Per la Cassazione il referendum contro l’autonomia differenziata si può fare

Ora il via libera definitivo spetta alla Corte Costituzionale, che dovrà decidere se si potrà votare nel 2025
ANSA/GIUSEPPE LAMI
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Giovedì 12 dicembre la Corte di Cassazione ha annunciato che il referendum abrogativo contro la legge sull’autonomia differenziata è valido. Il quesito referendario, sostenuto da quasi tutti i partiti all’opposizione e da varie associazioni, chiede di eliminare interamente la legge, approvata a giugno dal Parlamento che stabilisce i principi e il percorso che devono seguire le regioni nel chiedere maggiore autonomia allo Stato. Secondo fonti stampa, la Corte di Cassazione ha bocciato invece altri quesiti referendari, presentati dalle regioni Campania, EmiliaRomagna, Toscana e Sardegna (tutte guidate dal centrosinistra), che proponevano di eliminare singoli punti della legge sull’autonomia differenziata. 

Nonostante la decisione della Corte di Cassazione (il cui testo ufficiale non è ancora disponibile), al momento non c’è ancora la certezza che il prossimo anno si tenga il referendum contro l’autonomia differenziata. Entro il 10 febbraio 2025, infatti, la Corte Costituzionale dovrà esprimersi sulla definitiva ammissibilità del quesito referendario. Nel passato recente ci sono stati casi di referendum “bocciati” dalla Corte Costituzionale: per esempio, nel 2022 i giudici costituzionali hanno ritenuto inammissibili i referendum per l’eutanasia e per la cannabis legale, mentre hanno dato il via libera a quelli sulla giustizia.

L’incertezza sul referendum

Nei mesi scorsi vari esponenti del governo Meloni hanno pronosticato che la Corte Costituzionale boccerà il referendum contro l’autonomia differenziata. In un approfondimento abbiamo spiegato perché, a oggi, è prematuro fare previsioni: alcuni fattori pendono a favore di chi sostiene che il referendum non sia ammissibile, altri a sfavore.
Nelle scorse settimane c’è stata anche un’altra importante novità: il 14 novembre la stessa Corte Costituzionale ha stabilito che la legge sull’autonomia differenziata – quella che il referendum vorrebbe cancellare – non vìola la Costituzione, mentre alcuni suoi punti sì. Per esempio, la Corte Costituzionale ha ritenuto incostituzionale che la legge sull’autonomia differenziata abbia affidato al governo di determinare i “livelli essenziali delle prestazioni” (LEP) senza «idonei criteri direttivi». I LEP sono i servizi che lo Stato deve ritenere indispensabili per tutti i cittadini, senza distinzioni sul territorio in cui vivono, dal Nord al Sud. 
Secondo alcuni costituzionali, il fatto che la Corte Costituzionale si sia già espressa sulla legge sull’autonomia differenziata potrebbe rendere inutile il referendum. Alfonso Celotto, professore di Diritto costituzionale all’Università Roma Tre, ha detto a Pagella Politica che «il referendum per cancellare l’intera legge sull’autonomia differenziata non ha praticamente più senso perché questa è già una legge che in più punti è stata giudicata illegittima dai giudici».

Nel caso in cui la Corte Costituzionale dichiarerà invece ammissibile il referendum, si andrà a votare una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno 2025.

Le reazioni

La decisione della Cassazione è stata accolta con favore dai partiti all’opposizione che hanno promosso il referendum. La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha detto che la sentenza è «una buona notizia» e che il PD «andrà avanti in questa battaglia». «Arriva una nuova bocciatura per il governo e per la maggioranza che sono andati avanti a testa bassa nell’approvazione della legge», hanno commentato i deputati del Movimento 5 Stelle membri della Commissione Affari costituzionali della Camera. Il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli ha detto che la decisione della Cassazione «è importante» ed è una «disfatta leghista». La nuova legge per l’autonomia differenziata è infatti una delle misure di bandiera della Lega, ed è stata proposta dal ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli, tra i principali esponenti del partito di Matteo Salvini. 

Dal canto loro, vari politici dei partiti che sostengono il governo Meloni hanno sottolineato che la decisione della Corte di Cassazione non è definitiva. Per esempio il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri ha detto che «sono già stati sollevati da autorevoli costituzionalisti dubbi» sulla legittimità costituzionale del quesito contro l’autonomia differenziata.

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