Tutti i numeri sul debito pubblico italiano, in sei grafici

Quanto vale in valore assoluto, rispetto al Pil e rispetto agli altri Paesi Ue, e quanto è cresciuto nel tempo
ANSA
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Mentre il governo Meloni sta scrivendo il disegno di legge di Bilancio da presentare in Parlamento, il debito pubblico italiano si sta avvicinando al valore record di tremila miliardi di euro. Secondo i dati più aggiornati della Banca d’Italia, infatti, a luglio il debito pubblico del nostro Paese valeva 2.947 miliardi di euro, 87 miliardi in più rispetto a un anno prima.

Il rapporto tra debito e Prodotto interno lordo (Pil) è invece in calo dal 2020, quando è stato raggiunto il picco: secondo Istat, alla fine dell’anno scorso il debito italiano valeva il 134,6 per cento, a fronte del 154,1 per cento registrato tre anni prima. Nel nuovo Piano strutturale di bilancio, il governo ha previsto che questa percentuale tornerà ad aumentare fino al 2027, per poi calare. 

Nel dettaglio, come è cambiato negli anni più recenti il valore del debito pubblico dell’Italia? Rispetto agli altri Stati membri dell’Unione europea, come è messo il nostro Paese? E quanto ci costa in interessi il nostro debito? Vediamo tutte le risposte, numeri e grafici alla mano.

Quanto vale il debito pubblico italiano

Anno dopo anno, il debito pubblico italiano continua a crescere: durante il 2023 è aumentato di 105 miliardi di euro e rispetto a vent’anni fa vale complessivamente quasi il doppio, essendo cresciuto del 95 per cento. Queste cifre rappresentano il valore nominale del debito: se si guarda il suo valore reale, ossia se si tiene conto dell’andamento dell’inflazione, si nota che in alcuni anni c’è stato un calo. In ogni caso, nel 2023 il debito pubblico espresso in valori reali era più alto del 36 per cento rispetto a vent’anni prima.
Chi detiene il debito pubblico italiano? Secondo i dati più aggiornati della Banca d’Italia, il 23 per cento è detenuto dalla stessa Banca d’Italia, il 22 per cento da altre “istituzioni finanziarie monetarie”, ossia da altre banche centrali, il 12 per cento da vari istituti finanziari, il 15 per cento da persone residenti in Italia e il 29 per cento dagli investitori stranieri.

E in rapporto al Pil?

Quando si parla del debito pubblico di un Paese, di solito in economia si fa riferimento al rapporto tra il debito e il Pil, e non al valore assoluto del debito, per un motivo: non importa quanto sia indebitato uno Stato, ma piuttosto quanto reddito produce per rendere quel debito sostenibile. Come abbiamo visto prima, secondo le revisioni più recenti di Istat, nel 2023 il debito pubblico dell’Italia valeva poco meno del 135 per cento del Pil. 

Secondo Eurostat, questa percentuale è la seconda più alta tra i 27 Paesi dell’Unione europea, dietro al 162 per cento della Grecia. Gli altri Paesi che hanno un rapporto tra il debito e il Pil superiore al 100 per cento sono la Francia (111 per cento), la Spagna (108 per cento) e il Belgio (105 per cento). La percentuale della Germania è pari al 64 per cento, meno della metà di quella italiana. 

Nel complesso, i Paesi Ue hanno un debito pubblico che in media vale l’82 per cento del Pil, mentre i Paesi dell’area euro (ossia quelli che hanno l’euro come moneta unica) hanno in media un debito pubblico pari all’89 per cento del Pil. I Paesi che hanno il debito pubblico più basso sono l’Estonia (20 per cento), la Bulgaria (23 per cento), il Lussemburgo (26 per cento) e la Danimarca (29 per cento).

Il debito nei grandi Paesi Ue

Negli ultimi trent’anni l’andamento del debito pubblico nei quattro grandi Paesi Ue (Italia, Germania, Francia e Spagna) ha seguito traiettorie diverse.

Come mostra il grafico, il rapporto tra il debito e il Pil dell’Italia è superiore al 100 per cento dal 2009 ed è superiore al 130 per cento dal 2013. Il 2020, l’anno in cui è iniziata la pandemia di Covid-19, c’è stato un forte aumento del debito, che poi è tornato a calare. L’ultimo periodo di calo del debito pubblico risaliva alla fine degli anni Novanta.
Il debito della Francia ha avuto un andamento simile a quello dell’Italia, tant’è che il nuovo governo guidato da Michel Barnier ha proposto nella nuova legge di Bilancio più tasse e tagli alla spesa pubblica per contenere l’aumento del debito. Mentre il debito pubblico italiano aumentava o restava costante, quello della Germania è sceso dall’82 per cento nel 2010 al 60 per cento nel 2019, mentre quello della Spagna è calato dal 105 per cento nel 2014 al 98 per cento nel 2019. 

Quanto debito ogni anno

Ogni anno il governo deve decidere se fare debito aggiuntivo per finanziare le proprie misure economiche: semplificando, quando un governo fa nuovo debito si parla di “disavanzo” o di “deficit” di bilancio, mentre quando non ne fa si parla di avanzo di bilancio. 

Nel 2023 l’Italia ha preso in prestito in più di quello che ha restituito circa 154 miliardi (deficit di bilancio), pari al 7,4 per cento del Pil. Negli ultimi 30 anni il disavanzo di bilancio italiano è passato da un minimo dell’1,3 per cento a un massimo del 9,4 per cento nel 2020. Senza considerare il periodo pandemico, il disavanzo è stato sopra il 5 per cento anche nel 1995, 1996 e nel 2009. Dopo il dato del 2009 si era registrato un progressivo calo che l’aveva portato a essere pari all’1,5 per cento nel 2019.
A differenza dell’Italia, la Germania ha avuto un avanzo di bilancio tra il 2012 e il 2019 e nel 2023 il disavanzo è stato del 2,5 per cento, mentre la Spagna ha avuto un disavanzo continuo dal 2008 in poi, il cui valore si è però ridotto, arrivando al 3,6 per cento nel 2023. Anche la Francia è sempre stata in disavanzo, ma con valori inferiori ai nostri e nel 2023 è andata in negativo del 5,5 per cento. 

Quanto costa il debito

Quando un Paese fa debito, deve poi restituirlo con gli interessi, che hanno ovviamente un costo. Per esempio nel 2023 l’Italia ha pagato 79 miliardi di euro in interessi sul proprio debito pubblico, una cifra pari a circa il 3,8 per cento del Pil. Per avere un ordine di grandezza, l’Italia spende di meno per le politiche sociali e familiari (63 miliardi), per l’istruzione (52 miliardi) e per la difesa (29 miliardi). 

Se si sommano gli interessi pagati negli ultimi dieci anni, tenendo conto dell’andamento dell’inflazione, si scopre che l’Italia ha speso quasi 800 miliardi in interessi sul debito.
Nel 2023 l’Italia è stata il secondo Paese Ue a pagare più interessi sul proprio debito pubblico, superata solo dall’Ungheria (4,7 per cento). La Spagna si è fermata al 2,5 per cento, la Francia all’1,7 per cento e la Germania allo 0,9 per cento. Anche sul lungo periodo, l’Italia è il grande Paese Ue che spende più risorse per ripagare gli interessi sul debito: la differenza con gli altri Stati si è comunque ridotta rispetto a vent’anni fa, quando la spesa italiana in interessi era sopra all’11 per cento del Pil.

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