetti essiccati. Ma la versione data da Fratelli d’Italia è fuorviante.

Già quattro regolamenti europei avevano autorizzato la vendita della polvere di grillo domestico, del verme della farina minore, della larva gialla della farina essiccata e della locusta migratoria, stabilendo la quantità massima di insetti che può essere presente negli alimenti. In più questi regolamenti prevedono già che le etichette di questi alimenti contengano il nome dell’insetto presente e l’indicazione di possibili effetti allergici.

I soldi per l’Emilia-Romagna

«L’esecutivo di Giorgia Meloni si è messo in moto per fronteggiare l’emergenza in Emilia-Romagna, stanziando 4,5 miliardi per la ricostruzione»

Se si sommano le risorse contenute nei due decreti-legge approvati dal governo per l’Emilia-Romagna, si ottengono 4,3 miliardi di euro, una cifra vicina a quella rivendicata da Fratelli d’Italia. Il partito di Meloni omette però di dire che un conto sono gli stanziamenti, un altro i soldi effettivamente erogati. Come abbiamo spiegato a metà agosto, a oltre tre mesi dalle alluvioni le risorse arrivate sul territorio ammontavano a 230 milioni di euro.

Le emissioni del gas naturale

«Si mira a sviluppare fonti energetiche pulite, come il gas naturale e le rinnovabili»

Mettere sullo stesso piano il gas naturale e le energie rinnovabili, come il fotovoltaico e l’eolico, è sbagliato. Come spiega il sito dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), il gas è un combustibile fossile, al pari del carbone e del petrolio. Rispetto a quest’ultime due, però, le emissioni prodotte dalla combustione del gas sono più basse. 

A differenza del gas naturale, invece, la produzione di energia con le rinnovabili non genera di fatto emissioni di CO2, e un discorso analogo vale per il nucleare. Per queste fonti di energia le emissioni lungo il loro arco di vita fanno riferimento alla realizzazione degli impianti e al loro smaltimento.

Le carte per i giovani

«Istituita la “Carta Cultura” per Isee inferiori a 35 mila euro e la “Carta del Merito” per gli studenti eccellenti»

La legge di Bilancio per il 2023 ha sostituito (art. 1, comma 630) il cosiddetto “bonus cultura”, introdotto dal governo Renzi, con la “Carta della cultura Giovani” e la “Carta del merito”, due bonus cumulabili da 500 euro l’uno. Entrambe le carte sono destinate ai neo diciottenni, con alcuni limiti: la prima va ai giovani con 18 anni di età che fanno parte di famiglie con un Isee inferiore ai 35 mila euro, la seconda a quelli che si sono diplomati con il massimo dei voti. 

Fratelli d’Italia non dice però che entrambe queste due carte non sono ancora entrate in vigore. A oggi il Ministero della Cultura non ha approvato i decreti attuativi per renderle operative, come si può verificare sul sito del Dipartimento per il programma di governo.

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