Il 20 gennaio la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum contro la nuova legge sull’autonomia differenziata. Il quesito referendario, sostenuto da quasi tutti i partiti all’opposizione e da varie associazioni, chiedeva di eliminare interamente la legge approvata a giugno dal Parlamento che stabilisce i principi e il percorso che devono seguire le regioni nel chiedere maggiore autonomia allo Stato. Allo stesso tempo, la Corte Costituzionale ha ritenuto validi altri cinque quesiti referendari, ossia quello per modificare le norme sulla concessione della cittadinanza agli stranieri e quattro referendum sul mercato del lavoro promossi dal sindacato CGIL. Per questi cinque quesiti si andrà a votare tra il 15 aprile e il 15 giugno: la data precisa dovrà essere fissata nelle prossime settimane dal presidente della Repubblica, su indicazione del Consiglio dei ministri.
I cittadini italiani non potranno esprimersi invece sul referendum contro la legge sull’autonomia differenziata. In attesa della pubblicazione delle motivazioni alla base delle sua sentenza, la Corte Costituzionale ha riassunto le sue conclusioni in un comunicato stampa.
I cittadini italiani non potranno esprimersi invece sul referendum contro la legge sull’autonomia differenziata. In attesa della pubblicazione delle motivazioni alla base delle sua sentenza, la Corte Costituzionale ha riassunto le sue conclusioni in un comunicato stampa.