Giovedì 12 dicembre la Corte di Cassazione ha annunciato che il referendum abrogativo contro la legge sull’autonomia differenziata è valido. Il quesito referendario, sostenuto da quasi tutti i partiti all’opposizione e da varie associazioni, chiede di eliminare interamente la legge, approvata a giugno dal Parlamento che stabilisce i principi e il percorso che devono seguire le regioni nel chiedere maggiore autonomia allo Stato. Secondo fonti stampa, la Corte di Cassazione ha bocciato invece altri quesiti referendari, presentati dalle regioni Campania, Emilia–Romagna, Toscana e Sardegna (tutte guidate dal centrosinistra), che proponevano di eliminare singoli punti della legge sull’autonomia differenziata.
Nonostante la decisione della Corte di Cassazione (il cui testo ufficiale non è ancora disponibile), al momento non c’è ancora la certezza che il prossimo anno si tenga il referendum contro l’autonomia differenziata. Entro il 10 febbraio 2025, infatti, la Corte Costituzionale dovrà esprimersi sulla definitiva ammissibilità del quesito referendario. Nel passato recente ci sono stati casi di referendum “bocciati” dalla Corte Costituzionale: per esempio, nel 2022 i giudici costituzionali hanno ritenuto inammissibili i referendum per l’eutanasia e per la cannabis legale, mentre hanno dato il via libera a quelli sulla giustizia.
Nonostante la decisione della Corte di Cassazione (il cui testo ufficiale non è ancora disponibile), al momento non c’è ancora la certezza che il prossimo anno si tenga il referendum contro l’autonomia differenziata. Entro il 10 febbraio 2025, infatti, la Corte Costituzionale dovrà esprimersi sulla definitiva ammissibilità del quesito referendario. Nel passato recente ci sono stati casi di referendum “bocciati” dalla Corte Costituzionale: per esempio, nel 2022 i giudici costituzionali hanno ritenuto inammissibili i referendum per l’eutanasia e per la cannabis legale, mentre hanno dato il via libera a quelli sulla giustizia.